La teleconferenza di martedì sera, connessi 14 compagni, è iniziata con alcune considerazioni sull'Unione Europea.
L'uscita del Regno Unito dall'organizzazione è solo l'ultimo tassello del più generale processo di disfacimento della UE. La Brexit, scrive l'Economist, mina la già fragilissima stabilità europea e la "perdita di un grande membro del genere è anche un durissimo colpo per l'influenza e la credibilità dell'Unione". Insomma, l'Europa Unita non è altro che un'espressione geografica, la cui coesione politica non può essere "creata" dalla buona volontà dei primi ministri e dei loro tirapiedi. Tanto più che questa volontà i governi non ce l'hanno: ciò che davvero conta è la difesa degli interessi borghesi nazionali e la concorrenza con gli stati vicini.
Il 25 marzo scorso, in occasione delle celebrazioni per l'anniversario dei Trattati di Roma (nascita della CEE), diversi gruppi antagonisti hanno organizzato una manifestazione di protesta per le vie della Capitale. Lo stesso giorno la polizia, con un'estesa azione preventiva, ha compiuto centinaia di fermi ed ha messo in atto dei restringimenti delle cosiddette libertà di movimento. Il questore di Roma ha spiegato alla stampa che "complessivamente tra giovedì e sabato, sono state identificate circa 2000 persone, di queste 200 sono state fermate".
Editoriale: Non potete fermarvi
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Libertà
Viviamo in una società che scoppia. I suoi membri, divisi o raggruppati secondo criteri il più delle volte arbitrari e casuali, non riescono più a darsi un'identità plausibile. La pandemia, invece di compattare gli individui intorno a provvedimenti utili alla salvaguardia della specie, ha aggravato la situazione facendo emergere ataviche tendenze all'irrazionale.
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