- Ma in Italia, c'è stato un feudalesimo?
È noto che nel Secondo dopoguerra fu avanzata una aberrante teoria secondo la quale nell'Italia meridionale vi sarebbero stati residui di feudalesimo. L'esigenza di tale teoria si capisce solo tenendo conto della politica interclassista e corporativa del partito stalinista di allora. È infatti teoreticamente corretto sostenere che proletari e borghesi lottano fianco a fianco – anche se non hanno gli stessi obiettivi – in una lotta antifeudale o anticoloniale, ma ciò unicamente in contesti precapitalistici o di oppressione imperialista diretta. Giustificare la lotta a fianco di un imperialista contro l'altro con una teoria antifascista del "risorgimento finalmente compiuto" ha significato semplicemente sancire il corporativismo interclassista e lavorare attivamente per la tremenda subordinazione del proletariato nei confronti della borghesia. In effetti nel Mezzogiorno italiano, già all'epoca dell'annessione piemontese, esistevano condizioni di sviluppo qualitativo capitalistico assai mature, deboli soltanto quantitativamente, mentre di feudalesimo non se ne vedeva nemmeno l'ombra ("se mai il feudalesimo è esistito in Italia", affermò la nostra corrente). Di più: si può facilmente dimostrare che chiamiamo erroneamente "feudali" anche strutture socio-economiche già capitalistiche presenti in Europa almeno dall'anno Mille in poi.
- Questioni inerenti al nostro piano di lavoro e alla sua struttura
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