Che cos'è un wikitesto?

Il prefisso "wiki" è ormai usato da milioni di persone e può felicemente essere adottato anche come antidoto alla "langue de bois" del luogocomunismo. Esso fu introdotto per la prima volta nel 2001 quando fu progettata e realizzata l'enciclopedia interattiva in rete "Wikipedia". Deriva da una parola hawaiana che significa "veloce".

Si ha un wikitesto tutte le volte che uno scritto viene elaborato con metodo collettivo a partire da un modulo di base semilavorato. In pratica, intorno a questo modulo di base si sviluppa un lavoro comune di elaborazione e di affinamento del contenuto fino a un risultato che sarà "finale" solo quando la comunità che vi lavora deciderà così. Su Internet è ormai usuale trovare termini come wikitext, wikibook, wikilog, wikisoftware, ecc. ed esistono molti wikiweb che vivono attraverso il lavoro della comunità che vi si dedica (come il nostro, del resto).

Per estensione si può definire "wiki" ogni tipo di lavoro comune che cresce secondo pochi essenziali parametri di controllo stabiliti all'inizio. In un certo senso Marx ed Engels lavoravano con questo metodo. Forse non tutti sanno che lavorava così anche la "fabbrica" che sfornava i romanzi di Alessandro Dumas, basata sull'apporto comune di una decina di scrittori (i cosiddetti nègres), cioè di un redattore collettivo. Il team computing che si affacciò nei primi anni '80 negli uffici progetti fu un'anticipazione di questo metodo in altri campi. Persino alcuni famosi film di Hollywood (ad esempio Casablanca) furono il prodotto di un accrescimento collettivo.

Esistono dei wikisoftware che permettono l'interattività diretta con il testo conservando memoria delle variazioni e consentendo una discussione sulla sua crescita, ma nel nostro caso ci sembra più utile un semplice scambio di e-mail. C'è chi paragona l'automatizzazione interattiva del lavoro a una forma di vita artificiale, per cui veri e propri organismi-testo sono in grado di crescere, vivere o estinguersi (cfr. ad esempio: Santa Fe Institute, un centro che si occupa di sistemi complessi e Principia cybernetica, un sito con molti riferimenti al cervello sociale).

Dal 1981 il nostro lavoro è basato su semilavorati in elaborazione continua e su argomenti concatenati (cfr. ad esempio: Lettere ai compagni). In un certo senso abbiamo applicato il metodo "wiki" prima che si chiamasse così. Passate le difficoltà iniziali, dovute soprattutto alle abitudini individualistiche indotte da questa forma sociale decadente, il metodo si è rivelato fertile, come già lo fu nell'esperienza della Sinistra Comunista che lo applicò nel secondo dopoguerra, provocando una salutare lotta fra la concezione organica e la concezione democratico-borghese del partito.

Posto che il patrimonio teorico della rivoluzione che matura (perciò in corso, nonostante tutto) è dato, e si pone alla base di ogni nostra attività, nel 1965 la nostra corrente precisava:

"Non avrebbe alcun senso la obiezione che si tratti di testi perfetti irrevocabili e immodificabili, perché lungo tutti questi anni si è sempre dichiarato nel nostro seno che si trattava di materiali in continua elaborazione e destinati a pervenire ad una forma sempre migliore e più completa; tanto che da tutte le file del partito, ed anche da elementi giovanissimi, si è sempre verificato con frequenza crescente l’apporto di contributi ammirevoli e perfettamente intonati alle linee classiche proprie della Sinistra.
È solo nello sviluppo in questa direzione del lavoro, che abbiamo tratteggiato, che noi attendiamo il dilatarsi quantitativo delle nostre file e delle spontanee adesioni che al partito pervengono e che ne faranno un giorno una forza sociale più grande".

(Tesi di Napoli).

Rivista n°54, dicembre 2023

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Viviamo in una società che scoppia. I suoi membri, divisi o raggruppati secondo criteri il più delle volte arbitrari e casuali, non riescono più a darsi un'identità plausibile. La pandemia, invece di compattare gli individui intorno a provvedimenti utili alla salvaguardia della specie, ha aggravato la situazione facendo emergere ataviche tendenze all'irrazionale.

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