Questa e-mail ci è stata inviata da un lettore canadese che ci stava aiutando a controllare alcune traduzioni. Si tratta di una reazione alla lettura di Militi delle rivoluzioni, una delle Lettere ai compagni, che furono il veicolo del nostro lavoro prima che nascesse la rivista.
È mia convinzione che anche oggi sia oggettivamente necessario il partito, l’unico che possa incarnare il programma comunista. Non ci tengo a leggere estemporanee monografie culturali, ironiche verso il lavoro di altri che chiamate luogocomunisti, così come non desidero ― ad esempio ― occuparmi della Fondazione Amadeo Bordiga. Voi negate il partito nel nome della storia del partito. Dite che la vecchia guardia se n’è andata, mentre la giovane guardia deve ancora venire. Ma voi, che guardia siete?
Editoriale: I limiti dell'… inviluppo / Articoli: Il gemello digitale - L'intelligenza al tempo dei Big Data - Donald Trump e il governo del mondo / Rassegna: Il grande malato d'Europa - Il vertice di Kazan - Difendono l'economia, preparano la guerra / Recensione: Ciò che sembrava un mezzo è diventato lo scopo / Doppia direzione: Il lavoro da svolgere oggi - Modo di produzione asiatico? - Un rinnovato interesse per la storia della Sinistra Comunista - Isolazionismo americano post-elettorale?
Libertà
Viviamo in una società che scoppia. I suoi membri, divisi o raggruppati secondo criteri il più delle volte arbitrari e casuali, non riescono più a darsi un'identità plausibile. La pandemia, invece di compattare gli individui intorno a provvedimenti utili alla salvaguardia della specie, ha aggravato la situazione facendo emergere ataviche tendenze all'irrazionale.
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