Alla teleconferenza di martedì sera hanno partecipato 10 compagni.
"Per evitare una generazione perduta dobbiamo agire velocemente", scrive Mario Draghi nell'editoriale al Rapporto 2015 della Banca centrale. Il governatore della Bce teme nuovi shock e vede un'Europa in difficoltà. Chi ne subirà le conseguenze, aggiunge, sarà la generazione istruita: tutti quelli che dovrebbero entrare nel mondo del lavoro e rischiano invece di non trovare una collocazione in questa società.
Anche il Fmi è preoccupato. I rischi maggiori, secondo il direttore Christine Lagarde, sono la "stagnazione secolare", la possibile uscita del Regno Unito dall'Ue (#Brexit) e la crisi dei rifugiati che sta minando l'integrazione europea. I governi devono prepararsi a possibili scenari avversi, consapevoli che non c'è più margine di errore: le munizioni, come illustrava l'Economist poco tempo fa, si stanno esaurendo.
Non c'è molto da aggiungere a queste previsioni, sono i borghesi stessi ad essere catastrofisti di fronte alla spaventosa sovraccapacità produttiva. E siccome al proletariato non possono più chiedere niente, si aprono lotte interne in cui deve intervenire la magistratura (vedi il caso #PanamaPapers): guerre intestine per la ripartizione del valore tra le varie componenti borghesi all'interno dei singoli stati.
Il robot Pippo e l'altra Italia di Roberto Napoletano, 26 novembre 2015
"Per raccontarvi il sogno italiano di Pippo ci siamo affidati al nostro Piero Angela, che è Luca De Biase, e a un team straordinario qual è quello di Nòva24, e vi vogliamo guidare da oggi per quindici giovedì consecutivi in un viaggio nel futuro che è già dentro le vostre case e i vostri pensieri, al lavoro e in famiglia, ma senza che ce ne rendiamo fino in fondo conto e, soprattutto, senza percepire quanto potrà ancora di più incidere questo pezzo di futuro, con le sue invenzioni e le sue macchine più o meno intelligenti, nella nostra vita quotidiana."
Durante la teleconferenza di martedì sera, a cui si sono collegati 18 compagni, si è affrontato il tema dei beni comuni. Nel discorso tenuto ai manifestanti di Zuccotti Park, il 9 ottobre 2011, Slavoj Žižek ha affermato: "L'unico senso in cui noi siamo comunisti è che ci preoccupiamo per i beni comuni, i beni comuni della natura, i beni comuni della conoscenza che sono privatizzati dalla proprietà intellettuale, i beni comuni della biogenetica, per questo e solo per questo dovremmo combattere. Il comunismo è fallito assolutamente, ma i problemi dei beni comuni sono qui." Secondo il filosofo sloveno la difesa dei beni comuni, dopo il fallimento del comunismo, è l'unico orizzonte praticabile di lotta.
Editoriale: Non potete fermarvi
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Recensione: Dallo sciopero, alla rivolta, alla Comune - Guerra civile negli USA, ma non quella vera
Doppia direzione: Il programma immediato non ammette mediazioni
Libertà
Viviamo in una società che scoppia. I suoi membri, divisi o raggruppati secondo criteri il più delle volte arbitrari e casuali, non riescono più a darsi un'identità plausibile. La pandemia, invece di compattare gli individui intorno a provvedimenti utili alla salvaguardia della specie, ha aggravato la situazione facendo emergere ataviche tendenze all'irrazionale.
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