La teleconferenza di martedì, presenti 17 compagni, ha ripreso il tema legato alle ultime elezioni greche. Insediatosi al governo, Tsipras ha cominciato a fare la voce grossa e non pochi, nelle cancellerie europee, si sono agitati sulle poltrone: se davvero la Grecia uscisse dall'Euro, un pericoloso effetto domino potrebbe prendere il via con conseguenze nefaste per l'intera Unione.
Intanto il successo di Syriza esce dai confini nazionali e arriva in Spagna dove contribuisce alla crescita di Podemos. Il nuovo partito spagnolo, sorpresa delle scorse elezioni europee quando riuscì a far eleggere 5 eurodeputati, continua nella sua ascesa. Recentemente ha organizzato la "marcha del cambio", formula mutuata dalla "marcha de la dignidad" degli indignados, portando in piazza 300.000 persone. Nel comizio finale il leader Pablo Iglesias da una parte ha ribattuto le ragioni del movimento 15-M, dall'altra si è richiamato alla patria:
"Hanno voluto umiliare il nostro paese con questa truffa che chiamano austerità. Mai più la Spagna senza la sua gente, mai più la Spagna come marca per gli affari dei ricchi. Non siamo una marca, siamo un paese di cittadini, sogniamo come Don Chisciotte, però prendiamo molto sul serio i nostri sogni. E oggi diciamo patria con orgoglio, e diciamo che la patria non è una spilletta sulla giacca, non è un braccialetto, la patria è quella comunità che assicura che si proteggano tutti i cittadini, che rispetta le diversità nazionali, che assicura che tutti i bambini, qualunque sia il colore della loro pelle, vadano puliti e ben vestiti a una scuola pubblica, la patria è quella comunità che assicura che i malati vengano assistiti nei migliori ospedali con le migliori medicine, la patria è quella comunità che ci permette di sognare un paese migliore, però credendo fermamente nel nostro sogno."
La teleconferenza di martedì sera, presenti 15 compagni, è iniziata con alcune considerazioni sulla Marcha de la Dignidad. La marcia, organizzata in colonne provenienti da diversi punti del paese, culminerà il 22 marzo quando collettivi, sindacati, gruppi di lavoratori, disoccupati e precari, si riverseranno nella capitale spagnola per chiedere un cambiamento reale. Le rivendicazioni avanzate dai manifestanti riguardano casa, sanità, reddito e reclamano un lavoro dignitoso per tutti. Come al solito, quello che conta è il contesto generale in cui tali movimenti si inseriscono.
La struttura economica e sociale del capitalismo fatica a trovare ossigeno ed inevitabilmente questa condizione si riverbera a livello sovrastrutturale.
Il risultato delle elezioni italiane è prodotto ed allo stesso tempo fattore di una situazione di ingovernabilità del paese cui tutto il mondo guarda con attenzione. L'Italia non è la Grecia. E le fibrillazioni delle borse in questi giorni dimostrano che il momento è piuttosto delicato. Secondo il "Sole 24 Ore" le elezioni non hanno risolto nulla, anzi, hanno assai ingarbugliato ogni prospettiva. Ci troviamo quindi nel bel mezzo di una tempesta perfetta.
In questo caos politico è difficile per la borghesia italiana mettere in piedi un governo stabile, che regga almeno fino alla elezione del nuovo presidente della Repubblica. Sono in corso tentativi per un'intesa tra Pd e Movimento 5 Stelle, ma le richieste avanzate dai grillini appaiono poco attuabili. Si profila anche l'ipotesi di nuove elezioni, fatto che probabilmente manderebbe in tilt i già nervosissimi mercati, o quella di un governissimo composto da Pd, Pdl e Lista Monti. Dal blog di Grillo: "Nei prossimi giorni assisteremo a una riedizione del governo Monti con un altro Monti. L'ammucchiata Alfano, Bersani, Casini, come prima delle elezioni. Il M5S non si allea con nessuno come ha sempre dichiarato, lo dirò a Napolitano quando farà il solito giro di consultazioni. Il candidato presidente della Repubblica del M5S sarà deciso dagli iscritti al M5S attraverso un voto on line."
Editoriale: Non potete fermarvi
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Recensione: Dallo sciopero, alla rivolta, alla Comune - Guerra civile negli USA, ma non quella vera
Doppia direzione: Il programma immediato non ammette mediazioni
Libertà
Viviamo in una società che scoppia. I suoi membri, divisi o raggruppati secondo criteri il più delle volte arbitrari e casuali, non riescono più a darsi un'identità plausibile. La pandemia, invece di compattare gli individui intorno a provvedimenti utili alla salvaguardia della specie, ha aggravato la situazione facendo emergere ataviche tendenze all'irrazionale.
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