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La teleconferenza di martedì, presenti 16 compagni, è iniziata con la segnalazione di alcune news riguardanti la capitalizzazione in Borsa di Tesla.

I titoli della compagnia di Elon Musk hanno sfondato per la prima volta quota 100 miliardi di dollari, scavalcando il colosso tedesco Volkswagen e attestandosi subito dopo la Toyota (oltre 200 miliardi). Il termine capitalizzazione si riferisce al valore globale di mercato delle azioni di un'azienda, e indica, perciò, un valore fittizio.

In passato Musk è stato accusato dalla Sec di turbativa di mercato: siccome gli investimenti sulle sue azioni erano in calo, egli cominciò a diffondere voci su una possibile privatizzazione di Tesla e sulla sua fuoriuscita dalla Borsa, scrivendo in un tweet: "Sto pensando di togliere la Tesla dal listino pagando agli azionisti 420 dollari ad azione". Il mercato gli credette e il valore delle azioni si impennò. Questo è il classico caso di un'azienda che riscuote successo attirando capitali da tutto il mondo grazie all'immagine che ha costruito di sé stessa. Il capitale fittizio non bada più ai "fondamentali", ma all'utile immediato, alla capitalizzazione di Borsa, agli interessi finanziari. Naturalmente, il capitalismo non potrebbe sopravvivere se non vi fosse da qualche parte una produzione di plusvalore con cui placare l'isteria finanziaria, come non potrebbe sopravvivere se si verificasse un aumento generalizzato della produttività attraverso le macchine (e cioè se tutti i capitalisti sostituissero tutti gli operai con robot, non ci sarebbe più il capitalismo).

Durante la teleconferenza di martedì sera, presenti 16 compagni, abbiamo parlato dei dati che secondo alcuni giornalisti rappresentano i segnali di una tempesta perfetta che presto si abbatterà sui mercati finanziari.

Secondo il presidente della BCE Draghi, "ci sono forze nell'economia globale di oggi che cospirano per tenere bassa l'inflazione". Non è da scartare l'ipotesi che esistano cospirazioni in corso che spingono verso determinate direzioni, ma è da escludere che siano queste a provocare la crisi economica attuale.

Dal 2016 la Borsa Italiana ha perso il 17%, a causa di crolli borsistici e anche della mancata crescita (ad oggi la produzione industriale non è neppure al livello del 2007).

Con le crisi il mercato si incarica di far fuori quel capitale che non viene reinvestito nella produzione. Dall'inizio della crisi (non congiunturale) del 2007 le banche centrali hanno fatto di tutto per contrastare l'esplosione di bolle finanziarie, emettendo provvedimenti affinché l'enorme massa di capitale fittizio accumulata negli anni non venisse cancellata. Nessuno vuole scatenare il disastro, ma così facendo i problemi permangono e si ingigantiscono. E' solo questione di tempo: i capitali in eccesso si auto-cancelleranno.

Rivista n°55, luglio 2024

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