La teleconferenza di martedì sera, presenti 9 compagni, è iniziata con la segnalazione dell'assemblea europea dei rider avvenuta lo scorso 25 e 26 ottobre a Bruxelles. Circa 60 fattorini, impiegati presso aziende del food delivery quali Deliveroo, UberEats, Glovo e Foodora, e provenienti da Spagna, Italia, Francia, Inghilterra, Irlanda, Scozia, Belgio, Paesi Bassi, Svizzera, Norvegia, Finlandia, Germania, si sono dati appuntamento nella capitale belga per dar vita a un coordinamento di lotta (Transnational Courier Federation). Dalle prime mobilitazioni del 2016 a Londra, il settore ha visto un continuo di scioperi e manifestazioni che hanno coinvolto sempre più paesi, fino a lambire Cina, Hong Kong e Australia. Durante l'incontro di Bruxelles i precari hanno scambiato informazioni sulle rispettive lotte e hanno lanciato uno sciopero europeo per il prossimo 1° dicembre. Il comunicato ufficiale si chiude con queste parole:
"La lotta contro lo sfruttamento tramite piattaforme di consegna non può essere effettuata all'interno del quadro nazionale. Queste multinazionali si basano sull'elevato tasso di disoccupazione giovanile, le difficoltà per coloro che sono senza documenti di trovare lavoro per trarne profitto. L'approccio internazionalista attorno al quale si costituisce questa federazione rappresenta un passo in avanti per la nostra classe. Mentre il nazionalismo sta guadagnando terreno in Europa e le organizzazioni, anche di sinistra, hanno ripreso il discorso nauseante sui confini, noi rider abbiamo deciso di organizzarci contro queste operazioni e gridare a gran voce che i confini non ci dividono: fattorini di tutti i paesi unitevi!"
Alla teleconferenza di martedì sera hanno partecipato 12 compagni.
Abbiamo iniziato commentando "The Venus Project": presentato con un filmato su YouTube (Paradise or Oblivion) dal fondatore Jacque Fresco, il progetto descrive una società futura cibernetica, completamente razionalizzata, basata sulla soddisfazione dei bisogni umani e ambientali senza il vincolo del denaro e dello scambio. Quel che risulta interessante – come ci scrive un corrispondente – è che, nonostante qualche parola ingenua di troppo, questo progetto è impregnato di comunismo assai più di quanto il suo fondatore non sia disposto ad ammettere.
Nel testo Capitale fittizio e critica del capitalismo lo studioso americano L. Goldner afferma che l'accumulazione del capitale non può durare in eterno e che il capitalismo ha una freccia nel tempo con un inizio e una fine: "La chiave per capire l'intero periodo che va dalla fine degli anni 60/primi anni 70 fino ad oggi è il capitale fittizio".
Le critiche rivolte a Marx sugli schemi dell'accumulazione iniziano con l'uscita del III volume del Capitale e proseguono con dibattiti portati avanti per oltre un secolo su tesi di dettaglio. Marx tratta il capitale fittizio come una categoria che in realtà non esiste: se un capitalista (vedi Proprietà e Capitale) ha una rendita di cinque sterline ed un interesse del 5%, è come se avesse da qualche parte un capitale di cento sterline.
Editoriale: Non potete fermarvi
Articoli: Evoluzione extra biologica - Transizione di fase. Prove generali di guerra
Rassegna: Presa d'atto - Il capitalismo è morto
Recensione: Dallo sciopero, alla rivolta, alla Comune - Guerra civile negli USA, ma non quella vera
Doppia direzione: Il programma immediato non ammette mediazioni
Libertà
Viviamo in una società che scoppia. I suoi membri, divisi o raggruppati secondo criteri il più delle volte arbitrari e casuali, non riescono più a darsi un'identità plausibile. La pandemia, invece di compattare gli individui intorno a provvedimenti utili alla salvaguardia della specie, ha aggravato la situazione facendo emergere ataviche tendenze all'irrazionale.
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