56° incontro redazionale, 13-14-15 giugno 2014 Torino

L'incontro si svolgerà presso l'Hotel Sharing di Torino con il seguente programma:

- presentazione programma lavori. Panoramica sulla situazione economica e sociale: continua il collasso dei fattori della produzione; la società italiana più che mai nel caos politico; guerra civile in Ucraina; sincronia delle rivolte sociali in mezzo mondo.

Relazioni sui temi:

- La filosofia sta allo studio del mondo reale come l'onanismo sta all'amore sessuale completo
Così Marx nella Ideologia tedesca liquida il rapporto fra la filosofia e la nuova teoria rivoluzionaria della conoscenza. La filosofia, infatti, si è autonomizzata rispetto al mondo reale proprio come il Capitale si è autonomizzato rispetto ai suoi possessori e alla società. Sono molti i processi di autonomizzazione che compaiono ad un certo punto della storia umana. Il pensiero si separa dalla materia e incomincia a vivere per conto suo col nome di arte, filosofia, psicologia, economia politica, ecc. La forza-lavoro si separa dai suoi originari mezzi di produzione e va a vendersi sul mercato. Persino l'attività sessuale si separa dall'originaria necessità della riproduzione biologica. Sono processi necessari che preparano la futura riunificazione ad un livello più alto. Ciò è particolarmente evidente con la filosofia: nel cammino dallo stadio della necessità a quello della libertà, essa doveva essere demolita, e la sua morte segnò l'inizio del processo inverso, quello della riappropriazione di un rapporto diretto e indissolubile uomo-natura-industria: la nascita cioè della nuova scienza unificata. Marx non fu "allievo di Hegel", come scrive Mehring nella biografia, ma rappresentò il punto di svolta. Non una continuità, seppure criticata e negata, ma una singolarità.

- Crisi di valorizzazione, abisso del debito
Da sempre il Capitale privatizza i profitti e socializza le perdite, ma al suo stadio attuale affibbia completamente allo Stato anche i costi del capitale costante, sia tramite l'abbassamento del costo del denaro, sia con il passaggio alla spesa pubblica della totalità delle infrastrutture. Anche la riproduzione della forza-lavoro si sposta in grado crescente a carico dello Stato, poiché l'abbassamento del  salario e l'aumento della disoccupazione sono due fattori che limitano drasticamente la base imponibile, oltre ad appesantire il costo del sempre più esiguo welfare. In tal modo è inevitabile la formazione di un crescente deficit di bilancio. Nei periodi di boom esso poteva essere riassorbito con manovre fiscali: l'aumento del numero dei salariati consentiva l'aumento delle entrate senza modificare eccessivamente il carico individuale, per cui il debito pubblico, pur crescente, era contenuto in limiti tollerabili. La situazione odierna di crisi, cui si aggiunge la capacità dei singoli capitali di sfuggire ad ogni controllo in ambito globale, produce inevitabilmente una gigantesca spirale: si produce debito per pagare interessi sul debito pregresso. Lo Stato è dunque costretto a eliminare il suo connotato moderno essenziale, che è quello di gestire il rapporto fra gli elementi della produzione e l'ambiente in cui agiscono, cioè il mercato. Muore il welfare e lo Stato si riduce a strumento di repressione poliziesca.

- Dal Risorgimento all'Internazionale verso nuove biforcazioni
Seppure in modo completamente diverso l'uno dall'altro, Pisacane e Cattaneo si spinsero oltre i confini dell'epoca in cui vissero. Il primo fu considerato dalla nostra corrente un significativo precursore del movimento socialista; il secondo rappresentò la più lucida espressione della rivoluzione borghese lungo tutto il Risorgimento, esprimendo anch'egli tesi e temi di frontiera. A queste due lucide e importanti figure se ne contrapposero altre, ambigue, quelle della rivoluzione nazionale "dall'alto". Ad esempio Mazzini, il cui percorso impregnato di idealismo fu influente non solo nella rivoluzione nazionale ma giunse fino alle soglie della Prima Internazionale. O Garibaldi, buon soldato e anche stratega elogiato da Engels, disposto a combattere per la Comune, ma trattato da Marx come "asino politico" per la sua propensione a un socialismo idealista e romantico (fu lui che paragonò l'Internazionale al sol dell'avvenir).  Oppure ancora Bakunin, che si scontrò, sì, con Mazzini ma successivamente anche con Marx, rompendo con il Consiglio generale di Londra e inventando l'anarchia con l'innesto di Stirner su Proudhon. Questi rapporti si svilupparono nel crogiolo italiano sullo sfondo di una borghesia putrefatta prima ancora di essersi data uno Stato. Ma lo sviluppo dell'industria e del proletariato favorirono intanto la critica del "movimento reale" contro le sopravvivenze del passato. La Plebe, periodico socialista diretto da Bignami, cominciava a diventare un punto di riferimento internazionale, il primo embrione di un nucleo marxista in Italia. Da quel momento fino alla degenerazione staliniana, la storia del socialismo "italiano" fu anche la storia della Sinistra Comunista.

- Domande e integrazioni
Engels, la dialettica e il tributo a Hegel.
Resoconti sulle varie attività generali e locali.

L'incontro redazionale potrà essere seguito anche attraverso Skype. Chi volesse collegarsi deve inviare la richiesta di contatto al nostro account Skype ennepiuuno. Skype supporta max 25 collegati, pertanto accetteremo le prime 25 richieste di contatto che arriveranno all'account a partire da giovedì 12 giugno.
L'inizio delle relazioni è previsto per le ore 9.00 di sabato 14 giugno.

Leggi il resoconto dell'incontro

Rivista n°56, dicembre 2024

copertina n° 56

Editoriale: I limiti dell'… inviluppo / Articoli: Il gemello digitale - L'intelligenza al tempo dei Big Data - Donald Trump e il governo del mondo / Rassegna: Il grande malato d'Europa - Il vertice di Kazan - Difendono l'economia, preparano la guerra / Recensione: Ciò che sembrava un mezzo è diventato lo scopo / Doppia direzione: Il lavoro da svolgere oggi - Modo di produzione asiatico? - Un rinnovato interesse per la storia della Sinistra Comunista - Isolazionismo americano post-elettorale?

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Newsletter 245, 19 gennaio 2022

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Viviamo in una società che scoppia. I suoi membri, divisi o raggruppati secondo criteri il più delle volte arbitrari e casuali, non riescono più a darsi un'identità plausibile. La pandemia, invece di compattare gli individui intorno a provvedimenti utili alla salvaguardia della specie, ha aggravato la situazione facendo emergere ataviche tendenze all'irrazionale.

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