L'incontro si terrà a Torino presso la nuova sede di n+1 con il seguente programma (la sequenza delle relazioni potrà variare):
- Le rivoluzioni come fatto fisico
La rivoluzione che si sta preparando si differenzia da tutte quelle precedenti perché per la prima volta nella storia l'uomo è riuscito a rovesciare completamente il proprio rapporto con la natura: egli infatti l'ha sottomessa e la sfrutta come se fosse una fonte inesauribile di materia per la produzione. Così, quando le crisi producono un arresto delle "conquiste" e gli uomini tendono a perdere ciò che hanno, essi non sono mentalmente attrezzati per affrontare la nuova situazione: si sono evoluti per milioni di anni in una realtà in equilibrio, se pur con alcune importanti perturbazioni (siccità, terremoti, pestilenze). I meccanismi biologici del nostro apparato sensoriale non possono percepire coerentemente gli impulsi generati da un mondo in cui abbiamo sviluppato una immensa potenza… che produce fame e miseria. Non importa se ogni individuo non è cosciente di questo fattore evolutivo: di fatto l'insieme delle molecole sociali si comporta secondo leggi fisiche. Quando il 20% della nostra specie utilizza l'80% dell'energia totale prodotta, non bisognerebbe stupirsi della concentrazione di città, fabbriche e abitanti in pochi luoghi del Pianeta. Verso i quali nel secondo dopoguerra c'è stato un flusso costante di tre miliardi di persone. La rottura di simmetria fra percezione e realtà diventa un fatto patologico nella misura in cui reagiamo a giganteschi sommovimenti sociali con l'apparato che madre natura ci ha consentito di sviluppare nei tempi lunghissimi dell'evoluzione. La prossima rottura rivoluzionaria rappresenterà una discontinuità profonda, non esauribile in una formula politica tradizionale, per quanto radicale possa essere. Essa richiederà una dinamica fisica in grado di spezzare, oltre alla resistenza della borghesia, una configurazione biologica in lotta con la propria evoluzione: milioni di anni di comunismo originario, poche migliaia di anni da quando sono nate proprietà e classi, ma questi ultimi di potenza devastante.
- Gli enciclopedisti e la rivoluzione europea
"Abbi sempre presente alla mente che la natura non è Dio, che un uomo non è una macchina, che un'ipotesi non è un fatto." Questa raccomandazione di Diderot va integrata con due osservazioni. Con l'una, sempre di Diderot, si afferma che un clavicembalo sufficientemente complesso suonerebbe da solo. Con l'altra, di Laplace, che un'intelligenza infinita saprebbe, ad ogni istante dato, che cosa succederà nell'istante successivo in tutto l'universo. E ancora, una considerazione generale di Diderot sull'Essenza e sull'Io. "Poveri filosofi!" Egli esclama. "Tutto è concatenato, è impossibile che ci sia un vuoto nella catena. Quando chiamerete Individuo una parte del tutto, avrete gettato le basi per un falso. Che cosa è poi un Essere? Nient'altro che una somma di tendenze verso un termine comune. Nascere, vivere, trapassare è solo un cambiamento di forma". È impossibile paragonare l'illuminismo del "buon senso" francese con l'ostico romanticismo tedesco che, come abbiamo visto, privilegia il pensiero rispetto alla materia. Eppure si continua a considerare il marxismo come la sintesi della filosofia tedesca, del socialismo utopistico francese e dell'economia politica inglese, come ha fatto ad esempio persino Lenin in "Tre fonti e tre parti integranti del marxismo".
- Sintomatici consensi
Continua il lavoro iniziato con "La socializzazione fascista e il comunismo" (n+1, n. 42), questa volta puntando i riflettori sugli anni '30 del Novecento e comparando correnti politiche apparentemente contrapposte, che a ben vedere hanno molti elementi in comune. Ci riferiamo in particolar modo al produttivismo di Antonio Gramsci, di cui troviamo traccia in articoli dell'Ordine Nuovo e nelle note su "Americanismo e fordismo" del 1934; e al corporativismo "comunista" di Ugo Spirito, presentato al II Convegno di studi sindacali e corporativi a Ferrara nel 1932. Il tutto si inserisce nel contesto del più vasto movimento internazionale che andava dal tayloristico scientific management (World Social Economic Planning Congress, Amsterdam 1931) alle teorie elaborate in diversi paesi intorno al tema dell'economia programmata. Esauritasi da anni la spinta del movimento rivoluzionario, ad essa andava sostituendosi la grande socializzazione capitalistica del XX secolo.
- Prospettiva di lavoro
Come si diceva la volta scorsa, il nostro compito immediato è quello di dare continuità, formale e sostanziale, nel tempo, al lavoro iniziato quarant'anni fa, sulla base di premesse che risalgono all'inizio del secolo scorso. Terminati i lavori di ristrutturazione, sono già ripresi quelli per l'archivio, la biblioteca e la sistemazione del materiale digitalizzato. Alcuni compagni hanno deciso di fermarsi qualche giorno approfittando della riunione per mettere mano al lavoro. Nessun problema, ce n'è per tutti.
L'incontro è aperto a tutti i lettori, per partecipare scrivere a
L'incontro redazionale potrà essere seguito anche attraverso Skype. Per collegarsi, inviare la richiesta di contatto al nostro account (ennepiuuno). L'inizio delle relazioni è previsto per le ore 9.00 di sabato 22 settembre.