I banchieri centrali europei continuano a credere che per il rilancio della cosiddetta economia reale sia necessaria la creazione di moneta. La Bce ha preso atto che gli interventi di quantitative easing non hanno funzionato, perciò il programma d'acquisto di titoli è stato ampliato di altri 20 miliardi, raggiungendo quota 80 miliardi al mese. Il malato non risponde agli stimoli e per tutta risposta si aumenta la dose.
Nel giro di pochi decenni si è passati dal keynesismo al liberismo dei Chicago Boys, per arrivare al "capitalismo compassionevole" di Matteo Renzi & C. Peccato che il sistema sia in overdose, e non sarà certo una microscopica "distribuzione del reddito" a modificare l'andamento economico. Se anche, per miracolo, l'economia capitalista dovesse ripartire, dovrebbe fare i conti con il capitale fittizio congelato che si precipiterebbe sui settori in crescita provocando dei disastri immani.
Cresce la miseria, e l'economia non reagisce più agli incentivi di governi e organismi sovranazionali. Il capitalismo avrebbe bisogno di un governo unico mondiale, una sorta di fascismo globale 2.0. Ma chi ha l'autorità e la forza per realizzare un così ambizioso progetto?
I capitali sono senza capitalisti e i capitalisti sono senza capitali. Bruno Rizzi e James Burnham a loro modo hanno analizzato l'argomento, il primo nel libro La burocratizzazione del mondo e il secondo in La rivoluzione manageriale. Con l'avvento dei manager e lo sviluppo delle società per azioni quello che conta non è tanto il possesso fisico dei capitali ma il loro controllo. Il tutto è stato sistemato scientificamente dalla nostra corrente in Proprietà e Capitale, testo per noi fondamentale.
Prospettive: dopo una serie di esperienze siamo arrivati a fare un certo lavoro, quello che trova forma nella rivista; la cosa più utile che possiamo fare è sentirci parte di una ben precisa corrente storica e agire in continuità con essa: dobbiamo aspettarci i risultati quantitativi soltanto dalle premesse qualitative. Al momento non ci sono i sintomi di una rottura rivoluzionaria, ma va considerato che i processi storici non sono lineari, specialmente nelle transizioni di fase.
La riunione si è conclusa con alcune considerazioni sulla nuova sede e l'inaugurazione di giugno.