Il complesso e movimentato scenario mediorientale produce strane alleanze. Come quella tra Erdogan e Putin, che, alla guida di paesi nemici da qualche centinaia di anni, sono costretti dalla situazione contingente a stringere accordi. Ed altrettanto strano è il fallito golpe turco, di cui nessuno è ancora riuscito a spiegare a fondo le dinamiche. Intanto nell'Heartland la parte turcofona della popolazione è soggiogata da bande che puntano solo ad arricchirsi, così come in Tagikistan, Kirghizistan o Turkmenistan.
Altrettanto composita è la situazione in Africa, dove ormai da tempo la Cina ricopre un ruolo attivo che incide sul contesto economico e sociale. Componenti di Boko Haram combattono e sconquassano la Nigeria e il Ciad, mentre i milioni di morti nel Congo non fanno nemmeno notizia. In Libia si è passati da una parvenza di stato allo scontro tra tribù per il controllo dei pozzi petroliferi o del traffico di esseri umani. E l'elenco potrebbe continuare a lungo.
Anche dall'altra parte del mondo non mancano le situazioni critiche. Per esempio a Milwaukee, negli USA, dove a causa dei pesanti incidenti avvenuti in seguito all'uccisione di un giovane afroamericano è stato chiesto l'invio della Guardia Nazionale. Difficile ormai tenere il conto delle rivolte che dal 2011 a oggi, da Ferguson a Baltimora, hanno colpito gli Stati Uniti.
La mancanza di controllo da parte dello Stato significa l'impotenza dello stesso. Eppure tarda a scomparire la concezione per cui saremmo in un periodo di interguerra, di preparazione alla guerra classica tra schieramenti netti e contrapposti. Oggi il termine schieramenti significa al massimo tentare di usare le popolazioni come carne da macello, senza preoccuparsi delle conseguenze. Le guerre per procura si trasformano immediatamente in guerre civili perché il capitalismo, essendo un sistema a retroazione positiva, è invecchiato e non può che morire generando uno scenario di guerra endemica.
L'8 agosto scorso, in anticipo rispetto all'anno precedente, è stato raggiunto l'"Earth Overshoot Day". La voracità capitalistica consuma le risorse organiche disponibili scontrandosi inesorabilmente con le possibilità fisiche del sistema-mondo. La produzione di acciaio, diceva la nostra corrente negli anni '50, non può andare oltre un certo numero perché l'uomo non mangia l'acciaio. Superando vistosamente quei limiti la società si è imprigionata in qualcosa di non biologico, non vitale. Raggiunta questa soglia non c'è alcuna possibilità di rivitalizzazione del sistema. Quello che abbiamo sotto gli occhi è ancora capitalismo?