L’uomo e il suo lavoro sono infatti il prodotto di una infinitesima parte dell’energia che il Sole diffonde nello spazio e che, incontrando la Terra, dà luogo al chimismo della vita. Nella società senza classi nessuno si "approprierà", nessuno "pagherà"; in essa risolto razionalmente il rapporto uomo- natura, la specie non avrà bisogno di scindere il lavoro dell’uomo da quello del Sole. Partito Comunista Internazionale, 1953.
L’uomo può ben progettare un’organica sua fusione con l’ambiente, dato che il suo avvenire non sarà certo un ritorno al "paradiso perduto" dell’australopiteco, che rischiava ogni giorno di essere sbranato dai leopardi mentre per parte sua mangiava bacche e larve. Il ciclo agrario è il completo ciclo della trasformazione dell’energia che giunge dal Sole e che, agendo sulla materia, produce una serie di effetti non solo sul cibo dell’uomo – unico elemento preso in considerazione nella limitata ottica antropocentrica – ma su tutta la biosfera in cui l’uomo è immerso. La faticosa coltivazione del grano fa sì che il nostro corpo sia alimentato, a caldo di vita, grazie al trasferimento in esso, dopo cicli chiusi di chimismo in bilancio pari (ai quali rifiutiamo irrazionalmente la nostra carcassa) energia che il Sole irraggia nello spazio e fa pagare tanto poco per la parte che investe la sfera terrestre quanto per quella immensa che viaggia verso i gelidi vuoti interstellari senza trovare schermi. L’uomo e il lavoro del Sole, n+1, numero 5. Mai la merce sfamerà l’uomo.
Prima di tutto tra i bisogni dell’umanità ci sarà quello di non estinguersi troppo in fretta a causa dei processi messi in moto dalle società classiste dato che la nuova società incomincerà finalmente, per la prima volta, a preoccuparsi del futuro della specie in un normale interagire con il mondo di cui fa parte, come ogni altra specie. Solo che l’uomo lo farà secondo un progetto razionale. L’uomo che oggi non ha neppure incominciato a pensare seriamente cosa significhi, in termini ingegneristici, utilizzare appieno il ciclo solare (compresa la bio-massa esistente sulla terra) prima o poi dovrà dunque sviluppare una conoscenza approfondita del ciclo biologico-solare e passare all’utilizzo razionale dell’energia che può offrire - tributo regolare pagatoci sempre dal grande astro - unica fonte disponibile ancora per qualche miliardo di anni e che, per tutto questo tempo giungerà sulla Terra in modo continuo e senza sorprese. Allora sarà invero la natura che ci darà tutto e vivremo non lavorando ma rubando a madre natura. Oggi non esiste rendita per un solo individuo che non sia rubata al lavoro dell’uomo. Neghiamo ai ladri l’alibi della scienza economica: il corpo del reato non l’ho sottratto a nessuno, è dono divino della natura, raggio partito col mio indirizzo dalla Stella di fuoco, roteante e rutilante nel Cielo.
Controllo dei consumi, sviluppo dei bisogni umani, n+1, numero 3. Mai la merce sfamerà l’uomo.