Una società non più comunistica ma non ancora proprietaria e classista: Ebla

Ebla, le cui origini risalgono al III millennio a.C. è conosciuta soprattutto come ricchissima città "commerciale", retta da una monarchia, oculatamente amministrata e capitale di un vasto regno di circa 250.000 abitanti. Ma se guardiamo alla struttura economica scopriamo che il cosiddetto re poteva essere considerato primo fra pari in un gruppo responsabile dell'intera economia basata sulla produzione e distribuzione dei beni, in parte scambiati con altri regni. Il re era tale non per diritto dinastico ma perché scelto a tempo determinato entro tale gruppo; era senza potere nel senso che diamo noi al termine, dato che il suo compito consisteva nell'assicurare la continuità dei meccanismi sociali. Oltre tutto la sua investitura era consentita da una regina che non era sua "moglie" (forse un residuo di matriarcato). Era il garante del benessere della popolazione attraverso 40.000 responsabili di un circuito distributivo capillare. È chiaro che un "distributore" ogni cinque abitanti configura un rapporto diretto tra amministrazione centrale e ultimo beneficiario della distribuzione, verosimilmente i capo-famiglia.

Perché Ebla è importante: incredulità, rifiuto, addirittura accuse di falso dovuto a tombaroli siciliani.

La prova di Chicago (we are shocked)

Perché hanno isolato l'epigrafista che ha tradotto i testi (storia del Medio Oriente tutta da rifare)

Metodo Morgan/Engels: riti, cerimonie, parentele di una certa società possono non essere in relazione con la struttura sociale esaminata; sono anzi quasi sempre espressioni di una struttura antica, conservata e tramandata con modifiche ecc.

A Ebla le difficoltà di comprensione incominciano con la scarsità di informazione: la città è nominata in diversi documenti di altre civiltà, ma nessuono aveva idea di dove fosse e quanto fosse importante.

All'inizio la missione archeologica italiana credeva di avere a che fare con una città sconosciuta.

Perché questo oblio? Immaginiamo potenti regni proto statali, patriarcali e bellicosi, abituati a descrivere sé stessi amplificando le proprie "qualità" e immaginiamo una città "mercantile" che intrattiene rapporti con tutti i potenti ma scrive poco o niente di sé stessa e soprattutto mette addirittura in ombra i propri sovrani, non nominandoli mai con nome ma solo con la dicitura "il sovrano di Ebla".

Non vi sono a Ebla documenti celebrativi dei sovrani.

A Ebla si parlava una variante delle lingue semitiche dell'area, ma si scriveva con caratteri cuneiformi sumeri e tradizionalmente il sovrano era chiamato "lugal". Negli scritti ritrovati (archivio con 17.000 tavolette e frammenti) il sovrano è chiamato "en".

"En" non è attestato nella Mesopotamia coeva (2400 a.C.) ma compare nella ben più antica Uruk, cosa che potrebbe spiegare alcuni "misteri" della struttura sociale eblaita, come vedremo.

Uno studio comparativo sulle datazioni in uso nella Mesopotamia permette di identificare alcuni standard (es: anno 5 di Sargon, oppure terzo anno dalla battaglia di lagash, ecc.), ma a Ebla la numerazone riguarda gli anni di regno del sovrano ma a ritroso (es. : 5 anni alla fine del regno di Embrium).

Ciò ha richiesto una spiegazione, altrimenti si doveva pensare a un errore di traduzione. Pettinato conclude che la sovranità eblaita non era per successione dinastica ma tempo determinato.

Ciò comportava la ricerca di prove e spiegazioni ulteriori: Ebla rivela con chiarezza strutture sociali che nessuno immaginava per la Mezzaluna fertile. Pettinato ipotizza che sia da riscrivere tutta la concezione ereditata dall'archeologia ottocentesca.

Ciò sarebbe in linea con le nostre ipotesi mutuate da Morgan/Engels.

Quindi "en" come sovrano a tempo. "Lugal" compare ma a designare 14 personaggi responsabili di una qualche funzione pubblica.

Curioso il fatto che l'appellativo "colui che è preposto" (malikum) nel senso di "esercitare la sovranità" non è mai riferito al sovrano ma alla sovrana.

Ciò non deve stupire: la società eblaita aveva ancora tracce di matriarcato, a differenza del resto della Mezzaluna Fertile (o si tratta di interpretazioni ottocentesche?) tanto che nella distribuzione delle razioni alimentari e dei beni, la donna era equiparata agli uomini e in certi casi privilegiata.

Distribuzione pubblica di alimenti e beni?

Il "re" e la "regina" a Ebla pagavano i tributi come tutti.

Nota: struttura aperta dei "palazzi reali", assemblee pubbliche.

Dunque: il sovrano era scelto fra i responsabili della "economia" eblaita, quindi "eletto" a tempo (primus inter pares), ma la regalità la portava la donna, che la trasferiva a lui. Grande importanza, poi, aveva la Grande Madre, cioè la nonna del sovrano, che decideva la primogenitura in famiglia.

Importante: tracce archeologiche ed epigrafiche suggerirebbero che la prima distruzione di Ebla fosse dovuta a una rivolta. Era successo, infatti, che il potente sovrano Ebrium designasse a successore il figlio Ibbi Sipis volendo forse dare inizio a una dinastia, come altrove, e quindi volando la tradizione elettiva. Ibbi non diventò mai sovrano.

La connotazione en per sovrano è superiore a quella di lugal. In una comparazione fra Ebla e Uruk (più antica) risulta che il sovrano di entrambe le città era una figura universale, cioè "regnava" su di un'area sovranazionale. Quindi non città-tempio, non città-stato ma proto "imperi" come la Lega sumerica.

Tutto ciò ancora in ambito di immediato post comunismo originario è davvero sorprendente.

Economia e amministrazione. Ebla era una società di produzione-distribuzione con magazzini per l'ammasso delle derrate e di altri beni dai quali veniva prelevata una quantità mensile indifferenziata da assegnare alle famiglie, compresa quella reale. Il nome di "impero commerciale" non è ovviamente adatto, ma certo il surplus era abbondante e ciò permetteva uno scambio conseguente.

Lo scambio avveniva tramite comparazione con un equivalente generale virtuale. Non è infatti possibile che la quantità di oro e argento accumulato (parecchie tonnellate all'anno) consistesse in metallo monetato (nascerà 2000 anni dopo).

L'abbondanza della produzione e del surplus scambiabile garantiva al momento della massima espansione un livello di vita elevato a circa 250.000 persone.

(Traccia svolta durante il 62° incontro redazionale)

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