Il romanzo da cui trae ispirazione Dyer-Witheford, Red Plenty ("Abbondanza rossa") di Francis Spufford (2010), tratta il fallimento economico-politico dell'URSS. Tale romanzo può essere letto come un ammonimento che, evocando le sconfitte sovietiche, ci ricorda che il capitalismo rimane l'unico sistema possibile ("non c'è alternativa"); oppure, al contrario, come un ricordo di potenzialità non realizzate, non limitandosi a sussurrare lo slogan "un altro mondo è possibile", ma ripetendo quello che David Harvey identifica come la più valida e sovversiva possibilità di "un altro comunismo".
Hayek e Von Mises della scuola economica liberista austriaca, scrivevano le loro teorie negli anni Quaranta e criticavano la pianificazione dell'economia adducendo che solo il mercato attraverso il sistema dei prezzi, per Smith la famigerata mano invisibile, può regolare il flusso di prodotti in una società articolata e complessa. Tutti i sistemi sociali, essi riconoscevano, hanno bisogno di una qualche forma di pianificazione delle risorse. Il mercato, tuttavia, crea un piano non coercitivo, esteso, spontaneo ed emergente, ciò che Hayek chiama "catallaxy". I prezzi forniscono un segnale sinottico, astratto di esigenze e condizioni eterogenee e mutevoli, a cui l'investimento imprenditoriale risponde. Una economia pianificata, al contrario, deve essere dispotica e poco pratica, in quanto il calcolo di una distribuzione ottimale delle risorse limitate dipende da innumerevoli conoscenze locali sulle necessità di consumo e le condizioni di produzione, che nessun metodo di contabilizzazione centrale potrebbe valutare. Oggi lo sviluppo delle forze produttive e la potenza di calcolo hanno raggiunto livelli immensamente superiori rispetto a quelli a disposizione degli scienziati e sistemisti dell'Unione Sovietica. L'autore riprende questo dato per sottolineare come da un punto di vista tecnologico il cosiddetto "calcolo socialista", fallito nell'URSS, sarebbe oggi superabile.
E' evidente che, per esempio, l'attuale meccanismo di feedback incrociati che avviene con l'uso di massa dei social network, per cui ogni elemento interagisce con il tutto, potrebbe trovare degli utilizzi in una società svincolata dalla legge del valore. Attraverso gli agenti software automatici, oggi adoperati nel settore finanziario del trading ad alta frequenza dove fungono da agenti economici, si potrebbe automatizzare il meccanismo metabolico, dando vita ad una società-organismo che conosce se stessa ed i propri bisogni in tempo reale. Vigenti gli attuali rapporti economici il tutto è ostacolato e assorbito dal capitalismo, ma lo stesso capitalismo è costretto a negare continuamente sé stesso. Gli agenti software sono entità complesse programmate capaci di agire con un certo grado di autonomia per conto di un utente o di un altro programma. Tali agenti esprimono compiti di direzione verso degli obiettivi; possono attivare se stessi, valutare e reagire al contesto, esibire aspetti dell'intelligenza artificiale, come l'apprendimento, e possono comunicare e cooperare con altri agenti.
Nell'articolo preso in esame c'è un passaggio dove si tocca anche il movimento dei maker che cercano in un certo senso di riappropriarsi dei mezzi di produzione creando oggetti, ad esempio, con stampanti 3D, progettati in modalità open-source. E' chiaro che una produzione parcellare del genere sarebbe inefficiente e comporterebbe uno spreco di risorse fisiche e tempo sociale medio di lavoro, ma il fenomeno è sintomatico del bisogno diffuso di una produzione, non solo immateriale, che sfugga ai meccanismi di alienazione del capitalismo.
Si accenna anche all'attualità della Critica del programma di Gotha di Marx, ed in particolare ai buoni lavoro, dove scompare l'appropriazione di plusvalore e si accantona solo una parte di questo a fini sociali:
"... il lavoro sarebbe retribuito con buoni di lavoro; un'ora di lavoro potrebbe essere scambiata per merci che richiedono, facendo un media socialmente, un tempo equivalente a produrle. I certificati sarebbero estinti in questo scambio, non circolerebbero e non potrebbero essere utilizzati per la speculazione. Siccome ai lavoratori sarebbe pagato il valore sociale completo del loro lavoro, non ci sarebbero i profitti dei proprietari, e non ci sarebbero capitalisti a dirigere l'allocazione delle risorse. I lavoratori sarebbero tuttavia tassati per costituire un serbatoio di tempo di lavoro disponibile per gli investimenti sociali realizzati da commissioni di pianificazione il cui mandato sarebbe fissato da decisioni democratiche su obiettivi sociali generali."
In molti settori, grazie alla robotizzazione e all'automazione galoppanti si potrebbe già bypassare questa fase di "comunismo inferiore" e produrre beni senza limiti passando al regno dell'abbondanza. Per Dyer-Witheford ci vorrebbe comunque una pianificazione, non solo come controllo e conoscenza dei meccanismi metabolici sociali, ma per gestire razionalmente le risorse e i beni del pianeta. Il rovesciamento della prassi viene quindi concepito non solo come l'abbattimento dello Stato e l'abolizione delle classi, ma come ritrovato equilibrio dinamico tra la specie e le risorse naturali.
Nell'articolo Uno spettro si aggira per la Rete, ci sono dei punti in comune con quanto scritto in Red Plenty Platforms, come l'accenno ai Grundrisse e ai potenziali anticipati. Ormai il lavoro socializzato è talmente sviluppato che sempre più ricercatori si interrogano intorno al rovesciamento della prassi anarchica propria del capitalismo. Per esempio, i sostenitori del Venus Project non immaginano produzioni locali ma una organizzazione complessiva della produzione, attraverso sensori e detector distribuiti nella società che permettano all'organismo sociale di controllare se stesso. Le macchine assomigliano sempre più a strutture biologiche e ciò che è biologico sta subendo varie forme di manipolazione e ingegnerizzazione. Il mondo che abbiamo creato è diventato così complesso che ora dobbiamo rivolgerci alla natura per imparare a gestirlo, il nostro futuro è tecnologico, ma non sarà un mondo di grigio acciaio. Al contrario il nostro futuro è diretto verso una civiltà neo-biologica poiché a livello sociale si sta formando un organismo bio-cibernetico aperto, in grado di assorbire informazione e di filtrarla:
"La tesi che vogliamo sostenere è che gli attuali rapporti di produzione stanno realizzando concretamente quelli che sembravano solo potenziali anticipati. Ovviamente solo la società futura potrà dispiegare queste anticipazioni, ma il partito rivoluzionario dovrà tenerne conto assai prima della rottura rivoluzionaria. La tecnologia in sé non vuol dire nulla, quello che conta è lo sconvolgimento delle vecchie concezioni politiche di partito, perché il "movimento reale" impone quella di partito-comunità umana, la Gemeinwesen del futuro che dovrà operare già nel presente". (Uno spettro si aggira per la Rete)
Siamo già in un sistema che si autoregola con degli agenti di rovesciamento della prassi. È vero che il riferimento a Walmart e la descrizione di cosa significhi quella logistica assomiglia a ciò che abbiamo descritto in Immaginate una fabbrica e in altri lavori; ma l'ampiezza del fenomeno, con tutti quei numeri dimostra che il processo è diventato "neuronale". Tutto questo è un riflesso della realtà materiale sul cervello dell'autore. Il cervello tecno-sociale si sta dando una bio-struttura alla Kevin Kelly, il "prodotto" assomiglia sempre più al "nato" e vi si compenetra. O, per dirla alla De Rosnay, siamo al "cybionte" realizzato.
L'esempio della Walmart è calzante: è un'organizzazione produttiva immensa che nessuno potrebbe controllare, e infatti si controlla da sé con una serie di operazioni elementari: un sistema neuronale con funzioni differenziate dove vengono attivate sinapsi e partono stimoli a tutta la rete aziendale. Siamo alla realizzazione all'interno della vecchia società di elementi embrionali di quella futura. Il fatto che ci siano capitalisti senza capitale e capitale senza capitalisti dimostra la non esistenza potenziale del capitalismo stesso. La scienza moderna ha sconvolto tutto e non è strano rintracciare questi fenomeni nei nostri testi. Se leggiamo le Tesi di Roma del 1922 alla luce di questi lavori vediamo delle potenti anticipazioni del futuro: c'è sempre il richiamo all'organicità e compare più volte l'esigenza di paragonare la genesi e lo sviluppo dell'organismo partito ai processi biologici. Insomma, qualsiasi tipo di organizzazione comunista non può essere al di sotto di quanto descritto in Red Plenty Platforms.
Le potenzialità intrinseche del partito a venire sono già descritte nei classici, in Marx nel capitolo sulle macchine dei Grundrisse, nell'Imperialismo di Lenin nel passaggio sull'involucro e il contenuto, e abbiamo tanti altri esempi nei testi della Sinistra Comunista "italiana".
Si è poi passati ad analizzare la situazione del debito pubblico, soprattutto dei paesi europei e degli Usa. Fino ad ora gli stati hanno gestito al loro interno il debito, adesso si ricorre a creditori esterni come la Cina che acquista miliardi di dollari di debito americano. Nelle crisi uno degli effetti più immediati e clamorosi è la cancellazione di capitale in eccesso. In questa crisi il capitale non viene cancellato, l'immensa massa di valore fittizio non è stata sfiorata. Questo significa che i provvedimenti dei mostri statali vanno ad ingigantire il debito pubblico. Fino a quando può durare una situazione del genere? Se salta il sistema del debito, fatto di una serie di interessi incrociati tra un paese e l'altro, ci sarà di sicuro una catastrofe mondiale. Ci siamo occupati più volte di questi temi: mentre la Cina e alcuni paesi emergenti vedono una crescita del PIL, il resto del mondo è in crisi. E se il salario si regola in base al suo valore, è altresì vero che la circolazione delle merci, la produzione industriale e il debito diventano sempre più difficili da gestire. Il sistema capitalistico sta diventando altra cosa: non ci sono variazioni significative nell'andamento dei mercati finanziari perché sono congelati milioni di miliardi di dollari, ma non possono rimanere congelati lì per sempre, anche perché un capitalismo che non si valorizza non ha ragione di essere.
Non è mancata una breve riflessione sulla situazione in Val di Susa: lo Stato cerca di eliminare il senso di comunità dividendo il movimento tra buoni e cattivi, ma come può farlo visto che tutti i valligiani subiscono la militarizzazione crescente del territorio? Tutte le volte che si acuisce lo scontro tra forze dell'ordine e attivisti No Tav, ci sono sempre delle assemblee molto partecipate. Lo Stato è impotente e l'escalation repressiva continua senza sosta. D'ora in poi gli ingressi abusivi nei cantieri di Chiomonte "saranno puniti con la sanzione più rigorosa prevista per le illecite introduzioni in luoghi di interesse strategico" e cioè con il carcere. Verrà anche ampliata la cosiddetta zona rossa del cantiere di Chiomonte e le misure di sicurezza si estendono anche ai nuovi cantieri che saranno aperti nei prossimi anni. E così la Val di Susa diventerà un territorio diviso da zone verdi e zone rosse come nell'Iraq post-occupazione. Tutta l'infrastruttura logistica che sostiene le truppe di occupazione ha dei costi notevoli, la popolazione locale è arrabbiata e si prefigura un'opposizione sempre più netta che vede lo Stato da una parte e la popolazione dall'altra. Quello che era il mezzo (comunità-contro) per fermare la realizzazione della grande opera diventa il fine. Occupy Gezi insegna.