Quest'anno Wikipedia ha compiuto 12 anni e contemporaneamente superato il milione di voci in italiano. Per quel che riguarda la versione in lingua inglese, gli utenti attivi che contribuiscono e collaborano alla stesura delle voci sono in diminuzione: il numero di editori ha raggiunto un picco nel 2007 (più di 51.000) ed è in discesa da allora, raggiungendo la scorsa estate la cifra di 30.000 utenti. Anche il numero delle nuove voci è in calo: come un qualsiasi organismo vivente, ha seguito una curva di crescita che all'inizio è stata esponenziale, ha raggiunto poi un punto di flesso e adesso continua con andamento asintotico. Da un punto di vista generale, esistono altre piattaforme wiki a cui viene dedicato tempo e lavoro, prima fra tutte Wikidata, un progetto di centralizzazione a cui tutte le wiki possano accedere: l'intento è quello di creare un database di conoscenze libere sul mondo che possa essere letto e modificato tanto dagli umani quanto dalle macchine, e che possa fornire dati a tutte le versioni linguistiche dei progetti Wikimedia, in modo simile a quanto fa Wikimedia Commons per i file multimediali.
"Dicono che Wikipedia si è burocratizzata, che i suoi membri hanno problemi di convivenza, che si abbassa il numero dei redattori regolari, che sta diminuendo l'attività di compilazione delle voci. Nelle società decadenti la burocrazia è un fenomeno endemico: da utile organizzatore collettivo diventa una piovra che si autoalimenta. Ovviamente ogni organizzazione in questa società non può fare a meno di avere rapporti con il denaro, lo stato, il fisco, ecc. quindi anche Wikipedia non può fare a meno di assomigliare a un'azienda. Niente di strano, semmai c'è da stupirsi che dopo 12 anni l'enciclopedia esista ancora." (n+1, Un milione di voci)
In effetti Wikipedia non è solo un'enciclopedia digitale che ha fatto fuori le enciclopedie di carta, è una delle manifestazioni pratiche del movimento reale che abolisce il capitalismo. Non è un individuo, è un fenomeno sociale, un'intelligenza collettiva. All'interno di questa società si possono già osservare categorie inerenti a quella futura, basta saper esplorare il futuro senza lasciarsi fagocitare dal presente. Quando si manifesta un'intelligenza collettiva deve cambiare qualcosa nella società, come avvenne, per esempio, quando fu "inventata" la scrittura: il passaggio dalla trasmissione orale a quella scritta ha consentito di immagazzinare informazione in alcuni punti della società affinché milioni di persone potessero successivamente accedervi. La rivoluzione informatica ha pari importanza: attraverso lo sviluppo delle reti e l'aumento di potenza dei processori, la società nel suo complesso ha sviluppato forze produttive che stanno trasformando velocemente i rapporti sociali. Per ora il capitalismo non è in pericolo se non a causa di se stesso, ma si fa strada la convinzione che possa non essere l'unica forma sociale possibile.
Come intuisce Baricco in uno scambio epistolare con Scalfari sul tema dei "nuovi barbari", il mondo dell'intelligenza collettiva sta prendendo il sopravvento sulla somma delle stupidità individuali. E' in corso una mutazione che sta portando a una nuova civiltà: "... il sistema di pensiero dei barbari sopprime il luogo e il mito della profondità. Non elimina il senso, ma lo ridistribuisce su un campo aperto che solo per comodità definiamo ancora superficialità, ma che in realtà è una dimensione per cui non abbiamo ancora nomi, e che comunque ha poco a che fare con la superficialità intesa come limite, come soglia inattraversata del senso delle cose, come facciata semplicistica del mondo." (Alessandro Barrico, Il mondo senza nome dei nuovi barbari)
La polverizzazione della conoscenza, facilitata dall'avvento di Internet, è una potenza distribuita a rete, un cervello sociale all'opera. Per Scalfari invece, la vera conoscenza è quella depositata nel cervello dell'intellettuale.
Il general intellect evolve e anche in questo ambito si manifesta la lotta di classe. Ad esempio nell'ambiente del Peer to Peer (P2P) si formano diatribe feroci tra movimenti per il software completamente libero (open non è free) e gruppi riformisti. Il nostro lavoro è quello di seguire i caratteri del movimento che abolisce lo stato di cose presente e metterci in sintonia con esso. Nel nostro piccolo, siamo passati dal classico sito "contenitore" a una piccola rete di siti. Questa modalità di crescita assomiglia molto a quello che la nostra corrente chiamava centralismo organico.
Partendo da queste basi, da una società altamente cibernetica, possiamo intuire come potrebbe svilupparsi un futuro scenario di rivoluzione, e quindi la formazione di un organismo politico che diriga il cambiamento sociale? Per rispondere a questa domanda non dobbiamo pensare alla riproposizione della presa del Palazzo d'Inverno, ma piuttosto allo sviluppo di reti sociali che si organizzano su basi diverse da quelle di una volta. L'immagine è quella di miliardi di atomi sociali collegati per mezzo di piattaforme globali, magari di una serie di rivolte di massa sincronizzate a livello mondiale sulla scia della Primavera araba, ma senza obiettivi di basso livello come la caduta di un dittatore oppure di un governo. Milioni di uomini non si sentono rappresentati dalle istituzioni e dai partiti attuali e, da un momento all'altro, potrebbero nascere comunità in grado di anticipare le forme della società comunista. L'individuo-molecola trova le connessioni adatte e passa dall'alienazione al senso di appartenenza, si aggrega, si polarizza, si fa organismo nuovo e completo. Il quale diventa per questo stesso motivo il principale nemico della forma attuale, anzi, l'unico vero nemico.
La teleconferenza è proseguita con il commento delle ultime notizie sulle intercettazioni compiute dalla National Security Agency ai danni del resto del mondo. Da quanto si apprende dai giornali, le telefonate ascoltate e immagazzinate sono milioni, una quantità di informazioni tale che si fatica a comprendere come possa essere gestita. Probabilmente oltre alla questione politica conta anche l'aspetto economico. Si tratta infatti di un'operazione in grande stile di spionaggio industriale, messa in atto, con mezzi tecnologici all'altezza dei compiti, per raccogliere dati-bit che hanno un prezzo di mercato in quanto merci e un valore politico in quanto necessari a mantenere il controllo globale. Chi ne colleziona di più, e soprattutto sa leggerne il significato, controlla il mondo. Le "campagne di denuncia" di leniniana memoria contro i misfatti del sistema sono ormai condotte dalle molteplici fazioni della borghesia in lotta l'una contro l'altra.
A tal proposito, dal fronte politico italiano, Beppe Grillo propone l'impeachment per il presidente Napolitano, reo di aver violato la Costituzione repubblicana: "Napolitano - si legge in un post firmato dal M5S di Camera e Senato - si è riunito insieme a 5 rappresentanti della maggioranza per decidere la legge elettorale. (...) Non accetteremo mai una legge elettorale decisa dal garante dei partiti che hanno distrutto l'Italia negli ultimi vent'anni. Non accetteremo mai un Napolitellum. Napolitano è ormai oltre la democrazia e oltre la Costituzione. Presenteremo al più presto la richiesta di impeachment per Napolitano".
La traiettoria politica del Movimento 5 Stelle è veramente interessante. I grillini, sull'onda di un programma politico "alternativo", si sono presentati alle scorse elezioni raccogliendo quasi nove milioni di voti. Una volta entrati in parlamento sono stati fagocitati dallo stesso e, nel giro di pochi mesi, sono diventati come gli altri, finendo per fare i moralisti e difendendo la democrazia dai costosi cialtroni parassiti. E mentre chiacchierano di leggi elettorali e si scontrano sulle proposte di legge, i dati economici dimostrano che il malato Italia non ha scampo.
La disoccupazione ha toccato livelli massimi: 6 milioni di disoccupati, quasi tutti giovani, ovvero il 25% della popolazione in grado di produrre e, comprendendo bambini e anziani, il 10% della popolazione nazionale. Un esercito di schiavi che in qualche modo il Capitale è costretto a sfamare, ma per quanto potrà reggere? Il PIL dall'inizio della crisi (2007) è caduto del 9% (11% pro capite), si tratta del peggior dato da quando l'Italia esiste e infatti dal 1929 al 1934 era caduto solo del 5%. E' esclusa una ripresa prima del 2015, e pure se si avverasse tale profezia e il PIL crescesse al livello degli anni '90, nel 2021 recupereremmo appena il livello del 2007. Ma la situazione critica è anche dovuta al debito collocato a basso prezzo per sostenere la spesa improduttiva, perciò ci vorrà più tempo di quello preventivato per recuperare il rendimento del sistema. Prima dell'euro si poteva ricorrere a svalutazioni competitive, adesso si svaluta semplicemente il salario e si licenzia per recuperare competitività. Le cifre in ballo con le ultime manovre governative, poche centinaia di milioni di euro, sono ridicole in confronto a quelle che sarebbero necessarie e stando così le cose, gli investitori esteri scappano o comprano le aziende portando via i profitti. L'aumento della tassazione progressiva non dà più gettito perché sono troppi i poveri e troppo pochi i ricchi. Infine dall'Europa non arrivano politiche di sviluppo, ma solo diktat sui "sacrifici".
Un quadro d'insieme indicativo di una situazione al limite del collasso. Il Titanic galleggia ancora. L'iceberg si fa più vicino.