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  • Resoconto teleriunione  15 novembre 2016

L'ape e l'architetto

La teleconferenza di martedì, presenti 15 compagni, è iniziata commentando l'esito delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti.

In molti hanno affrontato la vittoria di Donald Trump dal punto di vista puramente politico-giornalistico: la costruzione del muro al confine con il Messico, la politica sugli immigrati, la rinegoziazione dei trattati economici internazionali (Tpp e Nafta). L'Economist ha invece analizzato quanto accaduto in termini sistemici e ha delineato per il futuro del mondo scenari allarmanti, non solo a causa dell'elezione dell'impresentabile miliardario quanto per il fatto che gli Usa hanno ormai perso la leadership mondiale.

Gli Stati Uniti sono da sempre isolazionisti a senso unico, ovvero non accettano intrusioni politiche. L'hanno ribadito durante gli ultimi incontri per il TTIP, rifiutando ogni proposta avanzata dagli europei. In un articolo apparso su Repubblica, Merci, investimenti e debito pubblico, quel triplo nodo tra Cina e Usa, si evidenziano i legami strettissimi che intercorrono tra le due maggiori potenze mondiali: "Nel 2016 il Dragone ha investito oltre 70 miliardi per acquisire aziende americane e controlla 1.200 miliardi di titoli di Stato Usa". Pechino detiene la più grossa parte del debito americano e questo circolo vizioso non potrà essere spezzato dall'elezione di Trump. Se guardiamo al rapporto fra USA e Cina, l'unico paese che al momento potrebbe, teoricamente, aspirare alla successione nella serie capitalistica, notiamo che rispetto al passato il flusso di capitali ha invertito la sua direzione: non va più dalla potenza in declino verso il paese emergente ma, al contrario, è quest'ultimo a finanziare il primo. Di conseguenza non c'è nessuna possibilità per la Cina di autonomizzarsi del tutto dal dollaro.

Nei discorsi pronunciati subito dopo le elezioni, il nuovo presidente è parso molto cauto. Anch'egli, come tutti quelli che l'hanno preceduto, sarà comunque costretto a fare quello che deve fare: obbedire agli ordini del Capitale. Resta il fatto che negli States nulla sarà come prima e la polarizzazione sociale non farà che crescere. Appena è circolata la notizia della vittoria del tycoon, centinaia di manifestanti sono scesi in strada dando luogo, a Los Angeles, Chicago, New York e Portland, a proteste e sit-in; la polizia, in tutta risposta, ha sparato lacrimogeni e proiettili di gomma per disperdere la folla che bloccava autostrade e incroci. Il Ku Klux Klan ha invece annunciato una manifestazione per celebrare la vittoria di Trump. Ritornerà in piazza il movimento Occupy?

Si è passati poi a commentare alcuni articoli sull'intelligenza artificiale nell'ottica della nostra teoria rivoluzionaria della conoscenza.

Molte volte viene fatta confusione tra intelligenza artificiale (a base silicio) e umana (a base carbonio). Il famoso test di Turing ha stabilito che si può parlare di AI quando un operatore umano di fronte ad un terminale non riesce a capire se è collegato con un altro essere umano o con un programma. Oggi siamo arrivati al punto in cui un computer è in grado di battere il campione internazionale di scacchi e sono molti ormai i campi di applicazione in cui le macchine sono più potenti e capaci dell'uomo: volano da sole, spostano pesi immensi, connettono il pianeta, ecc.

Alcuni scienziati sostengono che è possibile determinare la coscienza. Per esempio Giulio Tononi, che nel suo Come si misura la coscienza significativamente afferma: "Perché fare non è essere, ed essere è essere coscienti."

Premesso che per misurare la coscienza bisognerebbe disporre di una coscienza a livello superiore rispetto a quella attuale, per noi comunisti, almeno da Engels in poi, è esattamente il contrario: è il lavoro che produce la coscienza. La natura produce l'uomo che non è altro che un espediente della stessa per darsi memoria e conoscenza. Sia la produzione del primo utensile che il passaggio dal regno delle necessità a quello delle libertà mostrano a livello frattale che il progetto, per noi il rovesciamento della prassi, è di specie e riguarda l'intero ciclo evolutivo dell'uomo-natura. Per quanto al momento in forma alienata, la natura trasforma sé stessa giungendo all'industria tramite l'uomo, perciò "la vera natura antropologica" è il complesso natura-uomo-industria.

"Ciò che, fin dapprincipio, distingue il peggiore architetto dalla migliore ape è il fatto di aver costruito la cella nella propria testa prima di costruirla in cera. Al termine del processo lavorativo, si ha un risultato che era già presente all'inizio nella mente del lavoratore; che, quindi, esisteva già come idea. Non è che egli si limiti a produrre un cambiamento di forma nel dato naturale; realizza in esso, nel medesimo tempo, il proprio scopo, uno scopo ch'egli conosce, che determina a guisa di legge il modo del suo operare, e al quale egli deve subordinare la propria volontà" (K. Marx, Il Capitale, Libro I, cap. V).

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    La teleriunione di martedì sera è iniziata con alcune considerazioni riguardo la produzione di autovetture elettriche.

    Il colosso cinese BYD ("Build Your Dreams") ha superato Tesla di Elon Musk in numeri e fatturato, attestandosi come primo produttore di auto elettriche al mondo. BYD sta costruendo a Zhengzhou una fabbrica di 130 kmq (una superficie maggiore di quella di Napoli), che impiegherà circa 90mila lavoratori e conterrà al proprio interno tutto il necessario per la costruzione delle automobili: dalla produzione di batterie, motori e carrozzerie, fino alle abitazioni per i dipendenti e alle aree per lo svago. La Cina ha la necessità di sviluppare il mercato interno, dato che negli ultimi anni la sua crescita è dipesa dalle esportazioni; ora si sta preparando per far fronte ai dazi e alle barriere doganali.

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    La Cina ha attraversato una lunga guerra di liberazione nazionale (1927-1950) durante la quale la tattica del fronte unito con il Kuomintang, lanciata dal PCC in funzione antigiapponese, portò prima al disarmo e poi al massacro dei comunisti. In seguito alla vittoria della rivoluzione borghese, si rese necessario sviluppare il mercato interno e l'industria; la storia del capitalismo è la storia dell'assoggettamento della campagna alla città. Con la fine degli anni '70 si chiuse un'epoca e si aprì la strada ai finanziamenti esteri che, con le riforme, trasformarono completamente il paese (Deng Xiaoping: "arricchirsi è glorioso"). Il processo di accumulazione originaria, che nei paesi occidentali ha impiegato decine e decine di anni per compiersi, in Cina avviene bruscamente, portando con sè profondi disastri ambientali e sociali. Lo sradicamento dei contadini dalle zone rurali provocò migliaia di rivolte, soffocate con la forza dall'esercito.

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Rivista n°56, dicembre 2024

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Editoriale: I limiti dell'… inviluppo / Articoli: Il gemello digitale - L'intelligenza al tempo dei Big Data - Donald Trump e il governo del mondo / Rassegna: Il grande malato d'Europa - Il vertice di Kazan - Difendono l'economia, preparano la guerra / Recensione: Ciò che sembrava un mezzo è diventato lo scopo / Doppia direzione: Il lavoro da svolgere oggi - Modo di produzione asiatico? - Un rinnovato interesse per la storia della Sinistra Comunista - Isolazionismo americano post-elettorale?

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Newsletter 245, 19 gennaio 2022

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