Durante la teleconferenza di martedì sera, a cui si sono collegati 14 compagni, abbiamo discusso di automazione e disoccupazione tecnologica.
Nell'articolo "La fine del lavoro", pubblicato sul blog di Beppe Grillo, vengono riproposti i temi sviluppati nell'omonimo saggio di J. Rifkin del 1995, con una particolare attenzione alle trasformazioni avviate dalla terza rivoluzione industriale. Se la prima ha visto l'introduzione di macchinari nell'agricoltura e la seconda l'automazione nell'industria, nell'ultima la grande protagonista è la tecnologia dell'informazione. Scrive Grillo: "Il fattore sconvolgente è sicuramente Internet, mai si era visto uno sviluppo così veloce e massivo. Tutto il sistema lavorativo è stato totalmente trasformato e non solo il lavoro, ma anche la nostra vita. Internet è il sistema pervasivo per eccellenza. Questa terza rivoluzione ha ridotto notevolmente la forza lavoro necessaria."
In un altro testo, "Benvenuti nel Futuro al Qubit", il guru genovese descrive le lampanti contraddizioni del nostro tempo, sostenendo che il "benessere moderno è incontrollato e sta creando due enormi piaghe, disoccupazione e disuguaglianza. Questi due mali stanno distruggendo la nostra società nonostante la nostra economia continui a crescere. Siamo tutti più poveri in un mondo più ricco. Questo vuol dire che il benessere continua ad aumentare lì già dove è presente, e il resto della popolazione si inabissa in una povertà senza fine. Non è questo il mondo che vogliamo." Sembra quasi di sentir parlare un attivista di Occupy Wall Street.
La teleconferenza di martedì sera, presenti 12 compagni, è iniziata dalla lettura di un passo dall'articolo "In senso lato e in senso stretto":
"Può esservi teoricamente una rete senza legami forti, ma una rete senza legami deboli è impensabile. Per usare la terminologia di Lenin, il partito in senso stretto è una rete a legami forti; con lo sviluppo dei legami deboli verso la classe abbiamo il partito in senso lato."
Attraverso i siti, la corrispondenza, i social network, riceviamo riscontri positivi al lavoro che da anni portiamo avanti e più in generale notiamo un certo interesse nei confronti della Sinistra Comunista "italiana". Tale "attenzione" è probabilmente dovuta all'aggravarsi della crisi da una parte, e dall'altra al farsi sempre più evidente delle anticipazioni di organizzazione comunistica futura. Grazie alla Rete, il patrimonio storico della corrente cui facciamo riferimento si apre al mondo e si universalizza.
La teleconferenza di martedì, presenti 14 compagni, è iniziata commentando alcune notizie sullo sviluppo dell'intelligenza artificiale (IA).
Il fondo di investimenti Bridgewater, il più grande al mondo, ha annunciato di essersi affidato quasi completamente a sistemi automatici di elaborazione per gran parte delle sue attività, dalla gestione quotidiana degli investimenti all'organizzazione del personale, fino alle assunzioni ed ai licenziamenti. Al di là dei facili entusiasmi, nessuno sembra accorgersi che introducendo automi e software si escludono irreversibilmente gli umani dal ciclo produttivo; IA, robot, automazione, nonostante la potente coltre di nebbia ideologica che li avvolge, sono i sintomi evidenti della società futura, quelli ben descritti in Traiettoria e catastrofe:
"Al macero le leggi del valore, dello scambio equivalente e del plusvalore: con la loro caduta nel nulla cade la forma stessa di produzione borghese. Le prime valgono fino a che la seconda vive, e quando la scienza e la tecnologia, per quanto secolare monopolio di classe, le infrangeranno, non sarà che l'esempio supremo della rivolta delle forze produttive contro le forme che devono crollare. Questa dottrina dell'automatismo nella produzione si riduce a tutta la nostra deduzione della necessità del comunismo, fondata sui fenomeni del capitalismo".
La teleconferenza di martedì sera, presenti 16 compagni, è iniziata commentando la vittoria di Syriza in Grecia e il radicamento di Podemos in Spagna. Nei prossimi giorni sono previste iniziative di solidarietà alla Grecia in tutta Europa; il governo di Atene chiama, i sinistri rispondono. E' impressionante il livello di omologazione dei movimentisti, sempre pronti a combattere per... un altro: "Partigiano è chi, per fede, per dovere o per soldo, combatte per un altro. Militante del partito rivoluzionario è chi combatte per sé e per la sua classe. La ripresa rivoluzionaria dipende dal poter elevare una barriera tra il metodo demoborghese della lotta partigiana e quello dell'azione classista di partito." Sono passati molti anni, ma quelle parole scritte dalla nostra corrente nel 1949 restano ancora valide. E' vero che la Troika ha fatto pagare un prezzo salato ai greci in cambio dei finanziamenti, ma la situazione non può cambiare se non si mette in discussione il sistema economico tout court, cosa che i Tsipras di turno si guardano bene dal fare.
Riprendendo il tema del mutuo soccorso, si è letto un passo di un articolo di George Monbiot apparso su L'Internazionale:
La teleconferenza di martedì sera, a cui si sono collegati 13 compagni, ha preso le mosse dal commento dell'inchiesta pubblicata dall'Espresso "Noi, i nuovi proletari digitali". Ecco chi sono gli operai 2.0.
Anche in Italia il crowdsourcing (da crowd, "folla", e outsourcing, "esternalizzazione di una parte delle proprie attività") coinvolge ormai molti settori, tra cui quello della produzione e della manutenzione di contenuti multimediali. Spesso spacciato come una conquista in termini di creatività e libertà individuale, in realtà il lavoro "digitale" disegna i caratteri degli operai del nostro tempo, 2.0 come li chiama l'Espresso. Content editor, video maker, sviluppatori, sound designer, ecc., proletari digitali che svolgono mansioni ripetitive e alienanti, spesso sottopagati e con orari di lavoro "elastici", costretti a districarsi, al pari dei compagni "analogici", nella giungla contrattuale che governa il settore. Con il rischio di vedersi corrispondere il salario in moneta virtuale, come fa Amazon, la grande azienda monopolista dell'e-commerce, che compensa i lavoratori impiegati per piccole mansioni di basso profilo, magari da casa, con buoni da spendere sulla propria piattaforma.
Quando s'incontra un programmatore o un web designer, capita che la mente corra alle immagini di ragazzotti in bermuda che, tra una partita a freccette e un tiro a biliardino, danno vita a startup milionarie o app innovative che verranno un giorno acquistate da Facebook. Ma nella maggior parte dei casi ci si trova di fronte ad uno fra i più, anch'egli ingranaggio della catena di montaggio della fabbrica diffusa, per cui la separazione tra tempo di lavoro e tempo di vita è scomparsa e tutto è diventato funzionale al lavoro.
Come abbiamo scritto in Tempo di lavoro, tempo di vita, nelle società pre-capitalistiche il tempo della produzione coincideva del tutto con quello di riproduzione dell'individuo e della specie, e il tempo di lavoro era immediatamente tempo di vita. La società capitalistica, grazie alle macchine, all'organizzazione scientifica del lavoro, al passaggio dall'industria pesante a produzioni sempre più "leggere" e smaterializzate, ecc., ha oggettivamente liberato una parte dell'umanità dalla necessità di lavorare per molte ore. Nella società futura, in cui molte delle occupazioni inventate dal capitalismo non avranno più ragione d'essere perché non ci sarà alcuna disoccupazione da contrastare, tutti i componenti saranno impegnati nella produzione, nella distribuzione in armonia con l'ambiente in cui esse avvengono senza avere la nozione di "costo" e neppure di "valore", e il tempo di lavoro corrisponderà al tempo di vita.
La teleconferenza di martedì, a cui hanno partecipato 16 compagni, è iniziata dal commento di alcuni articoli sul tema della robotica. Un articolo di Wall Street Italia segnala che tra non molto tempo il 70% del lavoro manuale sarà svolto da robot e in particolare che, secondo uno studio condotto da un gruppo di scienziati dell'Università di Oxford, il 47% dei posti di lavoro rischia di scomparire già nell'arco di una sola generazione (circa 20 anni). Non stupisce quindi l'annuncio di Foxconn, la grande fabbrica cinese "dei suicidi", di voler introdurre nei suoi stabilimenti un milione di robot: questi possono lavorare ventiquattro ore su ventiquattro, non scioperano, non protestano e sono sempre meno costosi. I media ufficiali trattano il tema della robotica dal punto di vista della sfida di costruire robot con sembianze umane; molto più interessante invece, per il nostro lavoro, l'articolo Andate e moltiplicatevi apparso qualche anno fa su Le Scienze, in cui si indaga la possibilità di produrre macchine autoreplicanti:
La teleriunione di martedì sera, connessi 16 compagni, è iniziata dal commento di un articolo del Corriere, secondo cui varie imprese e uomini d'affari cercano, dietro pagamento, di influenzare le voci di Wikipedia. In realtà questo fenomeno non è nuovo, e il fatto che qualcuno venga pagato per lavorare all'enciclopedia "on line" non rappresenta di per sé un problema, perché se vengono osservate le regole della community e viene seguito il codice redazionale, Wikipedia continua a svilupparsi. Ma non solo: essendo una struttura che si autoprotegge, è in grado di ripararsi da sé. Per far fronte al fenomeno del "sockpuppetry", e cioè la pubblicazione di testi per favorire questo o quell'altro committente oppure per colpire qualche soggetto in particolare, la comunità si è data nuovi meccanismi di intervento e una maggiore rigidità nella compilazione delle voci; di conseguenza qualche nuovo iscritto è incappato in questa "autodifesa" e si è visto cancellare le modifiche apportate.
Segna un nuovo record storico il tasso della disoccupazione in Grecia. A ottobre la percentuale dei senza lavoro è salita all'incredibile 26,8% rispetto al 26,2% del mese precedente e dal 19,8% dell'ottobre del 2011, un anno prima. Lo dichiara l'Istituto di statistica ellenico che, scorporando i dati, rende noto che sotto i 24 anni la disoccupazione tocca quota 56,6% e tra le donne il record del 30,4%. Secondo gli analisti il numero di senza lavoro in Grecia crescerà ancora, almeno nel 2013, anche a causa dei massicci licenziamenti nel settore pubblico previsti dal governo Samaras e imposti dall'Unione Europea. La disastrosa situazione greca trova oramai sempre meno spazio sulle pagine dei giornali. Paese con meno di dodici milioni di abitanti e con poche aeree urbane, la Grecia si trova per ora isolata rispetto agli altri paesi europei e, nonostante i numerosi scioperi generali e i quotidiani focolai di lotta, potrà uscire dallo stallo solo se nasce un'organizzazione a livello continentale. I governi dei PIIGS, dal canto loro, utilizzano una forte pressione psicologica sulle rispettive popolazioni accusando i lavoratori di aver vissuto sopra le proprie possibilità: la crescita del debito pubblico ne sarebbe la dimostrazione.
Editoriale: Non potete fermarvi
Articoli: Evoluzione extra biologica - Transizione di fase. Prove generali di guerra
Rassegna: Presa d'atto - Il capitalismo è morto
Recensione: Dallo sciopero, alla rivolta, alla Comune - Guerra civile negli USA, ma non quella vera
Doppia direzione: Il programma immediato non ammette mediazioni
Libertà
Viviamo in una società che scoppia. I suoi membri, divisi o raggruppati secondo criteri il più delle volte arbitrari e casuali, non riescono più a darsi un'identità plausibile. La pandemia, invece di compattare gli individui intorno a provvedimenti utili alla salvaguardia della specie, ha aggravato la situazione facendo emergere ataviche tendenze all'irrazionale.
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