"Come suggerisce la crescita di Syriza e Podemos, non possiamo creare movimenti politici per affrontare questi problemi se non costruiamo anche una società. Non è abbastanza spingere le persone a cambiare il loro credo politico: dobbiamo creare non solo comunità d'interesse ma anche comunità di mutuo soccorso capaci di offrire la sicurezza, la sopravvivenza e il rispetto che lo stato non fornirà più."
Partiti piccolo-borghesi come Syriza e Podemos sono costretti a fare i conti con il mutuo soccorso e a lavorare per la sua diffusione. D'altronde, come scrive Jack London ne Il tallone di ferro: "La lotta dell'organizzazione contro la concorrenza data da un migliaio di secoli, e sempre ha trionfato l'organizzazione. Coloro che si arruolano nel campo della concorrenza sono destinati a perire."
A proposito di concorrenza: dall'Ucraina al Medioriente è un bollettino di guerra. Anche il collettivo Anonymous si è arruolato tra le fila del fronte anti-IS attaccando gli account internet del Califfato e suscitando simpatie in ambienti governativi occidentali. La difesa della democrazia, l'interclassismo, l'aiuto allo stato borghese da parte degli hackers anti-IS, ci danno l'idea di quanto potente sia l'omologazione capitalistica. Si fatica a capire che il nemico capitalistico è ovunque, e in primo piano c'è quello rappresentato dalla borghesia nostrana, con la quale invece tanti pacifisti vanno felicemente a braccetto.
Lo Stato Islamico sorto tra Siria e Iraq si configura sempre più come un elemento di polarizzazione, prodotto e fattore di marasma sociale. La massima autorità religiosa sunnita, l'università al-Azhar del Cairo, ha lanciato proclami durissimi contro gli assassini del pilota giordano: "Gli assassini meritano di essere uccisi, crocifissi o anche di avere i loro arti amputati". L'aviazione giordana, con a disposizione solo una ventina di aerei, ha dichiarato di aver distrutto il 20% delle capacità militari dell'IS. Difficile da credersi. Secondo alcune agenzie di stampa, lo stato maggiore giordano sta preparando una nuova offensiva e tra le opzioni valuta l'invio di truppe di terra. Quella giordana è un'azione difensiva, di retroguardia, rispetto all'espandersi del Califfato nell'area.
In questa situazione fluida l'imperialismo non trova in Medioriente interlocutori validi e l'intreccio degli interessi in campo rende tutto più complicato. Comunque, il peggior nemico dello Stato Islamico è lo Stato Islamico stesso: esso non ha amministratori sufficienti per gestire un territorio così vasto e rischia il collasso. Secondo fonti Usa l'IS sarebbe in ritirata: la prima vera disfatta si è consumata al confine tra Siria e Turchia quando i jihadisti, dopo avere combattuto a lungo contro le milizie curde, hanno abbandonato Kobane. Per altri osservatori invece le uniche vere sconfitte degli islamici sono quelle dovute al fatto di non essere riusciti a conquistare Kirkuk e i suoi pozzi petroliferi, e ad entrare a Baghdad.
Nell'articolo Yalta, dall'ordine al caos globale, Lucio Caracciolo parla delle possibili soluzioni alla drammatica situazione ucraina, e tra queste mette la guerra in Europa "quale unica alternativa al fallimento dei negoziati". E' vero: la situazione potrebbe sfuggire di mano, ma è più probabile che si trovi un accordo tra le parti.
In Italia la novità più interessante è lo sfascio di Forza Italia. Renzi, forte dell'elezione del presidente della Repubblica, procede spedito con le riforme e in parallelo continua la campagna di delegittimazione del parlamento. Da Monti in poi assistiamo alla delegittimazione della "politica" e infatti l'abolizione del Senato è presentata come uno snellimento delle procedure di approvazione delle leggi.
In chiusura di teleriunione si è accennato all'Expo di Milano. Anche in questo caso il presidente del Consiglio ha fatto la voce grossa: "Se c'è una qualche minoranza che pensa di poter bloccare, non in nome del sacrosanto diritto di sciopero, ma dell'inaccettabile diritto al boicottaggio l'inaugurazione dell'Expo, siamo pronti a tutto, anche a misure normative per far sì che il primo maggio non iniziamo con una figuraccia internazionale, incomprensibile per chiunque. Sono sicuro che anche i sindacati siano d'accordo". Il timore di Renzi è che gli orchestrali della Scala non diano la propria disponibilità lavorativa per il Primo Maggio, giorno di apertura della grande kermesse. Preoccupazione a cui potrebbe aggiungersene presto un'altra, e cioè la "patata bollente" delle centinaia di giovani che lavoreranno gratis per l'esposizione in cambio del "palmare" e della "divisa che useranno". In rete è nata la campagna "Io non lavoro gratis per Expo".
Insomma, un mondo che va sempre più out of control, dove spinte geo-storiche fanno migrare milioni di uomini da una parte all'altra del globo e masse di giovani, nei paesi a vecchio capitalismo, si ritrovano senza lavoro, senza salario e senza prospettive per il futuro. L'umanità si trova dinanzi a una biforcazione mai vista prima: l'alternativa non è tra civiltà o barbarie ma tra civiltà o comunismo.