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  • Resoconto teleriunione  24 marzo 2020

Progressione geometrica

La teleconferenza di martedì sera, presenti 29 compagni, è iniziata dall'analisi della situazione economica mondiale, alquanto compromessa dalla pandemia da Coronavirus.

In seguito alle misure di quarantena adottate da sempre più paesi, diversi economisti prospettano la caduta del PIL mondiale del 5% nel 2020, e altri, più pessimisti, paragonano gli effetti sociali ed economici della pandemia a quelli di una guerra. La catastrofe rappresentata della Prima Guerra Mondiale produsse un periodo di marasma sociale, che in Russia culminò nella Rivoluzione d'Ottobre. Alla fine del secondo conflitto bellico, invece, il pesante intervento economico degli Usa con il Piano Marshall impedì qualsiasi movimento proletario significativo. Oggi non si stanno distruggendo in massa le forze produttive, come succede con una guerra, e quindi non si verificherà la ripresa economica successiva alla distruzione e la ripartenza da zero di nuovi cicli di accumulazione. Non è più possibile la ripetizione di quanto successo dopo la Seconda Guerra Mondiale, combattuta con uno sforzo generale e gigantesco della società con tanto di procedure di produzione adatte a rifornire i fronti (vedi "programmazione lineare").

Il sistema economico si è inceppato, il capitalismo è congelato, come se fosse in atto uno sciopero generale globale senza limiti di tempo. Sorge allora una domanda: cosa potrebbe accadere ad un modo di produzione come quello attuale qualora non fosse più in grado di estrarre plusvalore attraverso la produzione di merci?

Per fronteggiare la crisi del 2008 sono state spese svariate migliaia di miliardi di dollari. Quella in corso è molto più grave e i mezzi di contrasto dovranno necessariamente essere maggiori. Nelle ultime settimane la FED ha annunciato un'iniezione di 1500 miliardi di dollari a Wall Street per sostenere l'economia. Il FMI ha promesso 1000 miliardi, e il presidente degli Usa ha lanciato un maxipiano di sostegno all'economia statunitense che prevede l'immissione di altri 2000 miliardi di dollari, in pratica l'intero PIL italiano. A questa montagna di soldi bisogna aggiungere l'annuncio della FED di un possibile Quantitative Easing illimitato e la proposta dell'amministrazione Usa di erogare 1000 dollari ad ogni cittadino americano. Anche l'Europa si sta muovendo velocemente: sono stati messi da parte i parametri di Maastricht e il Patto di Stabilità, e la BCE ha annunciato interventi straordinari per la salvaguardia della liquidità. Secondo gli industriali italiani, la chiusura prolungata delle aziende farà perdere al sistema-paese 100 miliardi di euro al mese.

Ci stiamo dunque avvicinando a quella che in geometria si chiama "cuspide" o "punto singolare". L'approccio scientifico allo studio dei fatti sociali e al divenire rivoluzionario è ben delineato in "Teoria ed azione nella dottrina marxista" del 1951, un testo in cui Amadeo Bordiga descrive, anche con l'aiuto di schemi, la nostra "teoria delle catastrofi".

In Italia da quando il contagio ha cominciato ad interessare le fabbriche, sono iniziati gli scioperi spontanei, a cui i sindacati hanno cercato di accodarsi. Per mercoledì 25 marzo è stato annunciato dai confederali lo sciopero dei metalmeccanici della Lombardia, dove l'epidemia ha causato la maggior parte dei contagi e dei morti. Scioperi significativi per la salvaguardia delle condizioni di vita dei lavoratori si sono verificati anche in Spagna e Brasile. Sta emergendo con sempre più chiarezza che il modo di produzione capitalista è incompatibile con la salute degli operai e, più in generale, con quella della specie.

Quanto accade nei mercati conferma le nostre previsioni, basti leggere articoli come "Capitalismo che nega sé stesso", "Non è una crisi congiunturale", "Un modello dinamico di crisi" e "La legge della miseria crescente". Secondo uno studio dell'ILO (Organizzazione Internazionale del Lavoro), vi saranno nel breve periodo 25 milioni di nuovi disoccupati nel mondo e quindi la richiesta del salario ai disoccupati è sempre più d'attualità. I consumi devono essere sostenuti e le popolazioni devono essere alimentate, su questo nessuno ha dubbi. Hong Kong ha annunciato un programma di sostegno al reddito di 10.000 dollari locali (circa 1.280 dollari americani), destinato a tutti i residenti che abbiano almeno 18 anni. Misure analoghe stanno per essere adottate in altri paesi. D'altronde, virus a parte, il giganteggiare del capitale costante, dell'automa generale, porta all'aumento della produttività per operaio e alla conseguente espulsione dal ciclo produttivo di forza-lavoro che diventa sovrappopolazione assoluta.

Abbiamo ricordato il rapporto pubblicato qualche anno fa dalla Nato, Urban Operations in the Year 2020, secondo cui le guerre future saranno combattute all'interno delle città, dove ci saranno sommosse, rivolte e scontri di ampie dimensioni che dovranno essere sedati dalla polizia e dall'esercito. Guarda caso, in questi giorni i militari sono presenti nelle strade di molte città, sia per la gestione della pandemia, ma soprattutto per evitare disordini sociali. Nell'articolo dell'Avvenire, "I militari per strada: il vero rischio è che poi ci restino", si cerca di affrontare la questione da un punto di vista scientifico:

"Istèresi. I fisici chiamano così il fenomeno per cui un corpo, sottoposto a una pressione, mantiene una deformazione anche quando la tensione si allenta o termina. Per analogia, numerosi analisti hanno prospettato il rischio di una 'isteresi sociale e politica' alla fine della pandemia di coronavirus. A preoccupare è l'impiego disinvolto della narrativa bellica da parte dei governi per descrivere l'attuale emergenza [...] La questione non è meramente linguistica. Di fronte all'estendersi rapido dei contagi, i vari esecutivi del mondo stanno adottando misure proprie di una situazione di conflitto, dalla chiusura allo schieramento dell'esercito."

Si sta facendo strada l'idea che da una situazione come quella che è venuta a determinarsi in queste settimane non si tornerà più indietro. La maggior parte dei "sinistri" si indigna di fronte allo schieramento dell'esercito e della polizia e alla limitazione dei diritti politici e civili, ma il fatto che gli stati siano costretti a dispiegare le forze armate dimostra che sono in seria difficoltà. Sembrerà paradossale, ma la necessità di maggiore controllo è dovuta proprio al fatto che il controllo viene meno.

In India, il governo ha imposto un lockdown (quarantena forzata) per 1,4 miliardi di persone, ed è stata creata una cintura di isolamento intorno ad 8 grandi metropoli attiva fino alla fine del mese. Stiamo parlando di un paese che ha sterminate baraccopoli difficilmente controllabili e milioni di abitanti che vivono in condizioni di miseria e malnutrizione. Se salta l'India o qualche metropoli americana, ci saranno pesanti conseguenze in tutto il mondo. Ed è per questo che si stanno muovendo grandi organismi come il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale. Ma dopo l'annunciato Helicopter Money (soldi gratis ai cittadini), cosa altro potrebbero inventarsi per superare questa crisi? E' proprio vero: siamo nella terra di confine tra capitalismo in coma e società futura.

Secondo l'OMS il gendarme del mondo, gli Stati Uniti, saranno il prossimo focolaio di Coronavirus, avendo il non invidiabile primato della curva più ripida del numero di contagi. In Spagna la situazione è già catastrofica: in pochissimi giorni i morti sono diventati migliaia, la metà solo a Madrid, dove non c'è più posto per i malati gravi negli ospedali e per le salme negli obitori. Nonostante ciò, molte attività industriali ed economiche continuano a restare aperte. A differenza della Cina, gli stati occidentali non riescono a predisporre piani efficaci e la crescita del numero dei contagi aumenta: per raggiungere i primi centomila casi nel mondo sono occorsi tre mesi, per i secondi 12 giorni, per i terzi solo 4 giorni. Ciò significa che i cluster (grappoli) di contagio si sovrappongono provocando un'accelerazione nel numero degli infetti. Se continua questo tipo di progressione si raggiungeranno milioni di contagiati in brevissimo tempo, e la situazione potrebbe sfuggire di mano a tutti. Esiste infatti un limite, superato il quale non si riesce più ad intervenire. Per esempio se continuano a infettarsi medici e personale ospedaliero, i sistemi sanitari nazionali sono destinati a collassare.

Come interviene il proletariato in una situazione come questa, dove non esiste ancora una polarizzazione di classe (dualismo del potere)? In questo momento il proletariato non si riconosce come classe, d'altra parte ciò è impossibile visto che non si è ancora formato un partito rivoluzionario. Detto questo, nel filo del tempo "Fiorite primavere del Capitale" (1953) la nostra corrente sostiene che il determinismo economico e storico è più robusto delle determinazioni politiche. Come abbiamo scritto nell'articolo "Dalla 'partecipazione' alla schiavitù", il passaggio da un modo di produzione all'altro avviene quando si verificano determinate condizioni oggettive e non quando le classi sono "pronte" con i loro schieramenti anagraficamente accertati. Anzi, questo non è mai successo e non succederà neppure nel corso della (presente) prossima rivoluzione. I paradigmi sacri alla Terza Internazionale si stanno dissolvendo: parlare oggi di sindacato come cinghia di trasmissione tra partito e classe, di partito gerarchico che comanda dall'alto, di fronte unico con i socialdemocratici, di parlamentarismo rivoluzionario, ha sempre meno senso. La storia si semplifica, lo scontro di classe anche.

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Editoriale: Reset

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