Lo studio sui limiti dello sviluppo e, il più recente modello HANDY sono entrambi prodotti della borghesia appositamente sviluppati nel tentativo di rinviare la morte del capitalismo, e nel farlo ne descrivono perfettamente la traiettoria e la conseguente catastrofe. Nonostante ciò, l'opportunismo non è sparito, ha solo cambiato pelle continuando a svolgere sempre la stessa funzione. Pensiamo all'articolo di John Bellamy Foster sul rapporto tra capitalismo ed ecosistema: egli sostiene che è in atto una "grande espropriazione dei beni comuni globali e l'espropriazione dell'umanità su una scala superiore a tutta la storia umana precedente." Foster è tra coloro che cercano di costruire un Marx demo-ecologista per giustificare un nuovo approccio alla lotta anticapitalista, al fine di farla convergere "con le lotte di classe per la giustizia ambientale per il cibo, l'aria, l'acqua e le condizioni di riproduzione sociale ed ecologica". Ridurre l'anticapitalismo ad una lotta per la "giustizia" è un'operazione che non ha niente a che fare con il programma originale del comunismo. Sentiamo come Marx affronta il problema epocale del ricambio organico tra uomo e natura:
"La piccola proprietà fondiaria presuppone che la schiacciante maggioranza della popolazione sia rurale, e che predomini il lavoro non associato, ma isolato; che perciò, in tali circostanze, siano esclusi la ricchezza e lo sviluppo della riproduzione delle sue condizioni sia materiali, che spirituali, quindi siano pure esclusi i presupposti di una agricoltura razionale. D'altra parte, la grande proprietà fondiaria riduce la popolazione agricola a un minimo continuamente decrescente, contrapponendole una popolazione industriale stipata in grandi città e continuamente crescente; genera perciò condizioni che provocano un'insanabile frattura nel tessuto del metabolismo sociale prescritto dalle leggi naturali della vita, in seguito alla quale le risorse della terra vengono dissipate, e il commercio estende questo sperpero ben oltre i confini del rispettivo paese." (Il Capitale. III Libro, capitolo 47 - Genesi della rendita fondiaria capitalistica)
Per il marxismo la storia può essere divisa in tre grandi fasi: comunismo originario, parentesi delle società divise in classe, e forma sociale comunista, che rappresenta il raggiungimento di un nuovo metabolismo sociale. La frattura metabolica inizia con il neolitico per acuirsi con le società proprietarie fino ad arrivare al capitalismo, l'ultima della serie, la più dissipativa. Il comunismo non è un'ideologia, non è un sistema politico da instaurare dopo la rivoluzione, è un "movimento reale" che ha come sbocco il ricongiungimento dell'uomo con sé stesso e con il resto della natura (Manoscritti economico-filosofici del 1844). Poco utili, dunque, gli scritti dei sociologi-politicanti che criticano le élite finanziarie e propongono una sovranità dei popoli sulla terra e sulla produzione; più interessanti, invece, i modelli matematici elaborati dai centri di ricerca della borghesia dai quali possiamo trarre informazioni sul futuro.
Anche il movimento per la decrescita, che ha come maggior rappresentante Serge Latouche, tratta ideologicamente le conseguenze della frattura metabolica, puntando ad una riforma complessiva del sistema. Il concetto di decrescita è alla base dei recenti summit internazionali incentrati sull'obbiettivo di un capitalismo green che produca auto elettriche, pannelli fotovoltaici e merci ecosostenibili. Esiste un movimento diffuso a livello mondiale per la giustizia climatica (climate justice), che spinge per il riconoscimento, oltre che dei diritti dell'uomo, di quelli della terra. Come già detto, da Marx in poi non si tratta di chiedere maggiore "giustizia" bensì di ritrovare un metabolismo sociale che al momento è assente, e tale traguardo si pone ben al di là delle rivendicazioni ambientaliste di Extinction Rebellion o Fridays for Future.
Nella preparazione del lavoro intitolato "Il corso del capitalismo mondiale" (Il programma comunista dal 1956 al 1958), la corrente a cui facciamo riferimento ha raccolto una gran mole di dati successivamente organizzata in tabelle e tradotta in grafici, che offrivano la verifica sperimentale degli assunti presenti nella teoria marxista, ovvero della legge della caduta tendenziale del saggio di profitto. Quando abbiamo analizzato le cause della crisi del 2008, abbiamo sovrapposto il modello di Jay Forrester (World3) a quello prodotto dalla Sinistra, e abbiamo visto che in entrambi i casi l'andamento delle curve era inesorabile ed irreversibile. Il sistema capitalistico è caratterizzato da feedback positivi: il capitale deve accrescersi e la produzione aumentare costantemente; e al tempo stesso da feedback negativi: distruzione di ricchezza e interventi statali per riequilibrare la situazione sociale. Anch'esso ha un suo metabolismo, negativo in termini generali sia per sé stesso che per il sistema-mondo, ma comunque efficace.
Secondo Dennis Meadows, non si può fare affidamento sull'opinione pubblica per cambiare le cose, ma saranno necessari "disastri significativi dovuti al caos climatico e all'esaurimento dei combustibili fossili, che riporteranno l'umanità a stati più decentralizzati e disconnessi", perché si evolvano "culture più preparate alla situazione". Come affermiamo da sempre, dalla catastrofe dell'attuale modo di produzione emergerà necessariamente una comunità adatta ad affrontare la situazione, una collettività provvista degli strumenti teorici e pratici per traghettare l'umanità oltre il caos dilagante. E affinché emerga questo organismo, il partito di specie (Tesi di Napoli, 1965), non serve a nulla dimenarsi come ossessi per portare, come si suol dire, la coscienza al proletariato, ma è invece fondamentale adoperarsi per conservare la linea del futuro di specie (Proprietà e Capitale, 1948).
Continuando a lavorare sui modelli prodotti dalla Sinistra abbiamo notato che ogni proiezione nel futuro conduceva ad un verdetto di morte del capitalismo ("La crisi storica del capitalismo senile", "Dinamica dei processi storici – Teoria dell'accumulazione", "Un modello dinamico di crisi"). Si sta raggiungendo la soglia oltre la quale verrà messa in discussione la sopravvivenza di milioni di esseri umani, a partire dallo shock energetico in corso che non potrà che produrre, a breve, un'altra grande crisi.