Accolgo quindi con simpatia il lavoro che cercate di svolgere che comporta certamente il rischio di inoltrarsi su terreni inesplorati senza avere il potente voltaggio che il collegamento fisico della vecchia guardia col magma rivoluzionario poteva garantire al lavoro a suo tempo svolto. Il passato è inesorabilmente passato e se non guardiamo avanti svolgendo il lavoro di critica necessario saremo costretti a subire il peso di questa degenerante forma sociale e delle sue pestilenziali contraddizioni ancora per generazioni se il mondo potrà permetterselo.
Questo fenomeno del ritorno alla Terza Internazionale degenerata è assai diffuso, non da oggi, basta leggere il materiale che ci arriva via Internet. Così si finisce per non salvaguardare affatto ma per affossare anche quel che la Rivoluzione d'Ottobre - e di conseguenza la Terza Internazionale - hanno prodotto di buono. Quale potrebbe essere la lezione da trarre proprio per continuare il lavoro della Sinistra? Secondo noi in questo momento la consegna è tener duro sulla strada intrapresa e consolidare i rapporti con i compagni e con la rete di lettori. Facile dirlo, ma compito quasi sovrumano per via dell'aria che tira, chiamiamola "situazione oggettiva". Oggi l'individuo è preso da mille incombenze che non fanno consumare solo del tempo ma anche il fisico e il cervello. In pratica la vita "di partito" è subordinata a mille vincoli dovuti al peso della società così com'è, dalle pulsioni puramente fisiologiche a quelle derivanti dal regno delle idee. Questa determinazione è ancora così potente da far preferire atteggiamenti conservatori a slanci dirompenti. Contro di essa ogni tentativo è vano, essa oggi è troppo forte e non la si può capovolgere. Il futuro è dei giovani, è superfluo ricordarlo. Consideriamo i rari sessantenni sopravvissuti come un'eccezione alla regola che per adesso domina incontrastata: non sapremo mai per quali materiali determinazioni stiamo qui a difendere un patrimonio immenso e proiettato verso il futuro mentre altri lo stanno traducendo in "langue de bois" luogocomunista. Siamo stati molto sorpresi quando, vedendoci per la prima volta dopo trent'anni, ti abbiamo sentito fare apprezzamenti sul nostro lavoro. Gli ex compagni di partito interessati tipo di lavoro che svolgiamo sono pochissimi. Ed è strano, proprio adesso che siamo sfidati sul nostro terreno da frange borghesi, con le loro madornali "capitolazioni ideologiche di fronte al marxismo". Abbiamo vinto su tutti i fronti della realtà, ci manca quello delle gambe, delle pance e delle teste (e sappiamo che queste verranno per ultime, come nell'evoluzione biologica della specie homo). Comunque il tutto non ci impedisce di continuare il lavoro "per andare oltre", come dici, e speriamo che il "voltaggio dovuto al collegamento fisico della vecchia guardia" venga da quel poco di capacità di accumulazione che hanno le nostre batterie da quando ai loro morsetti i vecchi compagni, anche quelli che non sono stati sulla breccia fino in fondo, hanno travasato le rimanenti energie.
(Doppia direzione pubblicata sulla rivista n°12 - settembre 2003.)