Transizione neolitica

Oggi si ritiene che l'evoluzione umana sia iniziata da almeno due milioni di anni, ma che solo negli ultimi diecimila anni la produzione di cibo abbia rappresentato il principale mezzo di sostentamento per gli uomini. Precedentemente le popolazioni umane soddisfacevano le proprie esigenze alimentari con la caccia e la raccolta, cioe sfruttando le piante e gli animali che trovavano a portata di mano a seconda della stagione. (Ammerman Cavalli-Sforza La Transizione Neolitica e la Genetica di Popolazioni in Europa Boringhieri p. 13)

... Avanzando pero cosi lontano sulla strada del progresso, la quantita di lavoro che devono svolgere per mantenersi in vita aumenta corrispondentemente. Gli animali devono essere recintati e nutriti, quando prima erano liberi e si cibavano da se. I campi devono essere coltivati e i prodotti raccolti, mentre prima le piante commestibili crescevano profusamente senza l'intervento dell'uomo. Come Sahlins suggerisce, la quantita di tempo libero diminuisce mentre la societa 'avanza'. (E. Goldsmith The Great U Turn p. 62-63)

Un campo coltivato non e un habitat naturale e per mantenere questo ambiente occorre l'opera dell'uomo che coltivi, semini, sarchi, e cosi via; qualcuno ha affermato che con un tale dispendio di tempo ed energie per la prosperita delle piante l'uomo ha, in un certo senso, domesticato se stesso. (Ammerman Cavalli- Sforza La Transizione Neolitica... p. 30)

In linea con questa posizione, invece di considerare l'agricoltura come un'innovazione che ha risolto le ricorrenti carenze alimentari cui vanno incontro cacciatori e raccoglitori, ci porremo una domanda: perche e intervenuto il passaggio alla produzione di cibo e perche si e verificato in alcuni contesti e non in altri? (Ammerman Cavalli-Sforza La Transizione Neolitica... pp. 13-16)

Lo studio di popolazioni di cacciatori e raccoglitori viventi oggi ha modificato le nostre idee sugli sviluppi economici legati all'origine dell'agricoltura. Non sembrerebbe confermato il punto di vista, una volta ampiamente sostenuto, che i gruppi di raccoglitori cacciatori fossero impegnati in una continua ricerca di cibo e si trovassero costantemente a fronteggiare lo spettro della fame. In quest'ottica si poteva considerare l'agricoltura come una innovazione sorta in risposta a problemi alimentari e ritenere che solo un'insufficiente conoscenza di piante e animali avesse ritardato la loro domesticazione.

Ora, a quanto sembra, i cacciatori-raccoglitori, come gia si e detto, non devono affrontare abitualmente carenze alimentari riuscendo, nella maggior parte dei casi, a procacciarsi il nutrimento senza grandi difficolta, tanto piu che spesso conoscono a fondo e nei particolari gli habitat e i comportamenti stagionali di piante e animali (Harlan, 1975).

Paradossalmente, pero, questa visione piu positiva di caccia e raccolta ha reso piu difficile spiegare l'abbandono di un sistema di vita che e stato comune per un lungo periodo dell'evoluzione umana. Il problema dell'origine della produzione di cibo si fa a questo punto piu complesso. Allo stesso tempo pero bisogna ricordare che nei sistemi economici di popolazioni che attualmente vivono di caccia e raccolta esiste una notevole varieta di preferenze alimentari, di tecniche impiegate per la preparazione del cibo e di grado di sfruttamento delle risorse. Se consideriamo poi la distribuzione geografica, i gruppi di cacciatori raccoglitori che sopravvivono oggi sono confinati, nella maggior parte dei casi, nel deserto, nella foresta tropicale e nelle regioni subartiche o comunque in aree del mondo non adatte alla coltivazione dei cereali. (Ammerman Cavalli-Sforza La Transizione Neolitica... p. 38)

Le sua capacita di cacciatore e la sua conoscenza dell'ambiente si erano sviluppate in misura straordinaria nel corso di milioni di anni. Il cacciatore preferisce restare cacciatore-raccoglitore perche e un modo di vivere molto gradevole... L'invenzione dell'agricoltura e probabilmente stata una pura questione di necessita: nelle zone in cui ha avuto origine caccia e raccolta ormai non erano piu sufficienti, per il depauperamento ambientale dovuto alla pressione di una comunita umana numerosa e ai cambiamenti climatici dell'epoca. (L. Cavalli-Sforza Chi Siamo? p. 213)

E ragionevole pensare che in alcune zone si sia venuta a determinare una densita elevata di abitanti, che rese difficile sostentare la popolazione locale con la vecchia economia di caccia e raccolta. Si deve essere creato insomma un problema di sovrappopolazione. Probabilmente cio e andato di pari passo con un cambiamento nelle condizioni ambientali che ha interessato in quel periodo l'intero globo terrestre. Il clima e diventato decisamente piu freddo, la flora e la fauna sono mutate... In molti luoghi le popolazioni umane devono essersi trovate in grandi difficolta. Questo puo spiegare perche l'agricoltura ha avuto inizio piu o meno nella stessa epoca in punti diversi del mondo, probabilmente nelle zone le cui condizioni favorivano una densita di popolazione piu elevata, perche disponevano di un ambiente piu ricco, e soprattutto di piante e animali facili da coltivare o allevare. (L. Cavalli-Sforza Chi Siamo? p. 209)

E la pressione demografica che spiega la ricorrente tendenza delle societa prestatuali ad intensificare la produzione come mezzo per conservare o incrementare il tenore di vita generale. Non fosse stato per i gravi costi che il controllo delle nascite comporta, la nostra specie sarebbe rimasta per sempre organizzata in piccole bande, relativamente pacifiche ed ugualitarie, di cacciatori raccoglitori. Ma la mancanza di metodi tranquilli ed efficaci di controllo demografico ha reso instabile questo modo di vita. (M. Harris Cannibali e Re p. 18)

L'agricoltura si e posta tradizionalmente come primo scopo quello pragmatico di fissare all'interno di una popolazione (di animali e vegetali) le caratteristiche morfologiche e biologiche che i gruppi umani consideravano desiderabili. (Ammerman Cavalli-Sforza La Transizione Neolitica.. p. 29)

La fase dell'agricoltura e dell'allevamento e cominciata nel Neolitico fra l'VIII e il VI millennio a.C.. Essa e caratterizzata da uno sfruttamento razionale e intensivo della natura. L'uomo, inserendosi nel ciclo delle piante e degli animali, si allea con la natura e nello stesso tempo la costringe a produrre cio che vuole. Le conseguenze negative sono soprattutto sull'insieme della natura, piu che sulle piante e sugli animali sfruttati, nel senso che si realizza uno sfruttamento razionale di alcune risorse, ma distruggendo elementi essenziali del territorio (disboscamento, estensione dei pascoli, ecc.). Cio porta a squilibri nella flora e nella fauna, cioe nell'ecosistema, con ripercussioni sull'uomo stesso nel lungo periodo. D'altra parte lo sfruttamento intensivo della natura fu richiesto dall'aumento di densita di popolazione, determinatosi nel periodo postglaciale e dalla necessita di trovare nuovi mezzi di sussistenza. (F. Facchini Paleoantropologia Culturale p. 76)

In Europa questa trasformazione non si produsse come evento improvviso, ma attraverso processi che per compiersi richiesero molte generazioni. E questa la ragione per cui preferiamo parlare di transizione neolitica piuttosto che riferirci a tale fenomeno in termini di rivoluzione neolitica. (Ammerman Cavalli-Sforza La Transizione Neolitica... p. 13)

Siti archeologici distribuiti fra l'Iran e la Grecia documentano sistemi ben progrediti di produzione di cibo, fondati sulla coltivazione di frumento e orzo e sull'allevamento di pecore, capre, maiali e bovini, che risalgono al 6.000 a.C.. Se si eccettua la Grecia, non si osservano altrove in Europa siti risalenti a questa data che presentino testimonianze delle prime fasi dell'agricoltura. Nel corso dei successivi duemila anni, l'agricoltura si e affermata come modo di vita nella maggior parte delle aree europee. (Ammerman Cavalli-Sforza La Transizione Neolitica... p 16)

La documentazione attuale prospetta l'ipotesi che l'agricoltura si sia sviluppata indipendentemente in piu parti del mondo. Una mappa dei luoghi di origine dell'agricoltura tracciata da J. R. Harlan nei primi anni settanta, per esempio, indica tre centri fondamentali: uno nell'Asia sudoccidentale per frumento e orzo, un altro nella Cina settentrionale dove inizialmente la coltura principale sembra essere stata il panico (Setaria italica), e un terzo nell'America Centrale, dove si coltivarono mais e parecchie altre piante fin da un'epoca remota. (Ammerman Cavalli-Sforza La Transizione Neolitica... p. 25)

Frumento e orzo non furono domesticati originariamente nelle diverse regioni d'Europa, ma vennero introdotti dal Vicino Oriente. E possibile farsi un'idea di come sia avvenuto questo trasferimento calcolando la velocita di diffusione dei primi reperti agricoli in Europa.

Il lento e regolare andamento dell'espansione come un tutto unico fece pensare a un modello per spiegare la diffusione dell'agricoltura: il modello dell'onda di avanzamento, come viene chiamato, considera la crescita di popolazione e l'attivita migratoria locale come un'onda di espansione della popolazione che avanza a una velocita radiale costante. Il modello ha importanti implicazioni sulla struttura della variabilita genetica che si sarebbe stabilita fra le popolazioni europee nel caso in cui effettivamente abbia avuto luogo una simile espansione di popolazione in Europa... Una volta disegnate, tali mappe di variabilita genetica posero in evidenza interessanti relazioni con la distribuzione geografica attesa secondo l'ipotesi demica della diffusione dell'agricoltura in Europa. (Ammerman Cavalli-Sforza La Transizione Neolitica... p. 17-19)

Come abbiamo gia ricordato, possiamo considerare l'espansione delle prime fasi dell'agricoltura come un processo di diffusione spiegabile in due modi sostanzialmente diversi, che occorre distinguere nettamente a livello concettuale. Secondo uno di questi, si puo considerare il processo come risultato di una diffusione culturale: cereali e tecniche agricole in questo caso sarebbero passate da un gruppo all'altro senza richiedere il movimento o lo spostamento geografico delle persone. Alternativamente, si puo vedere l'espansione come un processo di diffusione causato dalla crescita e dallo spostamento di una popolazione: secondo quest'ultima spiegazione, per la quale si parla di diffusione demica, non e l'idea dell'agricoltura a diffondersi ma gli agricoltori stessi, e con questi la loro cultura. La diffusione assumera un carattere demico essenzialmente in situazioni in cui un cambiamento considerevole della struttura della popolazione segue alla nuova forma di sussistenza. Si puo dimostrare matematicamente che se un aumento della popolazione coincide con una modesta attivita migratoria locale, ne derivera un'onda di espansione della popolazione che avanzera a velocita radiale costante. E esattamente la forma di espansione che osserviamo nel caso del calcolo della velocita ottenuto dai dati europei. Il modello di un'onda di avanzamento di popolazioni corrisponderebbe ad un'espansione lenta e continua, che comporterebbe la formazione frequente di nuovi insediamenti a brevi distanze dai luoghi precedentemente occupati. (Ammerman Cavalli-Sforza La Transizione Neolitica... p. 83)

Abbiamo visto che e possibile misurare la velocita di diffusione dell'agricoltura in Europa; si tratta di un risultato che e stato ottenuto in parte grazie allo sviluppo di metodi semplici ma adeguati a intraprendere tale misurazione e in parte all'esistenza di un gran numero di datazioni C-14 provenienti dai primi siti neolitici dell'Europa e del Vicino Oriente. Misurando la velocita di diffusione, si ottiene un valore medio di circa un chilometro all'anno; se confrontato con eventi storici a noi piu familiari, questo valore sembra molto basso (in quanto occorsero circa 2500 anni per la migrazione dalla Turchia all'Inghilterra), ma in effetti 25 chilometri per generazione non sono pochi, specialmente pensando ai mezzi di trasporto disponibili nell'epoca neolitica. Si puo osservare una certa variabilita della velocita locale di diffusione nel Mediterraneo occidentale e nell'area occupata dalla cultura Bankeramik. Nel primo caso esistono testimonianze indirette dell'impiego di imbarcazioni, che puo aver contribuito ad aumentare un poco la velocita locale. D'altro canto sembra che la velocita sia inferiore in aree come le Alpi dove le condizioni ecologiche sono meno adatte alle prime forme di agricoltura. (Ammerman Cavalli-Sforza La Transizione Neolitica... p. 169)

Rivista n°55, luglio 2024

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