Informazioni aggiuntive

  • Resoconto teleriunione  15 gennaio 2013

Variegato partito della conservazione

La teleconferenza è cominciata prendendo spunto da un documento prodotto da uno dei soliti immediatisti pieni di buona volontà e pronti a "muovere il culo" (come diceva un nostro vecchio compagno) che è circolato tra compagni. Ne abbiamo approfittato per ribattere alcuni dei nostri chiodi teorici riguardo il superamento dei dualismi, quali materia/pensiero, uomo/natura, ecc., a favore di una visione monistica della realtà in cui l'operosità dell'uomo è parte del tutto.

La corrispondenza con un nostro assiduo lettore, che potete trovare nella apposita sezione sulla wiki, ha suggerito alcune interessanti considerazioni in merito alla fantasiosa proposta, generata dal problema non solo americano del fiscal cliff e dal rifiuto dei repubblicani di alzare il tetto del debito, di coniare una moneta di platino da mille miliardi di dollari; proposta a cui un'allarmata Casa Bianca risponde affermando che "ci sono solo due opzioni per affrontare la questione dell'innalzamento del tetto del debito: o il Congresso fa una nuova legge o, se fallisce, condanna la nazione al default". Il circolo vizioso che ne risulta è superabile solo attraverso un salto di paradigma.

E se per ora gli Stati Uniti rifiutano un approccio neo-keynesiano al problema, in Europa la strada del "salario minimo" sembra essere già imboccata. Hanno destato scalpore le dichiarazioni di Jean-Claude Juncker, presidente dell'Eurogruppo (organismo che riunisce i ministri dell'Economia dell'area Euro), riguardo alla necessità di adottare in tutta la UE misure per garantire un salario minimo. Gli hanno subito fatto eco dall'Italia Bersani e Casini, quest'ultimo aggiungendo che il "reddito minimo" sarà "per chi accetta di partecipare a corsi di reinserimento in aziende e luoghi di lavoro. Questo sarà nel nostro programma". Supersfruttamento camuffato da stage in azienda?

Inoltre movimenti di lotta che rivendicano il salario garantito stanno emergendo a livello territoriale. Un movimento unitario che facesse proprie parole d'ordine quali "il salario ai disoccupati" e "la drastica riduzione della giornata lavorativa", avrebbe la forza di trascinare con sé tutti quei lavoratori, disoccupati e precari che per ora si trovano ingabbiati nelle sterili logiche sindacal-corporative. In questa dinamica non mancherà certo chi cercherà di sviare la lotta introducendo parole d'ordine interclassiste come "reddito di cittadinanza" o "reddito minimo garantito"; sarà proprio su questi temi che dovremo dare battaglia. Per il proletario la soluzione alla miriade di provvedimenti "lacrime e sangue" su casa, benzina, tariffe, fisco, sanità, ecc. è nella busta paga e nel tempo dedicabile alla vita, non nella politica di classe che chiamano economia.

Tutto questo discutere intorno alle misure da adottare per contrastare la crisi trova ovviamente ampio spazio nella campagna elettorale per le prossime votazioni. Dopo la tornata elettorale di febbraio, il partito di Monti diventerà l'ago della bilancia (parlamentare) mentre il PD dovrà accettare supinamente un'alleanza con il professore, pena il default del paese. Nel contempo l'istituto guidato da Mario Draghi mette in guardia l'Italia: l'incertezza politica legata alle elezioni sta mettendo in fuga capitali che hanno preferito investire in titoli più sicuri, ed allontana ancor più le ripresa economica. La tendenza al partito unitario borghese, anche nella forma di più tronconi che coevolvono verso il centro, è ormai generalizzata per l'intero pianeta. "Ben scavato, vecchia talpa!" direbbe un nostro antenato. Quando il grande e variegato partito della conservazione rende visibile il suo carattere unitario, non fa altro che spianarci la strada nell'opera di chiarificazione politica e programmatica.

Nella parte finale della teleriunione si è discusso su alcuni dei lavori in corso, quali la realizzazione di un sito che raccolga tutto il materiale in lingua inglese presente nel nostro sito, di un altro che metta invece a disposizione della "Rete" il nostro materiale semilavorato, e la riunione pubblica di Parigi.

Avere online un "raccoglitore" dedicato a tutto il nostro materiale tradotto in lingua inglese non è vantaggioso solo in termini di diffusione del lavoro (l'italiano non è sicuramente tra le lingue più conosciute…), ma anche si avvicina all'iniziale progetto del sito di "n+1" che doveva essere tutto in inglese con una appendice in italiano. Il sito parallelo con i semilavorati invece segue il progetto, in fase di elaborazione, di pubblicare online, con aggiornamenti settimanali, i resoconti delle teleriunioni, alcune tra le corrispondenze più interessanti e le tracce delle riunioni redazionali. Inoltre visto che a Torino e Roma si tengono riunioni con una certa frequenza, si potrebbe fare un calendario dei temi da trattare e renderlo pubblico sul Web.

Ricordiamo ai compagni la riunione pubblica che si terrà a Parigi il 25 gennaio prossimo e che vedrà la partecipazione di compagni provenienti da più parti d'Europa.

Articoli correlati (da tag)

  • Rivolte, marasma sociale e guerra

    La teleriunione di martedì sera, presenti 17 compagni, è iniziata con una breve presentazione del saggio Riot. Sciopero. Riot. Una nuova epoca di rivolte, scritto nel 2019 da Joshua Clover.

    Secondo lo scrittore e professore di inglese e letteratura comparata all'Università della California "Davis", a partire dal Medioevo si può ravvisare una dinamica storica che vede prima la rivolta, poi lo sciopero ed infine di nuovo la rivolta, ma in forma diversa rispetto alla fase iniziale.

    Nel testo si descrive come, fino al XIX secolo, lo scontro avviene principalmente nell'ambito della circolazione, dato che lì si trovano i beni necessari alla riproduzione. Successivamente, soprattutto con l'entrata in scena del proletariato, si rafforzano le forme di lotta più organizzate, le rivolte combaciano con gli scioperi, e il conflitto si manifesta per la maggior parte con l'interruzione organizzata del lavoro. A partire dalla fine degli anni 60' del secolo scorso, le forme di scontro si fanno sempre più incontrollabili (vedi riot negli USA): finita l'epoca di crescita industriale del capitalismo, l'accumulazione avverrebbe nella sfera della finanza, almeno nei paesi a capitalismo avanzato, dando così inizio ad una fase di espulsione della forza lavoro dalla produzione. Con lo scoppio della crisi industriale, gli afroamericani sono i primi a trovarsi alle prese con seri problemi di sopravvivenza e le rivolte, che assumono apparentemente una connotazione razziale, riguardano in realtà le condizioni di milioni di proletari. La seconda fase della rivolta, o rivolta prime, come la chiama Clover, si pone quindi direttamente in conflitto con lo Stato, poiché esso dispone di strumenti di repressione e controllo che le società precedenti non avevano, raggiungendo livelli di sofisticazione mai visti prima. Gli scioperi moderni toccano la circolazione di uomini e soprattutto di merci, dal trasporto aereo ai treni, dalla logistica ai petroliferi. I gilet jaunes, ad esempio, a partire dal 2018 hanno occupato le principali vie di comunicazione bloccando autostrade e rotatorie. La logistica connette il tessuto produttivo ed è fondamentale nell'epoca del just in time e della produzione senza magazzino.

  • Le forme attuali della guerra

    La teleriunione di martedì sera, presenti 15 compagni, è iniziata con un aggiornamento sul conflitto in Ucraina.

    Il crollo della diga di Kakhovka sul Dnepr esprime in maniera lampante le forme attuali della guerra e le conseguenze che essa mette in atto. Elenchiamole per punti: 1) il raccolto di frumento di tutta l'area è pesantemente compromesso. Trattandosi di una regione particolarmente importante a livello agricolo, la produzione sarà notevolmente inferiore alla media; 2) la diminuzione della quantità di grano disponibile avrà conseguenze sulle popolazioni più povere del mondo, in particolare dell'Africa; 3) una minore produzione implica l'aumento dei prezzi e conseguentemente la crescita dell'inflazione; 4) l'impossibilità di fornire acqua dolce alla penisola di Crimea; 5) lo straripamento delle acque, oltre ai danni alla flora e alla fauna, comporta forti rischi di diffusione di epidemie; 6) l'allagamento potrebbe ripercuotersi negativamente sulla falda acquifera e quindi sulla stabilità della centrale nucleare di Zaporizhzhia e del suo sistema di raffreddamento; 7) l'inondazione ha spostato le mine russe nelle campagne.

    Sia a livello locale (regione di Kherson) che nazionale ci sarà un sensibile peggioramento delle condizioni di vita di ampie fette di popolazione e gravi conseguenze per l'ambiente. Sulla vicenda, la propaganda si è messa in moto da una parte e dall'altra, lanciando reciproche accuse riguardo la responsabilità dell'esplosione che ha causato il crollo della diga. Per ora non vi sono elementi per formulare un'ipotesi, e va tenuto conto che esiste anche la possibilità che il danneggiamento non sia "volontario" ma il risultato dei danni indiretti provocati dalle operazioni belliche e, soprattutto, dell'evidente carenza di manutenzione conseguente alla guerra. Questa possibilità, qualora fosse reale, esprimerebbe in pieno il carattere assunto oggi dalle contrapposizioni militari delle potenze imperialiste e dei loro vari galoppini. In sintesi, questo episodio è emblematico di alcuni aspetti della guerra moderna, che assume una durata sempre più prolungata e una dimensione puramente distruttiva, mettendo a rischio la stessa riproduzione della specie umana.

  • Dinamica di classe

    Durante la teleriunione di martedì sera, a cui hanno partecipato 15 compagni, abbiamo parlato del Primo Maggio nel mondo con particolare riferimento a quanto successo in Francia.

    Nel paese vi sono state manifestazioni in più di 200 città e si stima siano scesi in piazza circa 2,5 milioni di persone. Secondo quanto dichiarato dal ministro dell'Interno Gérald Darmanin, sono stati 540 i manifestanti fermati e 406 i poliziotti feriti durante la mobilitazione, che si inserisce in un contesto di scioperi e lotte contro la legge sulle pensioni in corso da mesi. Sulla spinta della base, i sindacati francesi sono stati costretti a muoversi unitariamente, si è dunque costituita una struttura intersindacale che ha indetto la quattordicesima giornata di protesta per il prossimo 6 giugno.

    Nei video che circolano in Rete si nota l'utilizzo da parte delle forze dell'ordine di mezzi e tecniche di guerra, ad esempio i droni. Ma strumenti del genere sono stati usati dagli stessi manifestanti che hanno usato aeromobili a pilotaggio remoto per controllare i movimenti dell'avversario (come successo a Varsavia al tempo delle manifestazioni di Occupy). La polizia francese, oltre a lacrimogeni, spray urticanti e proiettili di gomma, fa ampio uso di granate esplosive che sono classificate come armi da guerra. Durante le recenti manifestazioni ecologiste contro il bacino idrico di Sainte-Soline, due persone sono finite in coma e centinaia sono rimaste ferite.

Rivista n°55, luglio 2024

copertina n° 55

Editoriale: Non potete fermarvi

Articoli: Evoluzione extra biologica - Transizione di fase. Prove generali di guerra

Rassegna: Presa d'atto - Il capitalismo è morto

Recensione: Dallo sciopero, alla rivolta, alla Comune - Guerra civile negli USA, ma non quella vera

Doppia direzione: Il programma immediato non ammette mediazioni

Raccolta della rivista n+1

Newsletter 245, 19 gennaio 2022

f6Libertà

Viviamo in una società che scoppia. I suoi membri, divisi o raggruppati secondo criteri il più delle volte arbitrari e casuali, non riescono più a darsi un'identità plausibile. La pandemia, invece di compattare gli individui intorno a provvedimenti utili alla salvaguardia della specie, ha aggravato la situazione facendo emergere ataviche tendenze all'irrazionale.

Continua a leggere la newsletter 245
Leggi le altre newsletter

Abbonati alla rivista

Per abbonarti (euro 20, minimo 4 numeri) richiedi l'ultimo numero uscito, te lo invieremo gratuitamente con allegato un bollettino di Conto Corrente Postale prestampato.
Scrivi a : mail2

Iscriviti alla newsletter

Iscriviti alla newsletter quindicinale di n+1.

Invia una mail a indirizzo email