E le capitolazioni ideologiche dei borghesi illuminati si fanno più frequenti. E' la volta di Larry Page, il co-fondatore di Google, il quale ha recentemente dichiarato che bisogna lavorare meno per vivere meglio, perchè "alla maggior parte degli esseri umani piace lavorare, ma gli piacerebbe anche avere più tempo per dedicarsi alla famiglia o ai loro interessi. Questa dunque sarebbe una maniera per risolvere il problema: avere un piano coordinato per ridurre la settimana lavorativa."
In relazione all'innovazione tecnologica, si è invece accennato al fenomeno del social lending, e cioè il prestito tra privati basato su un sistema di pagamento peer-to-peer, in cui chi presta denaro è sconosciuto al prestatore e l'interfaccia di scambio è data da piattaforme on line. Un sistema affine è quello del crowdfunding, una forma di finanziamento collettivo che bypassa i canali classici delle banche. Si tratta in entrambi i casi di curiosi fenomeni di socializzazione che dimostrano la necessità della morte del capitalismo, quindi la sua scientifica non-esistenza potenziale.
La teleconferenza è quindi proseguita con alcune considerazioni riguardo un documento dell'Aspen Institute, La protesta globale, che analizza le rivolte avvenute in giro per il mondo negli ultimi anni. Social network, sms e Youtube sono gli strumenti che hanno reso possibili queste sollevazioni senza leader e senza ideologia, ma, sostiene l'autore del testo Ivan Krastev, non siamo di fronte ad una vera e propria rivoluzione, in quanto mancano una struttura gerarchica e l'aspetto politico-rivendicativo. Si tratta quindi di movimenti di masse esasperate senza né capo né coda. Riguardo a Occupy Wall Street, Krastev afferma che il movimento si è caratterizzato dal rifiuto in blocco del capitalismo globale, e conclude il suo studio ribadendo che "il termine di paragone più calzante per questa esplosione di energia politica cui stiamo assistendo sono le rivoluzioni del 1848. Oggi come allora, siamo a un punto di svolta."
Della necessità per il "movimento" di adottare una struttura organizzativa che rispecchi il modo di funzionare del cervello umano (sinapsi, sincronia, reti neuronali), si parla anche in un altro documento, circolato nella nostra rete di lavoro: Unity sans Convergence (Political Self-organization Models for Hyperlinked Multitudes). Secondo gli estensori dell'articolo, abbiamo bisogno di nuovi modelli organizzativi che siano al passo con le società tecnologiche e permettano un processo di auto-organizzazione sociale su vasta scala. Il testo ci ha fatto venire in mente l'emergere di quel cervello collettivo composto da una moltitudine di barbari, descritto da Alessandro Baricco in un suo famoso articolo (I nuovi barbari):
"Da questi barbari stiamo ricevendo un'impaginazione del mondo adatta agli occhi che abbiamo, un design mentale appropriato ai nostri cervelli, e un plot della speranza all'altezza dei nostri cuori, per così dire. Si muovono a stormi, guidati da un rivoluzionario istinto a creazioni collettive e sovrapersonali, e per questo mi ricordano la moltitudine senza nomi dei copisti medievali: in quel loro modo strano, stanno copiando la grande biblioteca nella lingua che è nostra. È un lavoro delicato, e destinato a collezionare errori. Ma è l'unico modo che conosciamo per consegnare in eredità, a chi verrà, non solo il passato, ma anche un futuro."