In Rete c'è molta attesa per la manifestazione contro Expo del Primo Maggio. Le iniziative sono già cominciate (manifestazioni a Milano, Genova, Bologna, ecc.), e l'hashtag #NoExpo impazza su Twitter. Dalla Primavera araba in poi i social network hanno inesorabilmente livellato le capacità di comunicazione di tutte le forze in campo, mettendo virtualmente sullo stesso piano gli stati, i rivoltosi, i media, gli spioni e quelli che si tappavano in casa.
Il grande evento milanese è diventato il simbolo di tutte le contraddizioni della società e, soprattutto, del sistema dell'1%.
Gli studenti manifesteranno il giorno prima dell'apertura di Expo rivendicando un mondo diverso e una vita degna di essere vissuta. Di fronte alla disoccupazione strutturale, viene chiesto alle giovani generazioni di lavorare gratuitamente. L'hashtag #iononlavorogratisperexpo diviene in breve #iononlavorogratis, perché non è solo l'Esposizione universale a funzionare in questo modo ma l'intero sistema capitalista. Spesso i movimenti dei nostri giorni vengono sminuiti perché si appoggiano su rivendicazioni confuse e non fanno esplicito riferimento alla lotta di classe. Per quanto vero o falso, il punto essenziale è che le richieste espresse non possono trovare soddisfazione in questa società e pertanto il livello non potrà che alzarsi. Meglio i giovani contestatori che si incazzano per un futuro di lavoro gratis e disoccupazione e scendono in strada senza troppi calcoli politici, che i sindacati di base che criticano i confederali ma svolgono la stessa opera di pompieraggio.
Nel frattempo il governo Renzi va avanti a colpi di fiducia, asfalta l'opposizione interna al PD, esaltando l'organo esecutivo sul legislativo. Ormai sono in molti a rendersi conto che sta emergendo qualcosa che assomiglia molto al fascismo.