Informazioni aggiuntive

  • Resoconto teleriunione  30 agosto 2016

Caratteri invarianti delle transizioni

La teleconferenza di martedì sera, connessi 12 compagni, è iniziata sottolineando l'importanza dello studio delle passate transizioni sociali.

A tal proposito sono stati citati gli ultimi studi sui Luwiani, una popolazione vissuta in Anatolia a partire dal II millennio a.C. e di cui, ad oggi, sono conosciuti 340 insediamenti. Secondo l'archeologo Eberhard Zangger, intorno al 1200 a.C. i Luwiani si coalizzano e contribuiscono a far collassare tutte le civiltà dell'epoca, facendo traballare persino l'Antico Egitto.

In base alla tipologia di distruzioni rilevata dagli scavi, alcuni archeologi hanno timidamente dedotto che la causa di tale cambiamento originasse da rivolte. Zangger sostiene che almeno 200 città si unirono contro gli Ittiti (la prima civiltà a cadere), i Micenei, i Minoici, i Cicladici, gli Egizi, ecc. Ma perché prese forma questa coalizione? E da dove trasse la propria forza per attaccare simultaneamente tutto il mondo di allora? Solo pensando a una sollevazione delle popolazioni si può dare risposta alla domanda. Si trattò perciò sì di rivolte, ma contro quelle strutture sociali che si stavano trasformando in Stato (e nella scaletta di Engels lo Stato viene dopo la proprietà privata).

I Luwiani sono infine fermati, per il rotto della cuffia, dall'esercito egiziano (Ramsete III si autoproclama artefice di molte vittorie, ma fatica a dimostrarlo). Anche se a quell'epoca l'Egitto, più delle altre civiltà attaccate dalla coalizione, è ancora lontano dalla proprietà e dallo Stato, viene parimenti percepito in quanto minaccia forse in ragione della alleanza con gli Ittiti, risalente al secolo precedente. Crollando però tutto quel mondo, nel Mediterraneo prendono piede gruppi armati che eliminano la precedente armonia sociale. In effetti le evidenze archeologiche parlano di quattro secoli bui successivi, fatti di villaggi mal costruiti e città molto piccole, dalle cui rovine nascerà quasi di colpo la società greca.

Quando viene trovato un insediamento urbano antico che valga la pena scavare (cioè dove c'è possibilità di ricavare profitto), si fa una prospezione del sito e del relativo rapporto con la rete agricola. Nella maggior parte dei casi, si scoprono città tutt'altro che chiuse e vengono alla luce vivissimi punti nevralgici entro una rete molto estesa. Pensiamo ai palazzi minoici che erano sia magazzini che laboratori, oppure a Hattusa, Uruk, Ebla, grandi città che funzionavano in modo organico e dove produzione e distribuzione avvenivano grazie ad una osmosi sociale. E' possibile una società sviluppata con funzionamento comunistico? La risposta è sì, l'abbiamo già visto.

Si è quindi passati a commentare un articolo dell'Economist sulla situazione immobiliare negli Usa. Tutto il settore della rendita è stato nazionalizzato, e una specie di socialismo ha preso il sopravvento nel paese che dovrebbe essere alla testa del capitalismo. In realtà si tratta di un vendetta della teoria della rendita: a seguito della finanziarizzazione del capitale industriale e del conseguente ed inevitabile rigonfiamento dei prezzi immobiliari, i privati perdono il controllo di questi processi e devono perciò intervenire gli stati. Oggi il mercato immobiliare, quello che ha provocato la crisi del 2008, vale ormai 26 mila miliardi di dollari, quasi il doppio del Pil nazionale.

Un compagno ha poi letto alcuni passaggi tratti da Sulla materia della mente di G. Edelman. Il biologo statunitense si può collocare nel filone dei materialisti in cui rientrano D. Dennett e S. Pinker, scienziati che rifiutano l'idea di una mente separata dal corpo. La Sinistra Comunista "italiana" in modo del tutto indipendente aveva capito che per elaborare una teoria della conoscenza bisognava prima di tutto conoscere come fa l'uomo a conoscere. I borghesi si sono buttati sull'argomento con cinquant'anni di ritardo.

Sia Dennett, in Coscienza - Che cosa è, che Pinker, in Come funziona la mente, sostengono che le macchine siamo noi poiché sono uno sviluppo extra-organico della specie umana. Entrambi sono stati influenzati dallo psicologo Julian Jaynes, famoso per aver sostenuto il crollo della mente bicamerale e l'origine della coscienza. Secondo lo studioso, prima del 1200 a. C. la mente funzionava in modo unidirezionale, non esisteva una dialettica nel pensiero né la complessità di azioni, per cui gli uomini sentivano "voci" ed erano guidati da un imprinting in cui gli Dei comandavano e gli uomini obbedivano. Strappati da quella situazione omeostatica, gli individui vedono crollare tutto un sistema di vita. Il cambio di mentalità è quindi dovuto ad un cambio radicale dell'assetto sociale.

L'umanità sta delegando a protesi meccaniche gran parte del lavoro che prima svolgeva fisicamente. Come dice Kevin Kelly in Out of control, il mondo del "prodotto" sta pericolosamente sfuggendo al controllo dell'uomo. Secondo l'autore bisogna fare in modo che il mondo evolva verso una maggiore complessità e risponda a caratteri più biologici che meccanici, prima che ci diventi irrimediabilmente alieno.

Articoli correlati (da tag)

  • Chiusura di un ciclo storico

    La teleriunione di martedì sera è iniziata con il commento del testo "Il ciclo storico dell'economia capitalistica" (Prometeo n. 5 del 1947), nel quale si dimostra che il capitalismo nasce all'interno della società feudale, e che è possibile delineare una dinamica storica che va dalla bottega artigiana alla manifattura, fino alla fase senile del capitalismo in cui la finanza domina l'industria.

    Ad un certo grado di sviluppo delle forze produttive si verifica una scissione tra chi detiene i mezzi di produzione, i datori di lavoro, e gli operai, che non sono più padroni del prodotto del loro lavoro. L'artigiano, che precedentemente poteva compiere tutte le operazioni utili alla produzione, viene sostituito da un operaio complessivo (lavoro associato) che è la somma di tanti operai parziali. La figura unitaria dell'artigiano si sdoppia: appaiono sulla scena storica il capitalista e il salariato. All'interno della vecchia società maturano gli elementi della nuova, e questo vale anche per la prossima rivoluzione, che sarà a titolo umano. Giunto il capitalismo alla sua fase suprema, l'imperialismo, la stessa figura dell'imprenditore, quello che veniva chiamato padrone, praticamente non esiste più, sostituito da funzionari lautamente stipendiati oppure addirittura da algoritmi.

  • Terremoti naturali, economici e sociali

    La teleriunione di martedì sera è iniziata con alcune considerazioni riguardo l'emergenza nei Campi Flegrei, a ovest della città di Napoli, dove da giorni si susseguono scosse di terremoto.

    L'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) nota che l'area flegrea è soggetta a bradisismo (movimento lento del suolo), e non si possono escludere altri eventi sismici di energia analoga o superiore a quanto già registrato durante lo sciame sismico in corso. I Campi Flegrei sono una vasta area vulcanica attiva con una struttura detta "caldera", cioè un'area ribassata di forma quasi circolare che si è formata per effetto di eruzioni esplosive del passato. Secondo un articolo pubblicato sulla rivista Nature, si prefigurano tre possibili scenari: 1) un fenomeno di equilibrio in cui il sollevamento del suolo rallenta fino ad assestarsi, 2) un fenomeno di oscillazione per cui il suolo sale e scende, 3) un sollevamento continuo che porta la crosta superiore a rompersi completamente. La situazione è dunque rischiosa per tutta l'area, soprattutto perché si tratta di una delle zone più densamente abitate d'Italia. Un vulcano su dieci, tra quelli storicamente attivi sul pianeta, è una grande caldera di oltre 5 km di diametro. Spesso si verificano diversi episodi sismici nel corso di decenni prima che questo tipo di vulcano esploda; tali episodi appartengono ad un'unica sequenza evolutiva, per cui il comportamento di ciascun evento dipende dall'effetto cumulativo dei suoi predecessori.

  • Rottura di equilibri

    La teleriunione di martedì sera è iniziata dall'analisi della guerra in corso.

    Il bombardamento ad opera di Israele di un edificio annesso all'ambasciata iraniana a Damasco ha provocato una decina di morti, tra cui un importante generale iraniano e altri sei membri dei pasdaran, le Guardie rivoluzionarie dell'Iran. Colpire un'ambasciata equivale ad un attacco diretto al paese che essa rappresenta. Per adesso le potenze imperialiste non si combattono direttamente, ma per procura. Nel caso del conflitto israelo-palestinese, l'Iran utilizza Hamas e il Jihad islamico palestinese, ma anche Hezbollah in Libano e gli Houthi nello Yemen. L'attacco di Israele a Damasco ha alzato la tensione, accrescendo la possibilità del passaggio da una proxy war allo scontro diretto. L'Iran ha annunciato che risponderà nei tempi e nei modi che riterrà opportuni per vendicare l'uccisione dei propri militari.

    In Medioriente, la situazione sta evolvendo in una direzione opposta a quella dell'ordine. Israele deve gestire anche il fronte interno: oltre 100mila persone sono scese per le strade del paese dando luogo a quelle che sono state definite le più grandi manifestazioni antigovernative dal 7 ottobre. Le mobilitazioni più partecipate sono state a Tel Aviv, Haifa, e a Gerusalemme davanti alla sede del parlamento israeliano.

Rivista n°55, luglio 2024

copertina n° 55

Editoriale: Non potete fermarvi

Articoli: Evoluzione extra biologica - Transizione di fase. Prove generali di guerra

Rassegna: Presa d'atto - Il capitalismo è morto

Recensione: Dallo sciopero, alla rivolta, alla Comune - Guerra civile negli USA, ma non quella vera

Doppia direzione: Il programma immediato non ammette mediazioni

Raccolta della rivista n+1

Newsletter 245, 19 gennaio 2022

f6Libertà

Viviamo in una società che scoppia. I suoi membri, divisi o raggruppati secondo criteri il più delle volte arbitrari e casuali, non riescono più a darsi un'identità plausibile. La pandemia, invece di compattare gli individui intorno a provvedimenti utili alla salvaguardia della specie, ha aggravato la situazione facendo emergere ataviche tendenze all'irrazionale.

Continua a leggere la newsletter 245
Leggi le altre newsletter

Abbonati alla rivista

Per abbonarti (euro 20, minimo 4 numeri) richiedi l'ultimo numero uscito, te lo invieremo gratuitamente con allegato un bollettino di Conto Corrente Postale prestampato.
Scrivi a : mail2

Iscriviti alla newsletter

Iscriviti alla newsletter quindicinale di n+1.

Invia una mail a indirizzo email