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  • Resoconto teleriunione  13 ottobre 2020

Stato di incertezza

La teleconferenza di martedì sera, presenti 21 compagni, è iniziata con il commento delle notizie riguardo lo sviluppo dei vaccini per il Coronavirus 2.

La sperimentazione anglo-italiana condotta dall'azienda farmaceutica Astrazeneca si è fermata qualche settimana fa quando un volontario ha accusato gravi effetti collaterali; anche la ricerca capitanata da Johnson & Johnson ha subìto una battuta d'arresto, a causa di una reazione avversa in un paziente. Nel passato la messa a punto dei vaccini contro varicella e papilloma virus e di quello esavalente (difterite, tetano, pertosse acellulare, poliomielite, epatite B ed haemophilus influenzae di tipo B) ha richiesto diversi anni. L'obiettivo della ricerca attuale è di centrare il risultato in soli 18 mesi. Perché tutta questa fretta? Evidentemente il sistema economico non riesce a sostenere la presente situazione socio-sanitaria ed è disposto a rischiare sulla salute delle persone accorciando i tempi di indagine. Se è vero che si tenterà in tutti i modi di evitare altri lockdown nazionali puntando invece su chiusure mirate e locali, è anche vero che ad un certo punto la situazione potrebbe sfuggire di mano.

I maggiori paesi europei (Francia, Inghilterra, Germania, Italia, Spagna) sono alle prese con una veloce crescita del numero dei contagi, dei malati gravi e dei morti. Una situazione del genere è già catastrofica per l'economia e se continuerà ad essere gestita in questo modo non potrà che peggiorare. Le misure di distanziamento sociale e di prevenzione approntate dai governi (l'Italia ha imposto l'uso delle mascherine anche all'aperto) vanno in contraddizione con gli affollamenti di pendolari sui mezzi pubblici e nelle stazioni. La borghesia non si muove in modo razionale, non lo può fare, perché da una parte deve salvaguardare il sistema sanitario, e dall'altro non può ostacolare la produzione e la circolazione delle merci. Anche da un punto di vista strettamente capitalistico, avrebbe più senso fermare il contagio prima che esso divenga incontrollabile, ma sappiamo che le contrapposizioni tra regioni e amministrazioni centrali, governi e "parti sociali", interessi generali e particolari, indeboliscono invece che rafforzare l'azione degli stati.

Tenere insieme salute e capitale è impossibile: o l'una o l'altro. La situazione sociale prodotta dalla pandemia è ben sintetizzata dal titolo di un articolo della nostra corrente: "Nel vortice della mercantile anarchia". Le Monde, riprendendo uno studio della Banca Mondiale, scrive che la pandemia potrebbe far precipitare 150 milioni di persone in condizioni di estrema povertà. In Spagna il tasso di disoccupazione tra i giovani è quasi del 50%, e in Italia e Francia le percentuali sono simili. La Confederazione sindacale europea afferma che l'Europa rischia un'ecatombe sul lavoro. E' sempre più chiaro che, anche nei paesi a vecchio capitalismo, un'intera generazione comincia a non avere nulla da perdere all'infuori delle proprie catene.

Ignazio Visco, governatore della Banca d'Italia, in un'intervista al Corriere della Sera (11.10.20) afferma che lo stato di incertezza economico è dovuto a tre fattori: problema sanitario (durata della pandemia), problema psicologico o soggettivo (calo del consumo aggregato), questione di come sarà il mondo post-pandemia (investimenti). Egli ammette che "finché non si capisce come sarà il nuovo mondo - magari con più digitale, con modifiche nelle attitudini di consumo, un turismo diverso e più regolato – la struttura della produzione e la natura degli investimenti non saranno definite e potremmo vivere una transizione complicata. Questo è il quadro che più mi preoccupa, perché oggi è difficile dare risposte".

In attesa di capirci qualcosa, il governatore della Banca d'Italia consiglia al governo di potenziare i sussidi di disoccupazione e il sostegno ai redditi. Anche perché, dice, bisogna tenere conto dell'altissima produttività dovuta ad "un'innovazione tecnologica continua, rapida e molto forte che tende a ridurre i prezzi e distorcere la stima statistica della loro crescita". Che si stia riferendo al processo di negazione della legge del valore in corso?

Infine, alla domanda dell'intervistatore sul futuro dei giovani risponde: "Credo servano i fatti, non le parole. Dire a un giovane 'stai tranquillo' – senza fatti che lo sostengano – non è utile, è sbagliato."

Siamo all'ennesima capitolazione ideologica della borghesia di fronte al marxismo, che insieme alle altre è indice della maturità del comunismo inteso come "movimento reale che abolisce lo stato di cose presente". In Spagna, l'economista Santiago Niño Becerra ipotizza la fine del capitalismo tra cinquant'anni; secondo lo studioso, la crisi sociale e sanitaria causata dal virus ha solo accelerato un processo già in atto.

Il Coronavirus 2 ha messo in moto processi invisibili che possono inceppare il sistema da un momento all'altro, fattori che si rivelano soltanto quando accadono, perché difficili da individuare. Esempio: se per qualche motivo dovesse rallentare la circolazione dei beni, soprattutto quelli alimentari, si potrebbe innescare una reazione a catena che nessuno potrebbe controllare. Inizia a mancare la merce in qualche supermercato, il panico si diffonde tra la popolazione, parte la corsa agli scaffali, ecc. Quelli descritti sono fenomeni imprevedibili che possono causare effetti domino, essendo i sistemi complessi concatenati. Se si diffondesse una sfiducia generale verso il sistema e le persone iniziassero a circolare senza mascherina fregandosene delle ordinanze, potrebbero generarsi catene consequenziali ingestibili, e a quel punto la "questione sanitaria" si trasformerebbe in "questione sociale".

In tale quadro, il reddito di cittadinanza diventa una misura quasi obbligatoria per gli stati, dato che secondo alcune stime potrebbero essere a rischio 50 milioni di posti di lavoro in Europa. L'aumento della produttività porta la componente di lavoro umano presente nel costo della merce ad essere sempre più irrisoria (qualche anno fa Luciano Gallino calcolò che in un automobile Fiat il "costo del salario" è l'8% del prezzo di vendita). Ci si avvicina ad una condizione estrema, che può portare al collasso dei parametri che tengono in piedi il capitalismo. Il mondo è in subbuglio da anni: in questo ultimo periodo a far parlare di sé è l'Indonesia, dove la rivolta va avanti da giorni; il paese si aggiunge ad una lunga lista di stati in pieno marasma sociale che ormai non trovano più spazio sui giornali (Bielorussia, Cile, Bolivia, ecc.).

All'udienza generale nella Biblioteca del Palazzo Apostolico, Papa Francesco ha richiamato l'attenzione sull'economia del nostro tempo, malata e bisognosa di cure. Ma il capitalismo non è un malato da guarire, è un cadavere che ancora cammina. Come dice Lenin ne L'imperialismo:

"I rapporti di economia e di proprietà privata formano un involucro che non corrisponde più al suo contenuto. Esso deve andare inevitabilmente in putrefazione qualora ne venga ostacolata l'eliminazione."

Lo schema marxista-leninista canonico, quello che vede il partito rivoluzionario penetrare gradualmente nei sindacati, ingrossare le proprie fila, fino ad arrivare alla presa del potere, potrebbe risultare inadeguato di fronte ad un collasso sistemico, che è invece contemplato dalle teorie dei sistemi complessi (Roberto Vacca, Il medioevo prossimo venturo. La degradazione dei grandi sistemi). Nella storia sono già avvenuti crolli repentini di civiltà, per invasioni di altre popolazioni o per motivazioni economiche.

Le dichiarazioni di impotenza da parte della borghesia rispetto alla situazione economica, sociale e sanitaria, sono il segnale di una transizione di fase epocale. Niente di imprevisto: nel filo del tempo "Dottrina del diavolo in corpo", ad esempio, si sottolinea come il capitalista non serva più: il capitale vive benissimo senza di lui. E viene citato Marx:

"Convertendo denaro in merci che servono come elementi costitutivi materiali di un nuovo prodotto, come fattori del processo lavorativo; incorporando nella loro morta oggettività la forza lavoro viva, il capitalista trasforma valore, cioè lavoro morto, passato, oggettivato, in capitale, in valore che si valorizza, in mostro animato che comincia a 'lavorare' come se gli fosse entrato amore in corpo".

Il capitalismo va avanti autonomamente, nella sala comandi non c'è nessuno. Ciò vuol dire che adesso la specie umana non è attrezzata per affrontare questa emergenza e, soprattutto, quelle che verranno.

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