Nello studio della flora e della fauna, delle piante e delle migliaia di esseri viventi, si è delineata una corrente scientifica che vede nell'associazione il motore dell'evoluzione. Ovviamente, per la borghesia l'Uomo non fa parte di questo insieme essendo superiore al resto della biosfera. La biologa Lynn Margulis (sostenitrice insieme a J. Lovelock dell'ipotesi Gaia), nel libro Microcosmo sostiene invece che la vita è sorta da una cooperazione fisica iniziale e si tratta quindi di un fenomeno simbiotico, di una "proprietà emergente": nessuna molecola di per sé è viva, solo l'intera cellula rappresenta un'entità vivente e cioè un centro attrattore di altre entità viventi. Ciò significa che vengono conservate solo quelle che altrove abbiamo chiamato differenze utili, quell'informazione che permette lo strutturarsi della complessità organica.
Negli animali ci sono branchi e stormi, nella specie umana prima tribù e poi famiglie, fino alla forma più alta di cooperazione che è la Gemeinweisen (comunità umana). Come umanità andiamo verso quel tipo di organizzazione: "Superuomo, ammosciati!" vuole dimostrare che la figura del "battilocchio" è legata ad una società morente, che ha fatto il suo tempo. Nel rompersi dell'atomo che libera energia, non c'è una gerarchia, non c'è un capo, ma reazioni a catena che determinano la liberazione dell'energia stessa.
In altri lavori abbiamo approfondito la storia del matriarcato, che per millenni ha contrassegnato il divenire della nostra specie. Quella che oggi viene chiamata antica famiglia era in realtà una gens, ovvero un insieme di individui che vivevano in comunione e dove il ruolo della donna era fondamentale; quei rapporti sociali si sono persi con la formazione delle società di classe e l'instaurazione della famiglia monogamica.
Sulla prossima rivista sarà pubblicato un articolo sulla "negentropia" (o entropia negativa), sul fatto che all'interno di un modo di produzione che si sta disgregando stanno emergendo nuovi rapporti sociali: milioni di individui collaborano a livello mondiale attraverso le reti per la realizzazione dei progetti più disparati (Linux, Wikipedia, ecc.), con o senza la presenza del valore (Quello che vuole la tecnologia, Kevin Kelly). In questo tipo di progetti, si fatica a individuare il genio singolo, mentre è rivelabile una genialità diffusa e collettiva. Il capitalismo ha sviluppato la grande industria come base della società futura, adesso tale base sta rompendo la famiglia mononucleare e tutte le vecchie sovrastrutture. La società nuova non ha bisogno di un uomo d'eccezione, non "abbisogna di un centro, di un vertice, di una passerella di comando, di sinedri in cui si faccia la consegna delle chiavi e dei segreti di dominio".
Gli uomini fanno la loro storia, ma non in modo arbitrario, bensì nelle circostanze che trovano davanti a sé (Marx, Il 18 Brumaio di Luigi Bonaparte). Lo Stato è una macchina che va avanti non perché c'è un macchinista particolarmente intelligente, ma perché una moltitudine di individui e strutture ne rende possibile l'esistenza. Il pannello di controllo c'è già, non si può modificare ed è il riflesso di precisi rapporti di classe. Anche in ambito bellico non serve più il condottiero, oggi sostituito da un algoritmo (per individuare gli obiettivi da bombardare nella Striscia di Gaza, Israele utilizza Gospel, un sistema di intelligenza artificiale che, tramite l'analisi dei dati presenti in un database creato dall'intelligence israeliano, ha la capacità "suggerire" dove dirigere il fuoco).
Nel libro L'albero intricato. Una nuova e radicale storia della vita, David Quammen (conosciuto dal grande pubblico per il bestseller Spillover) sostiene che quasi l'8% del genoma umano consiste di retrovirus endogeni. Noi siamo l'integrazione cooperativa di creature che vivono al nostro interno, e lo dimostra il fatto che in "ognuna delle nostre cellule umane risiedono batteri catturati, da lungo trasformati in mitocondri, senza i quali non potremmo esistere". Sorgono quindi degli interrogativi su che cosa sia una specie e che cosa sia un'individualità. Il linguaggio risente della struttura della società: ci vuole una rivoluzione per comunicare in modo diverso (se non c'è più la proprietà non ha più senso il possessivo "mio", "tuo", "nostro", "vostro"). In ambito marxista il partito rivoluzionario è sovente inteso come un raggruppamento di uomini organizzato in vertice e base, una struttura a forma piramidale che riflette il funzionamento della società di classe (1%/99%). Da buoni materialisti sosteniamo la capacità della materia di autorganizzarsi senza bisogno di un intervento divino o volontaristico.
Nelle Tesi di Milano del 1966 è scritto:
"La organicità del partito non esige affatto che ogni compagno veda la personificazione della forma partito in un altro compagno specificamente designato a trasmettere disposizioni che vengono dall'alto. Questa trasmissione tra le molecole che compongono l'organo partito ha sempre contemporaneamente la doppia direzione; e la dinamica di ogni unità si integra nella dinamica storica del tutto. Abusare dei formalismi di organizzazione senza una ragione vitale è stato e sarà sempre un difetto ed un pericolo sospetto e stupido."
La Sinistra ha anticipato le teorie dell'auto-organizzazione, precorrendo il moderno linguaggio della teoria della complessità. Essa ha molto insistito sull'importanza di riconoscere i saggi di comunismo presenti nel capitalismo. Il movimento anticapitalista Occupy Wall Street ha rifiutato la figura del leader, si è organizzato a rete, ha voltato le spalle alla "politica", ha mantenuto un profilo anonimo. Ciò non è avvenuto grazie alla genialità degli organizzatori, ma al fatto che tale movimento, essendo nato nel cuore del capitalismo, a New York, si è basato sul massimo livello raggiunto dalla forza produttiva sociale. La prossima rivoluzione, più che sugli insegnamenti dalle passate esperienze, dovrà trarre ispirazione dal futuro, che è una forza che agisce sul presente.
In chiusura di teleconferenza, si è accennato alla recente intervista a Lucio Caracciolo de L'Unità ("L'Ucraina è un paese fallito, Biden un presidente sconfitto"). Il direttore di Limes afferma che l'Ucraina ha perso quasi un terzo della sua popolazione (milioni di profughi non torneranno più nel paese d'origine) e ha un problema grave di approvvigionamento di munizioni e armi; sostiene, inoltre, che Israele non ha una chiara strategia per il dopoguerra e deve affrontare una situazione instabile al suo interno. Il limite di analisti d'eccezione come Caracciolo sta nel fermarsi alla descrizione dello stato di cose presente, al massimo arrivando a dare consigli agli Stati su come muoversi sullo scacchiere internazionale, senza riuscire a concepire un futuro diverso da quello che ci propina il capitalismo. Si tratta di un limite di classe, dovuto alla loro collocazione sociale.