Informazioni aggiuntive

  • Resoconto teleriunione  27 febbraio 2024

Grandi accelerazioni

La teleriunione di martedì sera, presenti 16 compagni, è iniziata con alcune cosiderazioni riguardo l'evoluzione del conflitto in Ucraina.

Dopo due anni di guerra, la Russia ha occupato circa il 20% del territorio ucraino (l'area più industrializzata e ricca di materie prime), e sarà molto difficile per gli Ucraini riprendersi tale parte. Secondo il Wall Street Journal, attualmente il rapporto tra la quantità di proiettili sparati dai Russi e quella sparata dagli Ucraini è di circa 10 a 2. L'esercito russo difende le proprie postazioni e preme sul fronte cercando i punti deboli del nemico, che dopo la disfatta di Avdiïvka sta tentando di costruire una nuova linea difensiva. In un futuro negoziato, Mosca non cederà sui territori occupati poichè essi rappresentano una testa di ponte contro la penetrazione della NATO verso Est. Dal punto di vista economico, l'Ucraina è un Paese distrutto e sarebbe al collasso se non fosse per gli aiuti finanziari e militari di Europa e Stati Uniti.

Come abbiamo detto in più occasioni, la guerra in Ucraina va inquadrata nel contesto dei grandi cambiamenti geopolitici mondiali. L'apertura di nuovi scenari di crisi (Medioriente, Mar Rosso, ecc.) è un problema per gli Stati Uniti, sbirro globale, che non possono essere presenti ovunque scoppi un conflitto, anche perché al loro interno affrontano gravi problemi di tenuta sociale. In prospettiva, si aggiunge la questione dell'Indo-Pacifico che vede la Cina come un concorrente sempre più temibile.

Un altro punto da approfondire riguarda il tipo di armamenti che potranno essere adoperati in futuro, a cominciare da quelli già esistenti, come i missili ipersonici, i cannoni laser, i satelliti, ecc. Sembra che gli Houthi abbiano danneggiato alcuni cavi sottomarini collocati nei fondali del Mar Rosso. Gli USA, imperialismo delle portaerei, sono tali perché hanno il controllo di determinati snodi strategici del pianeta, ad esempio dello stretto di Bab al-Mandab; ma se una forza tutto sommato piccola può mettere a repentaglio il traffico marittimo globale, allora il loro potere viene messo in discussione. Per risolvere la questione, l'America non dovrebbe limitarsi a bombardare il territorio yemenita, ma inviare i fantaccini terrestri così come fatto in altri contesti (Iraq e Afghanistan).

A proposito di invio di truppe, il presidente francese Macron ha paventato la possibilità di schierare contingenti occidentali in Ucraina, un'affermazione che la Russia ha ovviamente recepito come una minaccia. Mandare truppe in Ucraina vuole dire lasciare scoperte altre parti del mondo. La dottrina militare americana prevede l'impegno delle sue forze armate al massimo su due teatri bellici, ma ora se ne potrebbero aprire altri, a cominciare dal fronte interno, e questo i nemici degli USA lo sanno bene. Recentemente, un soldato americano si è dato fuoco davanti all'ambasciata di Israele a Washington in protesta per la strage di civili palestinesi in corso a Gaza, e nelle università del paese ci sono state varie manifestazioni contro la guerra e contro l'appoggio del governo Biden a quello di Netanyahu.

La crisi storica del capitalismo senile produce marasma sociale un po' ovunque. A Bruxelles, ci sono stati scontri tra agricoltori e polizia e decine di trattori hanno bloccato il quartiere degli uffici. Per la nostra corrente, nei momenti di polarizzazione sociale le mezze classi sono le prime a muoversi. Negli USA, ad esempio, cresce il numero di iscritti a corsi di tecniche di sopravvivenza, e vi sono gruppi che provano a sganciarsi da Internet per imparare a sopravvivere autonomamente di fronte alla catastrofe che temono arriverà.

Le dichiarazioni del presidente del consiglio italiano circa il bisogno di regolamentare lo sviluppo dell'intelligenza artificiale vanno proprio nella direzione di salvaguardare le mezze classi. Dice Giorgia Meloni, in una intervista al quotidiano giapponese Yomiuri Shimbun: l'IA "può generare grandi opportunità, ma può anche nascondere enormi rischi per le nostre società. Siamo di fronte alla reale possibilità che molte professioni, anche altamente qualificate, vengano rapidamente sostituite da algoritmi, causando crisi sociali e contribuendo ad ampliare il divario tra ricchi e poveri, spazzando potenzialmente via la classe media."

La velocità delle trasformazioni tecnologiche costringe il mondo a rincorrerle. OpenAI ha lanciato Sora, un modello di intelligenza artificiale capace di creare video partendo da righe di testo: il timore è che questi video sintetici siano indistinguibili da quelli reali. Mistral AI, un'azienda composta da 25 dipendenti con un'età media di trent'anni, ha creato un modello linguistico di grandi dimensioni (LLM) che tiene testa a ChatGPT 4, raccogliendo investimenti da Microsoft e lavorando con modelli open source. A chi potrebbero andare in mano queste tecnologie e come possono essere usate, è quello che si chiedono in molti. Una startup finlandese, Silo AI, ha presentato un nuovo LLM ancora più aperto di quello di Mistral, fornendo informazioni su come è stato addestrato e sul software utilizzato. Gli sviluppi tecnologici sono talmente veloci che gli Stati non riescono a muoversi in tempo per regolamentarli, anche perché è difficile farlo senza un coordinamento a livello mondiale. Meta ha annunciato il lancio di V-JEPA, un modello non generativo che apprende prevedendo le parti mancanti o mascherate di un video in uno spazio di rappresentazione astratto. Nelle dichiarazioni dei suoi progettisti:

"Il nostro obiettivo è costruire un'intelligenza automatizzata avanzata in grado di apprendere come gli esseri umani, realizzando modelli interni del mondo che ci circonda per apprendere, adattarsi e creare efficientemente piani adeguati allo svolgimento di compiti complessi".

Siamo prossimi ad una tornata di elezioni nel mondo e arrivano notizie di avatar che fanno comizi. In Pakistan il candidato Imran Khan, attualmente in carcere, è riuscito a comunicare con l'esterno attraverso video creati con l'IA partendo dai discorsi trasmessi agli avvocati. Questo insieme di tecnologie rappresenta un bel cruccio per la classe dominante perché è di difficile controllo, i complottisti hanno gioco facile nel dire che le immagini che si vedono in Rete non sono reali, che Internet non esiste più (Wired, "Vuoi vedere che internet è morta davvero?"). Ad un certo punto non si riesce più a distinguere se un video, una foto o un testo siano stati prodotti da uomini o processati da un programma. Essendo il campo dell'IA un settore di punta dove si riversano gli investimenti dei colossi del tech, c'è una forte spinta verso l'innovazione e si è messo in moto un processo auto-catalitico, che si fa da sé.

Abbiamo poi affrontato il tema dell'agricoltura, anche in seguito alle proteste del settore. Gran parte delle aziende agricole dei paesi a vecchia industrializzazione sono digitalizzate o si stanno avviando verso processi, come l'utilizzo di robot, che ne cambiano la natura. Secondo l'Istat, in Europa, ci sono sempre meno aziende agricole (ma più grandi), e nuove forme di gestione dei terreni.

Nell'articolo "L'uomo ed il lavoro del Sole" abbiamo visto come l'agricoltura sia già al di fuori dal circuito capitalistico, essendo un settore sostenuto dai sussidi statali, anche per ragioni strategiche. Gli Stati, infatti, non possono permettersi che parte della popolazione non possa mangiare. L'agricoltura non solo è un'infima parte dell'economia, ma è considerata dai paesi occidentali come una specie di "servizio nazionale all'alimentazione".

La massa delle non classi pesa enormemente sul bilancio di uno stato moderno: tra il 2021 e il 2027 le politiche agrarie dell'Europa richiederanno una spesa di circa 400 miliardi di euro (Il Post, "Quanto valgono i sussidi europei all'agricoltura"). Gli agricoltori non hanno nessun potere sulle dinamiche del mercato e chiedono ai governi e all'Unione Europa di intervenire aiutandoli di più, chiudendo gli occhi sull'uso di pesticidi e di altri elementi chimici tossici. Ma tant'è, oggi non può esistere un capitalismo che funzioni senza continui rattoppi in termini di sovvenzioni, stimoli monetari e sostegni all'economia. Comunque, per distribuire plusvalore, dev'essercene.

Articoli correlati (da tag)

  • La guerra è dissipazione di energia

    La teleriunione di martedì sera è iniziata discutendo dell'evoluzione degli attuali scenari di guerra.

    Gli Stati, anche quelli importanti come USA e Federazione Russa, faticano a tenere il passo nella produzione di munizioni necessaria per il conflitto in corso in Ucraina. Il Fatto Quotidiano riporta alcuni dati significativi: nel giugno 2022 i Russi sparavano 60 mila colpi al giorno, a gennaio del 2024 ne sparavano 10-12 mila contro i 2 mila dell'esercito avversario. Senza l'aiuto dell'Occidente l'Ucraina sarebbe già collassata, ma ora l'America ha delle difficoltà: "Gli Usa, il principale fornitore di proiettili di artiglieria dell'Ucraina, producono 28mila munizioni da 155 mm al mese con piani di aumento della produzione a 100mila entro il 2026." La fabbricazione di tali quantità di munizioni comporta uno sforzo nell'approvvigionamento di materie prime, e infatti c'è una corsa all'accaparramento di scorte di alluminio e titanio. Già l'anno scorso l'Alto rappresentante UE per la politica estera, Josep Borrell, affermava: "In Europa mancano le materie prime per produrre le munizioni da mandare all'Ucraina".

    Se in un contesto di guerra limitato al territorio ucraino scarseggiano i proiettili, proviamo a pensare cosa potrebbe accadere se il conflitto si estendesse territorialmente e si prolungasse. Si stanno sperimentando nuove armi, ma per adesso queste non hanno preso il posto delle vecchie. Il volume di fuoco è diventato insostenibile, la struttura produttiva internazionale, per come si è configurata negli ultimi decenni, non sarebbe in grado di reggere un conflitto convenzionale generalizzato per lungo tempo. L'Occidente ha delocalizzato parte delle industrie pesanti (quelle che lavorano acciaio e ferro) in Asia, e ora si rende conto che dipende dagli altri e cerca di correre ai ripari. Metà del totale dell'acciaio mondiale è prodotto in Cina, la stessa Unione Europea riceve l'80% delle forniture di armi da paesi extra-europei. Paesi come la Russia, la cui industria primaria (siderurgica, metallurgica, meccanica e petrolchimica) è più sviluppata rispetto a quella secondaria, sono avvantaggiati. Putin ha dato il via libera ad esercitazioni con le atomiche tattiche al confine con l'Ucraina, in risposta alle dichiarazioni di Macron sulla possibilità di inviare truppe occidentali in territorio ucraino, e di quelle del ministro degli Esteri britannico Cameron, che ha autorizzato l'Ucraina ad usare le armi fornite dalla Gran Bretagna per colpire obiettivi all'interno della Russia. Alcuni paesi europei pensano di reintrodurre il servizio di leva obbligatorio, ma tali cambiamenti hanno bisogno di tempo; inoltre, gli eserciti d'oggi sono professionali, composti da personale altamente specializzato.

  • L'attenzione verso il linguaggio

    La teleconferenza di martedì sera è iniziata riprendendo gli argomenti trattati durante la riunione pubblica tenuta a Milano lo scorso 20 aprile.

    La conferenza, incentrata sul tema "Guerra e nuove tecnologie", si è tenuta presso il circolo anarchico Bruzzi-Malatesta. Al termine della riunione sono state poste alcune domande riguardo la socializzazione del capitale e le strutture fisiche alla base della guerra cibernetica, che ci hanno dato l'occasione di ribattere alcuni chiodi teorici. L'impressione che abbiamo avuto è stata positiva sia per la presenza di giovani che per l'attenzione del "pubblico" durante lo svolgimento di tutta la relazione.

    L'acutizzarsi della guerra e lo sviluppo di nuove armi fanno parte di un processo unico, di una dinamica di crisi strutturale del capitalismo. I fatti hanno la testa dura, dice Lenin, e la realtà si incarica di fare piazza pulita delle vecchie "questioni" che in passato sono state motivo di interminabili dibattiti (partito, sindacato, ecc.). Nell'introduzione alla relazione di Milano è stato ribadito che il capitalismo non può funzionare senza l'estrazione di plusvalore, e che la guerra, fenomeno invariante, si è trasformata nel tempo essendo soggetta al modo di produzione che la esprime. Engels nota che l'innescarsi della dialettica cannone/corazza porta all'intensificazione del conflitto, motivo per cui, ad esempio, ben presto le barricate risultano obsolete rispetto all'impiego dell'artiglieria.

  • La guerra e il suo contesto

    La teleriunione di martedì sera è iniziata dall'analisi del recente attacco dell'Iran ad Israele.

    Secondo un portavoce dell'esercito israeliano, nell'azione compiuta nella notte tra il 13 e il 14 aprile l'Iran ha impiegato 170 droni, 30 missili da crociera e 120 missili balistici, che sono stati quasi tutti abbattuti. L'attacco è stato simbolico, le nazioni arabe erano state avvertite e probabilmente anche gli Americani; dopo il bombardamento di un edificio annesso all'ambasciata iraniana a Damasco il primo aprile scorso, Teheran non poteva non rispondere. Gli USA hanno chiesto ad Israele di evitare una reazione a caldo e di pazientare, onde evitare un'escalation; gli Iraniani hanno dichiarato che se Israele lancerà un nuovo attacco essi colpiranno più duro: "Con questa operazione è stata stabilita una nuova equazione: se il regime sionista attacca, sarà contrattaccato dall'Iran."

    Teheran è all'avanguardia nella produzione di droni, ha sviluppato un'industria bellica specializzata e vende queste tecnologie alla Russia ma anche ad Algeria, Bolivia, Tagikistan, Venezuela ed Etiopia.

    Ciò che sta accadendo in Medioriente conferma l'importanza del lavoro sul wargame, a cui abbiamo dedicato due numeri della rivista (nn. 50 - 51). I giochi di guerra servono a delineare scenari futuri, e le macchine amplificano le capacità dell'uomo aiutandolo a immaginare come potrebbero svilupparsi i conflitti in corso. Gli eserciti e gli analisti militari che lavorano con i wargame sono in grado di accumulare grandi quantità di informazioni, ma sono però costretti a vagliarne solo una parte. È un dato oggettivo: i big data vanno ordinati e l'ordine risente dell'influenza di chi applica il setaccio.

Rivista n°54, dicembre 2023

copertina n° 54

Editoriale: Reset

Articoli: La rivoluzione anti-entropica
La guerra è già mondiale

Rassegna: Polarizzazione sociale in Francia
Il picco dell'immobiliare cinese

Terra di confine: Macchine che addestrano sè stesse

Recensione: Tendenza #antiwork

Raccolta della rivista n+1

Newsletter 245, 19 gennaio 2022

f6Libertà

Viviamo in una società che scoppia. I suoi membri, divisi o raggruppati secondo criteri il più delle volte arbitrari e casuali, non riescono più a darsi un'identità plausibile. La pandemia, invece di compattare gli individui intorno a provvedimenti utili alla salvaguardia della specie, ha aggravato la situazione facendo emergere ataviche tendenze all'irrazionale.

Continua a leggere la newsletter 245
Leggi le altre newsletter

Abbonati alla rivista

Per abbonarti (euro 20, minimo 4 numeri) richiedi l'ultimo numero uscito, te lo invieremo gratuitamente con allegato un bollettino di Conto Corrente Postale prestampato.
Scrivi a : mail2

Iscriviti alla newsletter

Iscriviti alla newsletter quindicinale di n+1.

Invia una mail a indirizzo email