Nei giorni scorsi il presidente francese Emmanuel Macron ha dichiarato che non è da escludere la possibilità di un dispiegamento di soldati dell'Alleanza Atlantica in Ucraina. Nonostante le smentite di Germania, Italia, Stati Uniti, Gran Bretagna, Svezia, Spagna e Repubblica Ceca, l'invio di truppe occidentali sul suolo ucraino resta uno scenario possibile. Il 20% dell'Ucraina è in mano alla Russia, che non sembra particolarmente in difficoltà; il fronte occidentale, al contrario, è tutt'altro che compatto. Lo schieramento di contingenti dell'alleanza richiederebbe la mobilitazione della società intera, ma le popolazioni dei paesi occidentali sono restie al coinvolgimento in teatri bellici, e inoltre rimarrebbe il problema della capacità di produrre le armi e le munizioni necessarie. Per il ministro della Difesa Guido Crosetto, "l'Occidente ha scoperto di avere una capacità produttiva molto inferiore rispetto a quella russa, e ha bisogno di tempo per invertire la rotta."
La NATO sta compiendo una delle più grandi esercitazioni dal 1988. Denominata Steadfast Defender 24, l'operazione si svolgerà in diversi paesi e coinvolgerà oltre 90mila soldati e migliaia di mezzi aerei, terrestri e navali, affrontando lo scenario previsto dall'articolo 5 dell'organizzazione atlantica, ovvero l'assistenza militare in caso di attacco ad un membro NATO. La quantità di mezzi e uomini, la logistica e le comunicazioni necessarie rappresentano nei fatti una vera e propria mobilitazione, dato che si pianificano operazioni che poi verranno realizzate sul campo fino al raggiungimento di determinati obiettivi. In questo tipo di esercitazioni si testano le capacità di intercettazione dei nemici, ma anche le proprie. Quella in corso è la guerra dei radar, dei satelliti e dell'elettronica, in cui gli eserciti combattono con le armi della Seconda Guerra mondiale ma al tempo stesso iniziano ad utilizzare nuove tecnologie e nuove dottrine ("La Quarta Guerra Mondiale").
La Russia non ha la forza industriale e militare per attaccare la NATO, sta difendendo la sua area di influenza (l'Ucraina è storicamente considerata il cuore della Russia). Essa è un gigante militare ma un nano economico, almeno in confronto ad USA e Cina. Come scritto nell'articolo "La politiguerra degli Stati Uniti d'America", gli USA svolgono il ruolo di sbirro globale ma, quando compariranno le prime crepe, il mondo gli si rivolterà contro. La guerra in Ucraina, quella in Medioriente, il delicato dossier Taiwan sono situazioni diverse, eppure unite da un unico filo conduttore e cioè dal fatto che il mondo sta iniziando a percepire che gli USA non hanno più la capacità di controllo del passato. La guerra in Donbass è iniziata nel 2014 con Euromaidan e lo scontro tra le forze separatiste filorusse e le forze governative ucraine; la Russia ha deciso di attaccare soltanto nel 2022, probabilmente perchè i suoi wargame hanno segnalato una possibilità che prima non c'era. Quando si parla di equilibri mondiali che si stanno modificando, si fa riferimento a fatti come la crescita demografica di alcune aree (Cina, India, Africa, ecc.), o lo spostamento di porzioni del PIL globale. Il cosiddetto Occidente rappresenta solo un miliardo di abitanti.
Quando riprendiamo l'affermazione della Sinistra "o passa la guerra, o passa la rivoluzione" (Bordiga a Ceglia, 1957), lo facciamo perché l'umanità sta rischiando grosso. Lo sviluppo di sistemi d'arma basati sull'Intelligenza Artificiale avrà un impatto enorme sulla guerra, sempre più in mano alle macchine. Basti pensare che l'IA riesce ad analizzare una grande quantità di dati in poco tempo, velocizzando gli attacchi.
Nella Striscia di Gaza, dove la guerra è condotta in contesto urbano, la popolazione è alla fame e gli assalti ai camion che portano beni umanitari sono quotidiani, vediamo l'anticipazione di quanto potrebbe accadere nel prossimo futuro nei paesi di vecchia industrializzazione. Ad Haiti, bande armate che controllano varie porzioni del territorio si sono coalizzate e hanno costretto il presidente in carica a dimettersi, le caserme sono state assaltate e i detenuti nelle carceri liberati. Questo tipo di situazioni comincia ad estendersi.
In un'intervista su YouTube ("La storia dell'esercitazione NATO che prepara l'offensiva che non possiamo vincere"), il generale Fabio Mini ha affermato che la situazione in Ucraina è problematica sia per quanto riguarda i reparti in prima linea, dato che i Russi hanno in mano l'iniziativa, sia per la carenza di uomini, armi e munizioni. Mini dice che i politici capiscono poco della guerra presi come sono dalle dinamiche elettorali e di consenso; i militari, invece, hanno una visione sistemica e in una situazione di conflitto armato sono gli unici a sapere cosa fare. Come abbiamo scritto nell'editoriale "Le attenzioni dello Stato", "di quale parte si farebbero strumento le forze armate il giorno in cui la società fosse davvero giunta al confine fra un modo di produzione putrefatto e un mondo completamente nuovo, proiettato nel futuro? Non è un assioma né una certezza scientifica, ma sappiamo che gli eserciti sono sempre stati uno strumento primario di tutte le rivoluzioni. Ai delegati bolscevichi dei soviet bastarono poche parole per conquistare l'armata golpista di Kornilov scagliata contro la rivoluzione."
L'intervista finisce con un'osservazione significativa: il contenuto delle conversazioni tra i generali tedeschi intercettate dai Russi sulla possibilità di rifornire gli ucraini di missili Taurus (dotati di una gittata di 500 chilometri) non devono stupire. Costantemente, gli eserciti pianificano e simulano scenari possibili, anche di attacchi non convenzionali con armi nucleari.
Israele non ha utilizzato la bomba atomica nella Striscia perché non serviva: con le armi convenzionali si possono fare distruzioni altrettanto vaste; e lo stesso discorso vale per la Russia in Ucraina. Ma se in una guerra mondiale una delle grandi potenze è messa alle strette, allora può innescarsi un processo che prima sembrava impossibile, ad esempio l'utilizzo di atomiche tattiche.
La guerra ha mille sfaccettature, anche dal punto di vista ideologico e propagandistico: all'interno dei paesi occidentali ci sono i partigiani pro-Russia o pro-Ucraina, pro-Israele o pro-Hamas. I servizi segreti lavorano senza sosta per orientare le opinioni pubbliche proprie e altrui, sia tramite l'uso dei social media che attraverso l'opera di agenti di influenza, che a volte non sono legati da un rapporto organico con le intelligence statali.
La guerra è praticamente globale. L'Italia invia armi in Ucraina ed è presente nel Mar Rosso con la missione militare Aspides, in supporto all'operazione Prosperity Guardian a direzione statunitense. Per lo stretto di Bab el Mandeb passano cavi sottomarini importanti per il funzionamento di Internet e gli Houthi non sembrano intenzionati a fermare gli attacchi contro navi e mercantili. Come abbiamo scritto in "Guerre stellari e fantaccini terrestri" (1983), lo scenario di guerra moderno è altamente contradditorio: l'utilizzo della tecnologia nel campo della guerra fa sì che la scienza venga incorporata nelle armi, ma il controllo del territorio può avvenire esclusivamente con l'impiego di fantaccini. Gli Americani e i loro alleati bombardano le postazioni dei nemici, ma stanno perdendo il controllo su vaste aree del pianeta e su hub strategici. Il moltiplicarsi di situazioni out of control, come nel caso dello Yemen degli Houthi, di Haiti e di tanti altri luoghi nel mondo, è il segno dei tempi.