Informazioni aggiuntive

  • Resoconto teleriunione  12 marzo 2024

La guerra riflette la società, le armi riflettono la sua industria

La teleriunione di martedì 13 marzo, presenti 15 compagni, è iniziata commentando alcune news sulla guerra globale.

Papa Francesco, che già da qualche mese ha lanciato l'allarme riguardo il passaggio dalla terza guerra mondiale combattuta a pezzi ad un vero e proprio conflitto mondiale, ha invitato il governo ucraino ad una riflessione seria sul da farsi, affermando "che è più forte quello che vede la situazione, pensa al popolo e ha il coraggio della bandiera bianca e negoziare. E oggi si può negoziare con l'aiuto delle potenze internazionali. Ci sono. Quella parola negoziare è una parola coraggiosa."

La dichiarazione ha avuto una certa risonanza sui media perché il Papa, sostanzialmente, ha esortato il governo ucraino ad arrendersi, sostenendo che oramai l'Ucraina non ha più le forze per continuare a reggere lo scontro con la Russia. Il Vaticano è uno stato particolare, ha ramificazioni in tutto il mondo, e in quanto centro della cattolicità controlla un miliardo di fedeli ed ha una rete di influenza internazionale: disponendo di propri agenti anche in Ucraina, possiede informazioni dettagliate, comprese quelle sulla tenuta del fronte interno. Forte di una tradizione bimillenaria, la Chiesa fiuta gli scenari futuri.

Nei giorni scorsi il presidente francese Emmanuel Macron ha dichiarato che non è da escludere la possibilità di un dispiegamento di soldati dell'Alleanza Atlantica in Ucraina. Nonostante le smentite di Germania, Italia, Stati Uniti, Gran Bretagna, Svezia, Spagna e Repubblica Ceca, l'invio di truppe occidentali sul suolo ucraino resta uno scenario possibile. Il 20% dell'Ucraina è in mano alla Russia, che non sembra particolarmente in difficoltà; il fronte occidentale, al contrario, è tutt'altro che compatto. Lo schieramento di contingenti dell'alleanza richiederebbe la mobilitazione della società intera, ma le popolazioni dei paesi occidentali sono restie al coinvolgimento in teatri bellici, e inoltre rimarrebbe il problema della capacità di produrre le armi e le munizioni necessarie. Per il ministro della Difesa Guido Crosetto, "l'Occidente ha scoperto di avere una capacità produttiva molto inferiore rispetto a quella russa, e ha bisogno di tempo per invertire la rotta."

La NATO sta compiendo una delle più grandi esercitazioni dal 1988. Denominata Steadfast Defender 24, l'operazione si svolgerà in diversi paesi e coinvolgerà oltre 90mila soldati e migliaia di mezzi aerei, terrestri e navali, affrontando lo scenario previsto dall'articolo 5 dell'organizzazione atlantica, ovvero l'assistenza militare in caso di attacco ad un membro NATO. La quantità di mezzi e uomini, la logistica e le comunicazioni necessarie rappresentano nei fatti una vera e propria mobilitazione, dato che si pianificano operazioni che poi verranno realizzate sul campo fino al raggiungimento di determinati obiettivi. In questo tipo di esercitazioni si testano le capacità di intercettazione dei nemici, ma anche le proprie. Quella in corso è la guerra dei radar, dei satelliti e dell'elettronica, in cui gli eserciti combattono con le armi della Seconda Guerra mondiale ma al tempo stesso iniziano ad utilizzare nuove tecnologie e nuove dottrine ("La Quarta Guerra Mondiale").

La Russia non ha la forza industriale e militare per attaccare la NATO, sta difendendo la sua area di influenza (l'Ucraina è storicamente considerata il cuore della Russia). Essa è un gigante militare ma un nano economico, almeno in confronto ad USA e Cina. Come scritto nell'articolo "La politiguerra degli Stati Uniti d'America", gli USA svolgono il ruolo di sbirro globale ma, quando compariranno le prime crepe, il mondo gli si rivolterà contro. La guerra in Ucraina, quella in Medioriente, il delicato dossier Taiwan sono situazioni diverse, eppure unite da un unico filo conduttore e cioè dal fatto che il mondo sta iniziando a percepire che gli USA non hanno più la capacità di controllo del passato. La guerra in Donbass è iniziata nel 2014 con Euromaidan e lo scontro tra le forze separatiste filorusse e le forze governative ucraine; la Russia ha deciso di attaccare soltanto nel 2022, probabilmente perchè i suoi wargame hanno segnalato una possibilità che prima non c'era. Quando si parla di equilibri mondiali che si stanno modificando, si fa riferimento a fatti come la crescita demografica di alcune aree (Cina, India, Africa, ecc.), o lo spostamento di porzioni del PIL globale. Il cosiddetto Occidente rappresenta solo un miliardo di abitanti.

Quando riprendiamo l'affermazione della Sinistra "o passa la guerra, o passa la rivoluzione" (Bordiga a Ceglia, 1957), lo facciamo perché l'umanità sta rischiando grosso. Lo sviluppo di sistemi d'arma basati sull'Intelligenza Artificiale avrà un impatto enorme sulla guerra, sempre più in mano alle macchine. Basti pensare che l'IA riesce ad analizzare una grande quantità di dati in poco tempo, velocizzando gli attacchi.

Nella Striscia di Gaza, dove la guerra è condotta in contesto urbano, la popolazione è alla fame e gli assalti ai camion che portano beni umanitari sono quotidiani, vediamo l'anticipazione di quanto potrebbe accadere nel prossimo futuro nei paesi di vecchia industrializzazione. Ad Haiti, bande armate che controllano varie porzioni del territorio si sono coalizzate e hanno costretto il presidente in carica a dimettersi, le caserme sono state assaltate e i detenuti nelle carceri liberati. Questo tipo di situazioni comincia ad estendersi.

In un'intervista su YouTube ("La storia dell'esercitazione NATO che prepara l'offensiva che non possiamo vincere"), il generale Fabio Mini ha affermato che la situazione in Ucraina è problematica sia per quanto riguarda i reparti in prima linea, dato che i Russi hanno in mano l'iniziativa, sia per la carenza di uomini, armi e munizioni. Mini dice che i politici capiscono poco della guerra presi come sono dalle dinamiche elettorali e di consenso; i militari, invece, hanno una visione sistemica e in una situazione di conflitto armato sono gli unici a sapere cosa fare. Come abbiamo scritto nell'editoriale "Le attenzioni dello Stato", "di quale parte si farebbero strumento le forze armate il giorno in cui la società fosse davvero giunta al confine fra un modo di produzione putrefatto e un mondo completamente nuovo, proiettato nel futuro? Non è un assioma né una certezza scientifica, ma sappiamo che gli eserciti sono sempre stati uno strumento primario di tutte le rivoluzioni. Ai delegati bolscevichi dei soviet bastarono poche parole per conquistare l'armata golpista di Kornilov scagliata contro la rivoluzione."

L'intervista finisce con un'osservazione significativa: il contenuto delle conversazioni tra i generali tedeschi intercettate dai Russi sulla possibilità di rifornire gli ucraini di missili Taurus (dotati di una gittata di 500 chilometri) non devono stupire. Costantemente, gli eserciti pianificano e simulano scenari possibili, anche di attacchi non convenzionali con armi nucleari.

Israele non ha utilizzato la bomba atomica nella Striscia perché non serviva: con le armi convenzionali si possono fare distruzioni altrettanto vaste; e lo stesso discorso vale per la Russia in Ucraina. Ma se in una guerra mondiale una delle grandi potenze è messa alle strette, allora può innescarsi un processo che prima sembrava impossibile, ad esempio l'utilizzo di atomiche tattiche.

La guerra ha mille sfaccettature, anche dal punto di vista ideologico e propagandistico: all'interno dei paesi occidentali ci sono i partigiani pro-Russia o pro-Ucraina, pro-Israele o pro-Hamas. I servizi segreti lavorano senza sosta per orientare le opinioni pubbliche proprie e altrui, sia tramite l'uso dei social media che attraverso l'opera di agenti di influenza, che a volte non sono legati da un rapporto organico con le intelligence statali.

La guerra è praticamente globale. L'Italia invia armi in Ucraina ed è presente nel Mar Rosso con la missione militare Aspides, in supporto all'operazione Prosperity Guardian a direzione statunitense. Per lo stretto di Bab el Mandeb passano cavi sottomarini importanti per il funzionamento di Internet e gli Houthi non sembrano intenzionati a fermare gli attacchi contro navi e mercantili. Come abbiamo scritto in "Guerre stellari e fantaccini terrestri" (1983), lo scenario di guerra moderno è altamente contradditorio: l'utilizzo della tecnologia nel campo della guerra fa sì che la scienza venga incorporata nelle armi, ma il controllo del territorio può avvenire esclusivamente con l'impiego di fantaccini. Gli Americani e i loro alleati bombardano le postazioni dei nemici, ma stanno perdendo il controllo su vaste aree del pianeta e su hub strategici. Il moltiplicarsi di situazioni out of control, come nel caso dello Yemen degli Houthi, di Haiti e di tanti altri luoghi nel mondo, è il segno dei tempi.

Articoli correlati (da tag)

  • Sono mature le condizioni per una società nuova

    La teleriunione di martedì sera è iniziata con alcune considerazioni sulle strutture intermedie tra il partito e la classe.

    Occupy Sandy non era né un sindacato né, tantomeno, un partito, ma una struttura di mutuo-aiuto nata sull'onda dell'emergenza e dell'incapacità della macchina statale di intervenire efficacemente per aiutare la popolazione. In "Partito rivoluzionario e azione economica" (1951) si afferma che, nella prospettiva di ogni movimento rivoluzionario generale, non possono non essere presenti tali fondamentali fattori: un ampio e numeroso proletariato, un vasto strato di organizzazioni intermedie e, ovviamente, la presenza del partito rivoluzionario. Gli organismi di tipo intermedio non devono per forza essere strutture già esistenti (ad esempio i sindacati), ma possono essere forme nuove (come i Soviet in Russia). Il tema è stato approfondito in una corrispondenza con un lettore intitolata "Sovrappopolazione relativa e rivendicazioni sindacali".

    Nella tavola VIII (Schema marxista del capovolgimento della prassi), riportata in "Teoria ed azione nella dottrina marxista" (1951), vediamo che alla base dello schema ci sono le forme ed i rapporti di produzione, le determinazioni economiche e le spinte fisiologiche, che portano la classe a muoversi verso la teoria e la dottrina (partito storico), passando attraverso strutture intermedie. Si tratta di cicli di feedback che irrobustiscono la struttura del partito formale. Quando si parla di classe, partito e rivoluzione bisogna intendere una dinamica, un processo che si precisa nel corso del tempo:

  • Vedere oltre la catastrofe

    La teleriunione di martedì sera è iniziata affrontando il tema delle imminenti elezioni americane.

    Come nota The Economist nell'articolo "The risk of election violence in America is real", il termometro sociale negli USA registra l'aumento della tensione, con toni da guerra civile. Nel nostro testo "Teoria e prassi della nuova politiguerra americana" (2003), abbiamo scritto che "la direzione del moto storico, l'andare verso... è irreversibile. Se il determinismo ha un senso, gli Stati Uniti sono ciò che la storia del globo li ha portati ad essere."

    La polarizzazione economica e politica negli USA è il prodotto di una dinamica storica che possiamo far partire almeno dal 1971, quando il presidente Nixon eliminò l'ancoraggio del dollaro all'oro. Gli Stati Uniti assommano su di sé tutte le contraddizioni del capitalismo mondiale, e non è un caso che proprio lì sia nato un movimento avanzato come Occupy Wall Street che, nei suoi due anni di esistenza, ha voltato le spalle alla politica parlamentare, al leaderismo e al riformismo. Interessante, a tal proposito, la descrizione che viene fatta di Occupy Sandy nel libro Emergenza. Come sopravvivere in un mondo in fiamme di Adam Greenfield:

  • Cresce la tensione ovunque

    La teleriunione di martedì sera è iniziata commentando la situazione di guerra in Medioriente.

    Recentemente, le forze di difesa israeliane hanno preso di mira le basi UNIFIL presenti nel sud del Libano, lungo la "linea blu", con il chiaro intento di farle evacuare. Nell'attacco sono state distrutte le telecamere e le torrette di osservazione, e ci sono stati alcuni feriti tra i caschi blu. I ministri degli Esteri di Francia, Germania, Italia e Regno Unito hanno manifestato il loro disappunto, mentre Israele ha dichiarato di aver precedentemente invitato il comando UNIFIL a ritirarsi. Le truppe dell'ONU sono presenti in Libano dagli inizi degli anni '80 in quanto "forza militare di interposizione", ma evidentemente il tempo della mediazione è finito per lasciare spazio a quello della guerra aperta.

Rivista n°55, luglio 2024

copertina n° 55

Editoriale: Non potete fermarvi

Articoli: Evoluzione extra biologica - Transizione di fase. Prove generali di guerra

Rassegna: Presa d'atto - Il capitalismo è morto

Recensione: Dallo sciopero, alla rivolta, alla Comune - Guerra civile negli USA, ma non quella vera

Doppia direzione: Il programma immediato non ammette mediazioni

Raccolta della rivista n+1

Newsletter 245, 19 gennaio 2022

f6Libertà

Viviamo in una società che scoppia. I suoi membri, divisi o raggruppati secondo criteri il più delle volte arbitrari e casuali, non riescono più a darsi un'identità plausibile. La pandemia, invece di compattare gli individui intorno a provvedimenti utili alla salvaguardia della specie, ha aggravato la situazione facendo emergere ataviche tendenze all'irrazionale.

Continua a leggere la newsletter 245
Leggi le altre newsletter

Abbonati alla rivista

Per abbonarti (euro 20, minimo 4 numeri) richiedi l'ultimo numero uscito, te lo invieremo gratuitamente con allegato un bollettino di Conto Corrente Postale prestampato.
Scrivi a : mail2

Iscriviti alla newsletter

Iscriviti alla newsletter quindicinale di n+1.

Invia una mail a indirizzo email