Come dice Kevin Kelly in Out of control, la differenza tra il nato e il prodotto si fa sempre più sottile: le macchine stanno diventando biologiche e ciò che è biologico sta diventando meccanizzato. Oggi il software viene fatto con altro software per cui l'uomo controlla sempre meno il processo: "Stiamo incominciando a usare calcolatori che sono in grado di generare programmi molto complessi con metodi diversi [rispetto alla programmazione tradizionale]. Poiché non capiamo bene come fanno a girare, possiamo affermare che questo tipo di intelligenza ci sta sopravanzando. Mano a mano che costruiamo computer sempre più veloci, il processo sta diventando auto-catalitico [si organizza da sé]." (Daniel Hillis, in La Terza cultura).
La centralizzazione della conoscenza attraverso la Rete, dal punto di vista del cervello sociale, è un ritorno a quello che l'uomo ha sempre fatto fin da quando è in grado di progettare aspetti della vita sociale. A Göbekli Tepe, un sito paleolitico turco, gli archeologi hanno scoperto un "luogo fisico" in pietra dedicato alla centralizzazione della conoscenza dell'epoca. La triade unitaria produzione, ammasso e distribuzione regolata con le cretule (impasti di argilla fresca su cui veniva impresso un segno di riconoscimento) era un procedimento di tipo digitale dalla semplicità disarmante in rapporto alla gestione di società complesse come quelle della valle dell'Indo.
In quest'epoca di transizione dal capitalismo alla società futura, le invenzioni del mondo della merce non fanno più parte di questo stesso mondo. Bill Gates pensa di fare soldi con nuovi servizi elettronici, eppure è tra coloro che richiamano l'attenzione sull'impatto che avrà sulla società lo sviluppo di software sempre più intelligenti: simulando sempre più da vicino il modo di conoscere della nostra specie, le nuove tecnologie non possono che eliminare lavoro umano in abbondanza.
Si è poi passati a commentare gli sviluppi della crisi greca. I socialdemocratici si confermano i boia del proletariato, ovunque e da sempre. I sinistri, che si sono tanto entusiasmati con il referendum proposto da Syriza, adesso non sanno più a che santo votarsi. Dopo tentennamenti estenuanti, alla fine il borghesissimo governo greco ha accettato un accordo peggiore di quello respinto prima.
Nella vicenda intorno al debito della Grecia sono in gioco delicati rapporti geo-storici internazionali: se l'Europa si rifiuta di aiutare Atene, questa potrebbe rivolgersi alla Cina, e alla Russia, che, dopo quanto successo in Ucraina, non vede l'ora di mettere il bastone tra le ruote alla Nato.
Il proletariato è coinvolto nel marasma sociale in corso e fatica a darsi una direzione politica che sia all'altezza della situazione. Nell'epoca dell'imperialismo vige la guerra di tutti contro tutti per accaparrarsi il valore di una produzione socializzata in un mercato unico globale. Quanto accade in Grecia ha cambiato le prospettive dell'Europa per sempre, indietro non si torna. Tutti sono stati messi in guardia circa l'impossibilità non solo di gestire, ma anche di rattoppare, il sistema. E il rattoppo riguarda buona parte del mondo occidentale oberato da debiti stratosferici.
In chiusura di teleconferenza si è accennato al primo sciopero dei sindacati greci contro il governo Tsipras, e alla manifestazione #UnificandolasLuchas14J indetta da un coordinamento di lavoratori in lotta a Madrid. Dopo l'ondata d'indignazione piccolo-borghese capeggiata da Tsipras, Grillo e Iglesias, potrebbe presto arrivare uno tsunami dai contorni chiaramente classisti. Marx nelle prime righe de Le lotte di classe in Francia è netto: deve essere sconfitto il vecchiume politico, devono sparire la democrazia e il parlamentarismo, per rendere possibile l'avvento di qualcosa di veramente nuovo.