Quando non si comprende una realtà la si formalizza al massimo per ricavarne un modello, ma così facendo si semplifica un mondo che invece è complesso e ha delle differenze al suo interno. L'economia politica (con tutte le sue scuole) ormai rinuncia alla funzione di stabilizzazione del capitalismo, non è in grado di comprenderne il divenire, anche perché la realtà estremamente fuzzy è difficile da trattare con criteri di separatezza. In un articolo dedicato all'Internet delle cose l'Economist conferma le previsioni di Rifkin, ma lancia un grido d'allarme: la Rete non è controllabile, non è vendibile, non ha mercato e spinge migliaia di anonimi hacker a mettere i bastoni tra le ruote ai grossi gruppi economici. La Rete da un lato è essenziale per il funzionamento del capitalismo, dall'altro alimenta truppe di spioni; se una delle più grosse aziende produttrici di sistemi di sicurezza viene hackerata vuol dire che non c'è difesa possibile di fronte alla fame di informazione. Microsoft regalando Windows 10 sta facendo un'operazione di hackeraggio mondiale, ma legale, per cui un miliardo di computer saranno asserviti al colosso imperialistico. Una guerra totale condotta con altri mezzi rispetto al passato, di importanza epocale.
Dissoluzioni dei vecchi equilibri si notano nella politica dei paesi imperialistici. Basta vedere gli ultimi accordi tra America e Iran. Da anni scriviamo che, nonostante folklore e proclami, non si tratta di paesi nemici. Una guerra mondiale "a pezzetti" come direbbe Papa Francesco produce schieramenti che diventano funzionali alle proxy war. Il sistema delle guerre per procura funziona perché nessuno stato è in grado di intervenire ai quattro angoli del pianeta in scenari di guerra generalizzata. L'Iran con le sue milizie ha avuto un ruolo cruciale nel riprendere Tikrit e cercare di difendere Ramadi, come conseguenza gli americani spingono per una "svolta" che gli israeliani fanno finta di non capire. Gli americani permettono lo sviluppo di una potenza regionale perché sono in declino, non più in grado di schierare 12 milioni di soldati come in passato sfruttano la forza di inerzia dei persiani per risolvere problemi pratici.
A proposito di mondo che non risponde più al passato paradigma si è portato l'esempio di Facebook che ha raggiunto un valore di 250 miliardi di dollari e di Google che ha aumentato il suo valore di 67 miliardi in un solo giorno arrivando a toccare i 700 dollari ad azione. Assistiamo a processi che avvengono senza tener conto della legge del valore. Crisi periodiche si sono registrate nel 1987 con il crollo delle borse, nel 1997 quando ad essere interessate furono le Tigri Asiatiche e ancora nel 2000 si era assistito all'enorme valore raggiunto da Aol o da Tiscali che "valeva" più della Fiat. Adesso non si tratta più di singoli episodi isolati, c'è uno scollamento totale tra il processo produttivo, la produzione di plusvalore, l'applicazione di lavoro vivo e la finanziarizzazione dell'economia ovvero la massa di titoli e derivati che faticano a trovare uno sbocco che apporti nuovo profitto.
Dopo lo scoppio della bolla dei mutui subprime americani, è nato il movimento Occupy Wall Street e poi Occupy Sandy che è stata capace di mettere in piedi una struttura di auto-aiuto per contrastare gli effetti dell'uragano. Adesso che sta per scoppiare la bolla finanziaria cinese, cosa dobbiamo aspettarci? Occupy the World together? Le rivoluzioni non avvengono perché qualcuno decide di darsi da fare armato di buona volontà come sostengono gli attivisti, al contrario siamo già nella fase di transizione che prepara ad uno scontro durissimo, non ci sarà un passaggio di modo di produzione indolore.