Paese oramai a capitalismo senile, in Cina le rivolte stanno cambiando di segno. La ribellione dei contadini all'espropriazione delle terre da parte di governanti corrotti sta lasciando il passo al dilagare delle rivolte urbane di operai, che lottano contro condizioni di vita miserevoli e per l'aumento del salario. Da segnalare anche le proteste di piazza a Hong Kong, ultima quella denominata #fishballrevolution che ha prodotto centinaia di feriti, molti tra le forze di polizia.
Ma fino a quando le merci prodotte nei distretti industriali cinesi potranno riempire un mondo finito? Secondo lo studio di un ricercatore giapponese pubblicato sul Monthly Review, il capitalismo è in grado di superare i limiti imposti dal Pianeta grazie all'innovazione scientifica e tecnologica: "Il potenziale di adattamento del capitalismo è così grande che può probabilmente sopravvivere come sistema sociale dominante anche fino a che la maggior parte della terra diventa inadatta per la vita umana."
Nell'analisi viene citato Liebig, secondo cui bisogna ridare alla Terra tutto ciò che le si toglie. Curioso, dato che la crescita esponenziale del capitalismo non permette di certo tale tipo di auto-regolazione. Nonostante la mole di dati raccolta dallo studioso, alla fine trionfa l'ideologia e viene fuori un Marx ecologista: "Marx era ben consapevole del fatto che la critica ecologica del capitalismo non fosse stata completata dalla teoria di Liebig, e ha cercato di svilupparla ed estenderla attingendo alle nuove ricerche provenienti da diverse aree dell'ecologia, dell'agronomia e della botanica. La teoria economica ed ecologica di Marx non è per niente superata, ma rimane completamente aperta a nuove possibilità per integrare le conoscenze scientifiche della natura con la critica del capitalismo contemporaneo."
Già a fine '800 era evidente che lo sviluppo del capitalismo avrebbe portato alla frattura degli equilibri tra uomo e natura. Ma per noi lo sviluppo della forza produttiva sociale significa eliminazione di produzione quantitativa. La scienza non è il problema, è parte della soluzione.
La teleconferenza è proseguita con le notizie provenienti dal fronte militare in Medio Oriente.
Aleppo è assediata dalle truppe di Assad che dall'inizio di febbraio hanno conquistato, grazie alle milizie di Hezbollah, agli iraniani e soprattutto al supporto dell'aviazione russa, 800 km² di territorio e 73 centri abitati. La situazione nell'area rimane altamente instabile. I turchi schierano i carri armati al confine con la Siria, mentre ormai è evidente il ruolo dei curdi nei confronti del governo di Assad.
Le milizie armate curdo-siriane, che secondo alcuni sinistri sarebbero l'espressione di un'alternativa al capitalismo, sono in realtà parte dello scontro imperialistico in atto e, a seconda della situazione, vengono usate sia dai russi che dagli americani. Scrive Francesca La Bella su Nena News: "L'avvicinamento tra curdi siriani e Assad potrebbe essere la motivazione principale dell'attacco della Turchia nel nord della Siria. L'alleanza ha, però, contorni ambigui e la sua durata dipenderà dalle diverse scelte di lungo periodo dei due attori." Nelle guerre dell'epoca imperialistica diventa facile capire a cosa servono i vari "partigiani": li si utilizza come poveri burattini e li si butta quando non servono più.
In chiusura di riunione si è accennato alla recente scoperta delle cosiddette onde gravitazionali, di cui tutti affermano la grande importanza senza poi spiegarne il perché.
Da parte nostra, in attesa di approfondire, possiamo dire che le "increspature" provocate da grandi eventi gravitazionali sullo spazio-tempo oltre a essere l'ennesima conferma della teoria della relatività, sono a favore di una teoria del continuo deterministico in contraddizione con la teoria del discreto probabilistico. Le onde gravitazionali appena rilevate con strumentazione e metodo inoppugnabili (sembra) potrebbero dimostrare che non è la teoria della relatività ad essere inadeguata per spiegare quella "standard" del Big Bang, ma è tale teoria ad essere inadeguata per spiegare l'esistenza dell'Universo. Se ci sono le onde gravitazionali, diventa problematica l'ipotesi del gravitone (però qualcuno dice che anzi, ne rafforza l'ipotesi) e salterebbe la possibilità di giungere a una teoria quantistica della gravità (per le questioni di principio vedere l'articolo Relatività e determinismo - In morte di Albert Einstein del 1955).