La crisi storica del capitalismo senile è dovuta alla caduta del saggio di profitto, ai vari impedimenti alla valorizzazione. Le prime due guerre mondiali hanno avuto come risultato immediato la rivitalizzazione del sistema grazie alla distruzione di forze produttive in eccesso. In particolare la seconda ha rappresentato un reset generale, per cui l'accumulazione è ripartita con forza grazie al Piano Marshall e si è aperto un periodo economico florido. Fino alla crisi post bellica dei primi anni '60. Da allora l'accumulazione di valore avviene per induzione, attraverso iniezioni di droga keynesiana prima e di tipo monetario poi. L'attuale marasma sociale rappresenta il termine di una parabola storica, oltre c'è solo un'altra società, diametralmente opposta a quella vigente.
La teleconferenza è proseguita con alcune considerazioni sulla produzione letteraria di Umberto Eco, recentemente scomparso. In alcuni suoi testi come Opera aperta e Lector in fabula, egli sottolinea l'importanza di mettere il fruitore in doppia direzione con l'opera, mantenendo una sorta di interattività tra le parti (l'opposto della Televisione dove si è semplici spettatori). Nel suo capolavoro, Il nome della rosa, Eco però non mette in pratica quanto teorizzato anni prima e scrive un romanzo minuzioso, descrittivo e chiuso.
Qualche mese fa aveva dichiarato a proposito dei social network: "I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l'invasione degli imbecilli".
Viene in mente il dibattito tra lo scrittore Alessandro Baricco ed Eugenio Scalfari sui nuovi barbari. Mentre per il primo nella nostra epoca la profondità è venuta in superficie indebolendo il ruolo dell'intellettuale, per il secondo l'intellighenzia resta fondamentale.
L'idea sulla quale Baricco costruisce il saggio I barbari è quella di una radicale mutazione in corso nella cultura occidentale: "… la superficie al posto della profondità, la velocità al posto della riflessione, le sequenze al posto dell'analisi, il surf al posto dell'approfondimento, la comunicazione al posto dell'espressione, il multitasking al posto della specializzazione, il piacere al posto della fatica. Uno smantellamento sistematico di tutto l'armamentario mentale ereditato dalla cultura ottocentesca, romantica e borghese".
La conoscenza socializzata dagli odierni mezzi di comunicazione rende possibile un iper-collegamento tra gli uomini che produce effetti materiali rivoluzionari. Il movimento Occupy è uno dei risultati di questa conoscenza diffusa, dell'esplosione dell’informazione che trova sintesi nei collegamenti ipertestuali, nei link e nelle reti di ogni tipo. OWS è quindi un meme, un'opera aperta, un'esperienza in divenire soggetta a ulteriori evoluzioni.
Se il cervello sociale esiste, allora gli individui dovranno trasformarsi in sinapsi, in cellule differenziate di un unico grande organismo. La rivoluzione spinge verso il ritorno al cervello collettivo come è stato nel passato per milioni di anni, dovrà morire la cellula profonda e individualista e vincere la cellula differenziata che partecipa e lavora in armonia col tutto.