Informazioni aggiuntive

  • Resoconto teleriunione  14 marzo 2017

Come fa l'uomo a conoscere?

La teleconferenza di martedì sera, presenti 12 compagni, è iniziata prendendo spunto dalla notizia dell'approvazione del referendum sui voucher per il prossimo 28 maggio.

Mentre la Cgil perde tempo con la campagna "Libera il lavoro con 2 sì", migliaia di lavoratori vivono in condizioni di estrema precarietà dibattendosi tra stage e corsi di formazione non retribuiti; di certo non sarà certo l'esito di una consultazione a cambiare le loro condizioni di vita. Istituzionalizzandosi, prendendo contributi dallo Stato, vendendo servizi, i sindacati hanno rinunciato alla lotta di classe e contano sempre meno. Non mancano comunque esperimenti di autorganizzazione nel mondo del lavoro, pensiamo ad esempio agli scioperi dei fattorini di Foodora e Deliveroo. Nell'epoca delle reti e dei computer tascabili si può rispondere all'iper-sfruttamento utilizzando "le stesse armi tecnologiche dei giganti del web", scrive pagina 99 nell'articolo App contro app, così i precari sfidano i padroni della gig-economy.

Il tema voucher va affrontato dal punto di vista della dinamica liberatrice insita nel processo di smantellamento dei "diritti" e delle "garanzie". Se tutti fossero pagati con i buoni lavoro, sarebbe un vantaggio per la lotta di classe: sarebbero superate di colpo tutte le divisioni di mestiere e di categoria e ci sarebbero le condizioni perchè si scateni una lotta di massa per obiettivi unitari.

L'aumento della miseria ha spinto il Senato ad approvare il disegno di legge delega sul contrasto alla povertà, la cui misura principale è l'introduzione del Rei (reddito di inclusione) riservato alle famiglie con Isee molto basso. Prima o poi anche la borghesia italiana sarà costretta a prendere in seria considerazione il reddito di cittadinanza, idea molto più razionale rispetto all'organizzazione di migliaia di corsi di formazione che hanno come unico obiettivo quello di riempire le aule per accedere ai fondi pubblici. Ne abbiamo parlato nell'articolo L'outsourcing globale. Ovvero la legge di Say in salsa keynesiana:

"Tra sindacati, agenzie, cooperative e uffici vari spicca la piccola mafia dei corsi di formazione. Cresce la piaga della disoccupazione, si cercano i rimedi, nasce l'esigenza internazionale di coordinarli. Oltre alle realtà locali l'Unione Europea stanzia fondi, e infine c'è chi li intasca".

In Finlandia lo stato ha deciso di utilizzare una parte dei disoccupati per un esperimento sociale ad ampio raggio: 2000 cittadini senza lavoro percepiranno per due anni un reddito di cittadinanza pari a 560 euro, somma versata senza precondizioni e mantenuta anche in caso di impieghi part-time o saltuari. Se funzionerà, il provvedimento sarà applicato a tutti. Secondo il keynesismo il capitale anticipato e distribuito verso i bassi redditi dovrebbe provocare l'aumento della produzione e rivitalizzare l'economia, ma il capitalismo ha una freccia nel tempo ed è ormai giunto ad una fase senile per cui tutte le sue caratteristiche vanno verso l'esasperazione. Il vecchio mondo sta scomparendo e con esso milioni di posti di lavoro. Un esempio è riportato dal Corriere che descrive i processi di automazione interni alla nota banca d'affari JP Morgan:

"Il colosso finanziario ha lanciato COIN, sistema basato sulla tecnologia del Machine Learning, in grado di leggere e interpretare accordi commerciali e contratti di prestito in pochi secondi".

Con lo sviluppo del machine learning (apprendimento automatico), il cervello umano fornisce ai computer l'abilità di apprendere senza essere stati esplicitamente programmati. Da tempo gli analisti ci dicono che l'automazione del lavoro riguarda sempre più da vicino anche i colletti bianchi e non solo le tute blu; una parte sempre più ampia della popolazione diventa superflua, non utile ai fini della valorizzazione del Capitale, e viene destinata ad ingrossare le fila della sovrappopolazione assoluta.

Nel campo della creazione di software l'automazione raggiunge livelli altissimi, al punto che sono i software a scrivere software e cioè a produrre sé stessi. Stephen Hawking, Elon Musk, Bill Gates, recentemente sono intervenuti nel dibattito sulla corsa ai robot affermando che le macchine potrebbero un domani dominare l'umanità. Questi pensatori proiettano il capitalismo nel futuro non riuscendo a vedere alternative ad esso, e "dimenticano" che le macchine sono progettate e costruite dagli uomini, evolvono con noi e non sono separate dalla specie umana. Superata la società del Capitale, l'uomo riconquisterà la sua umanità e riprenderà il controllo delle proprie realizzazioni materiali.

In questo quadro si inserisce l'annuncio della IBM di essere riuscita nell'impresa di aver creato il magnete più piccolo al mondo. Un bit di informazioni all'interno di un atomo di olmio. Secondo Repubblica, "attualmente gli hard disk usano all'incirca 100mila atomi per salvare un singolo bit di dati. La capacità di leggere e scrivere un bit su un atomo apre a nuove possibilità per lo sviluppo di dispositivi di archiviazione decisamente più piccoli e densi, che potrebbero un giorno, ad esempio, consentire di salvare l'intera libreria di iTunes di 35 milioni di canzoni su un dispositivo delle dimensioni di una carta di credito."

Leggendo questo tipo di notizie, vengono in mente le Lezioni americane di Italo Calvino in cui si descrive il passaggio epocale dalla pesantezza dell'acciaio alla leggerezza del bit:

"È vero che il software non potrebbe esercitare i poteri della sua leggerezza se non mediante la pesantezza del hardware; ma è il software che comanda, che agisce sul mondo esterno e sulle macchine, le quali esistono solo in funzione del software, si evolvono in modo d'elaborare programmi sempre più complessi. La seconda rivoluzione industriale non si presenta come la prima con immagini schiaccianti quali presse di laminatoi o colate d'acciaio, ma come i bits d'un flusso d'informazione che corre sui circuiti sotto forma d'impulsi elettronici."

In chiusura di teleconferenza si è ripreso il vasto tema della teoria rivoluzionaria della conoscenza affrontato nella relazione La realtà e i suoi modelli, svolta a Torino durante il 65° incontro redazionale: per conoscere dobbiamo capire come l'uomo fa a conoscere. Lo studio è arrivato al dunque ed è chiaro che la borghesia non può andare oltre alla conoscenza raggiunta... a meno che non voglia negare sè stessa.

Articoli correlati (da tag)

  • Difendono l'economia, preparano la guerra

    La teleriunione di martedì sera è iniziata con il commento della newsletter di Federico Rampini pubblicata sul Corriere della Sera e intitolata "L'Italia è in pericolo, ma non vuole difendersi".

    Da buon patriota con l'elmetto in testa, Rampini vuole un'Italia pronta a contrastare le minacce belliche e con una popolazione preparata all'ideologia di guerra. L'Europa non ha una difesa unitaria, dipende da altri per l'acquisto di armamenti, non ha una chiara strategia militare. Il giornalista sprona l'Occidente ad attrezzarsi per la guerra ibrida, quella in cui forze con pochi mezzi a disposizione riescono a tenere in scacco nemici molto più potenti. Come gli Houthi, ad esempio, che stanno dando del filo da torcere alle navi commerciali (e non solo) che passano dallo Stretto di Bab al-Mandab. O come l'Iran, che nell'attacco ad Israele dello scorso aprile con missili e droni, a prima vista fallimentare perchè efficacemente contrastato dal sistema antimissile Iron Dome e dalla coalizione che sostiene Israele (USA, Inghilterra, Giordania, Arabia Saudita), ha affrontato una spesa di 100 milioni di dollari contro i 2 miliardi di dollari sostenuti dalla difesa isareliana.

  • Direzione del moto storico

    La teleriunione di martedì sera è cominciata parlando del recente attentato a Donald Trump avvenuto durante un comizio elettorale in Pennsylvania.

    Si tratta di un ulteriore step nel livello di violenza che caratterizza la campagna elettorale americana. L'attentatore, un ragazzo di 20 anni con simpatie repubblicane, ha utilizzato un fucile semiautomatico AR-15, l'arma più diffusa in tutto il Paese con una stima di oltre 40 milioni di pezzi venduti. Naturalmente, non sono mancate le teorie del complotto, ma d'altronde in mancanza di informazioni vagliabili tutte le ipotesi sono aperte.

    Nel nostro articolo "Teoria e prassi della nuova politiguerra americana", nel capitolo finale intitolato La vita nel ventre della balena, abbiamo ribadito che il moto storico ha una direzione precisa. Gli USA sono ciò che la storia del pianeta li ha portati ad essere. La crisi dell'imperialismo unipolare è dovuta al fatto che sulla scena si stanno affacciando nuove potenze (lo sviluppo ineguale di cui parla Lenin nell'Imperialismo), l'America non ha più la forza di dare ordine al mondo, e non esiste un sostituto all'orizzonte. Si è interrotta la staffetta dell'imperialismo ("Accumulazione e serie storica") e il disordine mondiale aumenta con l'estendersi dei conflitti bellici su scala planetaria. Chiunque sarà il prossimo presidente americano (i pronostici danno per certa la vittoria di Trump), potrà far ben poco per invertire la tendenza economica, la quale produce effetti sulla società.

  • La guerra al tempo dell'IA

    La teleriunione di martedì sera è iniziata commentando due articoli pubblicati sull'ultimo numero dell'Economist (22 giugno 2024), dedicato al rapporto tra guerra e intelligenza artificiale.

    Nell'articolo "AI will transform the character of warfare" si dimostra come la guerra condotta da macchine gestite da sistemi di IA potrebbe rivelarsi incontrollabile. C'è un rapporto stretto tra industria militare e civile. I computer, si afferma, sono nati in guerra e dalla guerra. La stessa ARPANET, aggiungiamo noi, che anticipò Internet, venne realizzata a partire dal 1969 dalla DARPA (Defence Advanced Research Projetcs Agency) per collegare centri di calcolo e terminali di università, laboratori di ricerca ed enti militari.

    Oggigiorno esistono sistemi di IA che si occupano del riconoscimento degli oggetti in un dato spazio e che vengono utilizzati per elaborare i dati e le informazioni raccolte dai droni tramite foto e video. L'integrazione di tali sistemi produce un gigantesco automa che relega ai margini l'essere umano: dato che il tempo per individuare e colpire gli obiettivi è compresso in pochi minuti o addirittura in secondi, il soldato può al massimo supervisionare il sistema. Combattimenti più rapidi e meno pause tra uno scontro e l'altro renderanno più difficile negoziare tregue o fermare l'escalation. Dice Marx nei Grundrisse: con lo sviluppo dell'industria l'operaio da agente principale del processo di produzione ne diventa il sorvegliante per essere sostituito anche in questa funzione da un automa generale.

Rivista n°55, luglio 2024

copertina n° 55

Editoriale: Non potete fermarvi

Articoli: Evoluzione extra biologica - Transizione di fase. Prove generali di guerra

Rassegna: Presa d'atto - Il capitalismo è morto

Recensione: Dallo sciopero, alla rivolta, alla Comune - Guerra civile negli USA, ma non quella vera

Doppia direzione: Il programma immediato non ammette mediazioni

Raccolta della rivista n+1

Newsletter 245, 19 gennaio 2022

f6Libertà

Viviamo in una società che scoppia. I suoi membri, divisi o raggruppati secondo criteri il più delle volte arbitrari e casuali, non riescono più a darsi un'identità plausibile. La pandemia, invece di compattare gli individui intorno a provvedimenti utili alla salvaguardia della specie, ha aggravato la situazione facendo emergere ataviche tendenze all'irrazionale.

Continua a leggere la newsletter 245
Leggi le altre newsletter

Abbonati alla rivista

Per abbonarti (euro 20, minimo 4 numeri) richiedi l'ultimo numero uscito, te lo invieremo gratuitamente con allegato un bollettino di Conto Corrente Postale prestampato.
Scrivi a : mail2

Iscriviti alla newsletter

Iscriviti alla newsletter quindicinale di n+1.

Invia una mail a indirizzo email