Informazioni aggiuntive

  • Resoconto teleriunione  5 febbraio 2019

Tutto il mondo è polarizzato

La teleconferenza di martedì sera, connessi 16 compagni, è iniziata con il commento dell'articolo "Tutto il mondo è polarizzato", di Moisés Naím, pubblicato su La Repubblica lo scorso 4 febbraio. Il giornalista, che dal 1989 al 1990 è stato ministro del Commercio e dell'Industria del Venezuela, descrive quasi con le nostre parole la paludosa situazione in cui versa il mondo:

"Il governo della superpotenza mondiale è in stallo, mentre il governo di un'ex superpotenza — il Regno Unito — è in preda alla paralisi, dopo una raffica di ferite autoinflitte. Angela Merkel, che fino a poco tempo fa era la leader più influente d'Europa, si avvia al ritiro. Il suo collega francese deve far fronte a una sorprendente rivolta, i famosi Gilet gialli. L'Italia, il Paese con la settima economia mondiale, attualmente è governato da una fragile coalizione, con leader così diametralmente opposti e dichiarazioni così sconcertanti che non si sa se ridere o piangere; sembra che gli italiani abbiano deciso di vedere com'è quando il malgoverno viene spinto ai limiti più estremi. In Spagna, il capo del governo non è nemmeno stato eletto da una maggioranza parlamentare, ma è arrivato al potere grazie a un tortuoso processo legislativo."

 

E ancora:

"La causa di fondo della malattia è la polarizzazione della società e, per estensione, della sua vita politica. È evidente anche che la malattia si sta diffondendo, ed è molto contagiosa. Non significa che prima la polarizzazione non esistesse, ma semplicemente che sta diventando più acuta e potrebbe rivelarsi mortale, come evidenziato da tutti questi esempi estremi di disfunzionalità. [...] L'incremento della disuguaglianza, la crescente incertezza economica e un senso di ingiustizia sociale sono indubbiamente fra le cause della polarizzazione politica. Anche la popolarità dei social network e la crisi del giornalismo e dei media tradizionali contribuiscono a incoraggiarla."

Sono sempre più numerosi tra i ranghi della borghesia coloro che, come Naím, si preoccupano per il futuro della società attuale, presagendone il declino e dipingendo per l'immediato futuro scenari catastrofici. Guardando alla realtà allo stesso modo di quando si fissa l'istantanea di un tempo andato, queste Cassandre dei nostri giorni non vedono il film che scorre loro davanti e rimangono cieche di fronte alla visione dinamica della realtà del tipo ieri-oggi-domani, che permette ai comunisti di affermare che dopo il capitalismo non potrà che esserci una società senza classi. Il fatto che termini a noi familiari, come "polarizzazione", vengano utilizzati da giornalisti e scrittori per analizzare le "cose degli uomini" è un segno dei tempi; tempi in cui non è più così strano adoperare teorie scientifiche quali la complessità, il caos e l'autorganizzazione per spiegare i fenomeni sociali. Mark Buchanan con i suoi saggi Ubiquità, Nexus e L'atomo sociale ha inaugurato un promettente filone d'indagine, quello della fisica della storia. La nostra corrente, con almeno cinquant'anni di anticipo, ha inteso il fenomeno rivoluzionario come un fatto fisico, relativo alle strutture materiali del divenire sociale e non certo alla coscienza degli individui. Nelle "Considerazioni sull'organica attività del partito...", commentando la sfavorevole situazione in cui versavano il proletariato e le sue organizzazioni alla data del 1965, Bordiga dice che è difficile "antivedere quanto tempo possa trascorrere finché in questa situazione morta e amorfa non avvenga di nuovo quella che altre volte definimmo 'polarizzazione' o 'ionizzazione' delle molecole sociali, che preceda l'esplosione del grande antagonismo di classe." Le rivoluzioni non avvengono perché le masse diventano consapevoli, ma perché l'erompere delle forze produttive distrugge determinati equilibri politici ed economici, provocando terremoti sociali.

E a proposito di polarizzazione, proseguono in Francia le mobilitazioni dei gilet gialli, che hanno imposto al movimento sindacale francese (CGT-FSU-Solidaires) un programma comune di sciopero per martedì 5 febbraio (#GreveGenerale5fevrier). La base ha spinto talmente forte che i vertici sindacali hanno dovuto fare qualcosa. Il movimento dei gilet jaunes in questi mesi, oltre a scontrarsi con la polizia, ha occupato le rotonde delle strade, costruendo dei presidi permanenti. Nel 2011 gli occupiers americani, una volta sgomberati dalle piazze, avevano provato ad occupare degli edifici per farvi "luoghi fisici" di incontro e di coordinamento, ma non vi riuscirono e il movimento via via si dissolse. Non è impossibile che in qualche paese d'Europa si faccia tesoro dell'esperienza d'oltreoceano e si riparta da quel livello. L'accumulo di potenziale è notevole: negli ultimi anni ci sono state manifestazioni anti-sistema che hanno coinvolto milioni di persone in paesi ignorati dai media come Bulgaria, Macedonia, Grecia, Romania e Ungheria.

Ma sono questi movimenti di classe? Bisogna intendersi sulla parola: classe è di origine latina ed è il marxismo che l'ha originalmente introdotta, sebbene fosse adoperata anche prima. Classis era per i romani la flotta, la squadra navale da guerra, un'unità che avanza coordinata e affronta lo stesso nemico ("Danza di fantocci: dalla coscienza alla cultura", 1953). Quindi, quando parliamo di classe non ci riferiamo a una classificazione di tipo sociologico, ma ad una dinamica storica determinata dallo scontro tra modi di produzione. Lo slogan "99% contro 1%" esprime l'esistenza di una polarizzazione nella società e una lotta implacabile tra due classi.

Si è poi passati alle news riguardanti il Reddito di Cittadinanza (RdC). E' ufficialmente online il portale governativo che spiega cosa bisogna fare per ottenere l'erogazione del RdC, come si calcola e come usarlo. Nessuno per adesso sa cosa potrebbe succedere a livello macroeconomico con l'introduzione di questa misura, perché si andrà ad incidere sul costo del lavoro (come afferma preoccupata Confindustria), sul Welfare e sui rapporti tra gli enti periferici e quelli centrali. Nessuno sa bene cosa faranno coloro che saranno esclusi da tale misura per mancanza di fondi. Siamo all'apprendista stregone che evoca forze incontrollabili. Beppe Grillo sul suo blog ha lanciato l'idea di un Reddito Universale Europeo - per un ammontare di 200 euro al mese -, da erogare "incondizionatamente a tutti i cittadini dell'UE e ai residenti legali a lungo termine". La mossa del guru genovese potrebbe essere parte di un piano per frenare l'emorragia di voti dal M5S; resta il fatto che certe proposte cominciano a diffondersi diventando memi e vivendo di vita propria.

La borghesia è arrivata all'idea del RdC, ma non ha una teoria soggiacente. Il suo problema è come e quanto ricattare i disoccupati e che tipo di limitazioni introdurre affinché i proletari non stiano troppo seduti sul divano. Ciononostante, non è da escludere che lo sgangherato RdC pentastellato venga ripreso altrove e attuato in maniera più efficiente ed efficace. L'Italia è un laboratorio politico nel quale maturano esperimenti che poi il mondo copia portandoli alle massime conseguenze, il fascismo ne è la dimostrazione più eclatante.

Intanto The Economist ha pubblicato un articolo sulla delicata situazione economica italiana, "Italy's slump reflects trouble both at home and abroad", con un grafico che mostra la sincronizzazione intorno allo zero delle maggiori economie europee. Il capitalismo perde vitalità, è soggetto al secondo principio della termodinamica (entropia): da giovane è cresciuto esponenzialmente, nell'età matura si è stabilizzato, mentre invecchiando vede diminuire i suoi incrementi relativi. Quando scrive Il Capitale Marx fa come avevano fatto Galileo e Newton e cioè costruisce un modello di comprensione della realtà, un sistema conoscitivo universale. La modellizzazione è indispensabile per fare delle previsioni sul divenire sociale: oggi si utilizzano masse enormi di dati (Big data), fatti frullare nei computer, per individuare delle tendenze. La differenza però è notevole: Marx adotta una teoria precisa, basata sul succedersi dei modi di produzione, sul valore-lavoro, mentre la borghesia d'oggi, pur avendo dei mezzi potenti a disposizione (vedi agent-based model), naviga a vista, avendo come obiettivo il rattoppo del Sistema. Liberismo, keynesismo e neoliberismo sono medicine che hanno ritardato la morte del Capitale, ma hanno fatto il loro tempo.

Il capitalismo cerca disperatamente di asiatizzarsi, di trovare un equilibrio dinamico. Le società comunistiche originarie erano tutte "asiatiche", cioè conoscevano benissimo se stesse attraverso meccanismi di autoregolazione e potevano durare migliaia di anni senza problemi. La stessa Roma, che nasce intorno all'VIII secolo a.C., per duemila anni riproduce delle condizioni di tipo omeostatico, pur essendo una società schiavistica. Il capitalismo si auto-ripara continuamente, ma è spinto a superare i propri limiti e non può stabilizzarsi a lungo. Il disequilibrio è il suo modo d'essere e questo lo farà crollare.

Articoli correlati (da tag)

  • La vita è un processo simbiotico

    La teleriunione di martedì sera, connessi 18 compagni, è iniziata con il commento del filo del tempo "Superuomo, ammosciati!" (1953).

    Nel testo si critica la base su cui si fonda l'ordine sociale borghese ovvero l'Individuo, quell'Io presunto motore della storia umana. Personaggi storici d'eccezione, come Giulio Cesare e Napoleone Bonaparte, hanno catalizzato molta più attenzione rispetto a quella che meritavano le falangi romane o, nel caso della Rivoluzione francese, gli anonimi combattenti del "popolo". Da materialisti rifiutiamo il culto dei grandi uomini, dei cosiddetti "fuori classe":

    "Come lo Stato, anche questa 'forma' del capo, ha una base materiale e manifesta l'azione di forze fisiche, ma noi neghiamo che abbia funzione assoluta ed eterna: stabilimmo che è un prodotto storico, che in un dato periodo manca; nacque sotto date condizioni, e sotto date altre scomparirà."

    L'origine e la funzione del "battilocchio" sono da individuare in un preciso contesto storico, in un determinato stadio di sviluppo delle forze produttive. Esso si afferma in seguito alla nascita della famiglia, della proprietà privata e dello Stato (Engels). Al pari dello Stato, anche l'Io di eccezione dovrà estinguersi o, come afferma Lenin, assopirsi. L'Individuo, esaltato dall'attuale forma sociale, è massificato e influenzato dal consumismo come non mai.

  • Guerra e polarizzazione sociale

    Durante la teleriunione di martedì sera, presenti 21 compagni, abbiamo discusso della situazione politica internazionale con particolare attenzione a Stati Uniti e Stato di Israele.

    Secondo le rivelazioni dell'Huffington Post, negli USA sarebbe in corso un ammutinamento a tutti i livelli: alcuni diplomatici starebbero preparando ciò che viene definito un "dissent cable", un documento di critica verso la politica americana consegnato ai leader del Dipartimento di Stato tramite un canale riservato. Sembra che il conflitto all'interno dell'agenzia governativa verta sulle scelte di politica estera riguardanti la questione ucraina e quella israelo-palestinese. Riguardo quest'ultima, sembrano esserci problemi anche in casa del Partito Democratico per la posizione smaccatamente filoisraeliana di Joe Biden.

    Anche in Israele ci sono conflitti interni. Tre ministri hanno minacciato di dare le dimissioni perché contrari alla condotta politica di Netanyahu, e dal punto di vista sociale, dopo l'iniziale compattamento seguito all'attacco di Hamas dello scorso 7 ottobre, sono riemerse le critiche della stampa verso il governo. In un discorso pubblico il presidente Biden ha ammesso che l'America ha sbagliato dopo l'11 settembre e perciò ha consigliato ad Israele di non fare gli stessi errori con Gaza, ignorando il dopo invasione. Gli USA cercano di frenare l'annunciato ingresso nella Striscia delle forze di difesa israeliane, anche perché l'Iran ha dichiarato che la situazione rischia di andare fuori controllo. Se continua il massacro di civili palestinesi, Hezbollah sarà costretto ad intervenire e potrebbe scattare un effetto domino in Medioriente e oltre. A tutti è ben chiaro che superata una certa soglia nessuno riuscirà più a controllare nulla. Si sa quando una guerra inizia, ma è difficile prevedere quando finirà.

  • L'unica soluzione

    La teleconferenza di martedì sera, a cui si sono connessi 15 compagni, ha avuto come tema principale la guerra in Ucraina scoppiata circa un anno fa.

    Abbiamo iniziato la discussione analizzando le prese di posizione di alcuni militari italiani, (Leonardo Tricarico e Marco Bertolini) contrari all'invio dei carri armati prodotti in Germania. Si è quindi passati a commentare quanto scrive il generale Fabio Mini nel suo ultimo libro L'Europa in guerra (ed. PaperFIRST, 2023). Una prima considerazione da fare, leggendo i capitoli iniziali del testo, riguarda il fatto che le campagne di denuncia di leniniana memoria sono ormai sostenute dagli stessi generali dell'esercito, motivo per cui i comunisti non si possono fermare a tale livello e devono per forza andare oltre.

    In L'Europa in guerra si dice che lo svuotamento degli obsoleti arsenali occidentali, dovuto alle forniture di armi a Kiev, rende necessario il rinnovo degli armamenti e apre le porte all'adozione di nuove risorse tecnologicamente più avanzate ed efficienti. Tali equipaggiamenti, afferma Mini, sono prevalentemente americani e legano sempre più l'Europa agli Stati Uniti, paese che maggiormente investe nella preparazione e nell'impiego di forze militari. Gli alleati NATO dell'Est Europa sono le punte di lancia dell'America nel Vecchio Continente.

    Per il generale, l'Ucraina sta combattendo contro l'Europa per e con gli Stati Uniti. E l'obiettivo di quest'ultimi è mantenere l'egemonia sull'Europa e interrompere qualsiasi legame politico ed economico tra Berlino e Mosca, costringendo gli alleati a importare da loro risorse energetiche a costi più alti. In ballo c'è il controllo di un mondo che non accetta più supinamente il dominio del dollaro. Come nota l'Economist ("What Ukraine means for the world"), solo un terzo della popolazione mondiale vive in paesi che hanno condannato la Russia per l'invasione dell'Ucraina e le hanno imposto sanzioni.

Rivista n°55, luglio 2024

copertina n° 55

Editoriale: Non potete fermarvi

Articoli: Evoluzione extra biologica - Transizione di fase. Prove generali di guerra

Rassegna: Presa d'atto - Il capitalismo è morto

Recensione: Dallo sciopero, alla rivolta, alla Comune - Guerra civile negli USA, ma non quella vera

Doppia direzione: Il programma immediato non ammette mediazioni

Raccolta della rivista n+1

Newsletter 245, 19 gennaio 2022

f6Libertà

Viviamo in una società che scoppia. I suoi membri, divisi o raggruppati secondo criteri il più delle volte arbitrari e casuali, non riescono più a darsi un'identità plausibile. La pandemia, invece di compattare gli individui intorno a provvedimenti utili alla salvaguardia della specie, ha aggravato la situazione facendo emergere ataviche tendenze all'irrazionale.

Continua a leggere la newsletter 245
Leggi le altre newsletter

Abbonati alla rivista

Per abbonarti (euro 20, minimo 4 numeri) richiedi l'ultimo numero uscito, te lo invieremo gratuitamente con allegato un bollettino di Conto Corrente Postale prestampato.
Scrivi a : mail2

Iscriviti alla newsletter

Iscriviti alla newsletter quindicinale di n+1.

Invia una mail a indirizzo email