Informazioni aggiuntive

  • Resoconto teleriunione  2 luglio 2019

Necessarie sintesi

La teleconferenza di martedì sera, presenti 10 compagni, è iniziata con alcune considerazioni riguardo le notizie provenienti da Hong Kong.

Nel giorno del 22° anniversario del ritorno dell'ex colonia britannica sotto il controllo cinese, a Honk Kong viene occupato il Parlamento. Durante una manifestazione un gruppo di oltre mille persone si è staccato dal corteo principale ed è riuscito ad arrivare all'ingresso principale dell'edificio superando la recinzione esterna. Alcuni manifestanti sono quindi entrati nella sede istituzionale, occupandola per ore, scrivendo slogan sui muri e danneggiando gli scranni parlamentari.

L'accaduto ricorda quanto avvenuto in Grecia qualche anno fa; allora a difesa dei palazzi governativi non si schierarono solo le forze di polizia ma anche numerosi militanti stalinisti. A Hong Kong con l'occupazione, riuscita, del Parlamento, un simbolo è stato violato, anche se pare che oggi per la borghesia tale simbolo non valga un granché. Per sfondare i vetri blindati ed entrare nell'edificio, i manifestanti hanno costruito una sorta di ariete legando tra loro le transenne di acciaio poste a difesa; intorno alla sede istituzionale, si trovavano circa 30mila persone e le forze dell'ordine, che ad un certo punto hanno ritirato dei reparti, non sono riuscite a controllare la situazione. Sul governo sono piovute critiche da tutto il mondo: non era mai successo, nella storia della borghesia, che il parlamento venisse lasciato alla mercè di folle di manifestanti; se irrompere nei palazzi istituzionali dovesse diventare un'abitudine, potrebbe verificarsi qualcosa di peggio.

Hong Kong è un'ex colonia britannica che gode di uno statuto particolare ma risponde a Pechino per quanto riguarda l'ordine legislativo. Le notizie di quanto accade nella metropoli, delle manifestazioni e delle proteste, non arrivano in Cina, dove sono chiuse le agenzie di stampa e le connessioni internet sono bloccate. Evidentemente si teme un contagio incontrollabile. Settimana dopo settimana, si stanno dando appuntamento migliaia di persone e questo preoccupa molto più il governo cinese che non quello della regione autonoma. Dal canto loro le autorità locali, nella figura della governatrice Carrie Lam, affermano che il governo non è insensibile al grido della piazza ed esprimono la necessità di trovare un accordo. Quando a scendere in piazza sono 2 milioni di persone, non c'è polizia che tenga, ovunque; e lo sciopero generale porta con sé pericolosi effetti collaterali.

La nostra corrente descrive la "polarizzazione" o "ionizzazione" delle molecole sociali quale dinamica imprevedibile (per la borghesia) frutto di uno scontro materiale nel sottofondo della società, un malessere profondo che si pone al di là dello specifico innesco. Manifestazioni sincronizzate ed autorganizzate presuppongono una legge soggiacente che costringe milioni di persone a muoversi, in modo spontaneo, travalicando organizzazioni ed organizzatori. La classe dominante può mettere in atto una repressione feroce, ma corre il pericolo che questa possa fare da detonatore piuttosto che da deterrente.

Nella Rivoluzione russa del 1917, quando gli operai imprigionati uscirono dalle carceri, avevano le idee chiare sul da farsi. Il rovesciamento della prassi non è possibile se non è coinvolto qualcuno che sa già cosa fare, chi ha un retroterra che gli permetta di comprendere quanto accade diventando un fattore della rivoluzione. L'organizzazione non si può inventare: la si eredita oppure la si deduce da quello che succede. Prendiamo, ad esempio, l'organizzazione della grande fabbrica in Russia o delle fabbriche in generale fino agli anni '60: esse formavano operai abituati a schierarsi e a sapere come dirigersi. Didattico in tal senso il film "Convoy - Trincea d'asfalto" (1978) del regista Sam Peckinpah, che racconta la lotta di alcuni camionisti che grazie agli apparecchi per la ricetrasmissione sulla banda cittadina montati sui loro mezzi, i famosi baracchini CB, si coordinano per lottare contro un nemico comune che è lo stato, facendo rete e mettendo in campo una forza enorme: il camionista solitario non è nulla, mentre coordinato è una potenza. La storia è di fantasia ma qualcosa di simile si è visto nella realtà con le lotte degli operai della UPS, nell'adoperare il mezzo di lavoro come mezzo di attacco e scontro contro i capitalisti. Si tratta di invarianti e trasformazioni: gli invarianti sono dati dal fatto che gli operai sanno cosa fare, per cui i loro movimenti risultano efficaci ed efficienti, mentre la trasformazione deriva da un'organizzazione che non è dovuta alla fabbrica ma ai mezzi di comunicazione.

Conteggiare, quantificare, valutare la presenza della classe operaia nelle manifestazioni per noi non ha alcun senso. Ciò che importa, piuttosto, è l'esistenza di un indirizzo proletario che dia la sua impronta. Oggi, i mezzi per la comunicazione e l'organizzazione sono nella tasca di ognuno e la borghesia, che ormai l'ha capito, sforna manuali sull'organizzazione moderna che affrontano specifici argomenti. Il colosso Walmart sta studiando come risparmiare nei trasporti: tutta la West Coast americana ha rapporti con la Cina dalla quale arrivano navi cariche di merci; questo comporta che un piccolo inceppo nell'organizzazione possa causare la perdita di miliardi di dollari. Per questo motivo Walmart ha creato una task force che attraverso sensori e dati raccolti sul campo diventerà un piccolo apparato organizzatore. Il sistema sta diventando automatico e lo diventano anche le manifestazioni sincronizzate. Marx non si pose l'obiettivo di descrivere le leggi governanti l'economia capitalistica per criticarla e giungere alla conclusione che era meglio un altro tipo di società; nei suoi scritti egli si pose il problema di quale fosse la dinamica di tutta la storia, compreso il capitalismo, e di quale potesse essere lo sbocco di questa storia. Per questo poté vedere nel capitalismo gli elementi anticipatori della nuova società.

La borghesia ha la sua organizzazione, lo stato. Victor Serge, nei suoi libri, ricordava i metodi dell'Ochrana, la polizia segreta zarista, che per scovare i rivoluzionari russi collegava i loro nomi disposti casualmente su un foglio con delle linee, riuscendo a ricavare ordine dal caos. La società ha bisogno di organizzazione e questa non la si può eliminare. Il movimento americano Occupy Wall Street aveva messo in piedi la Freedom Tower, un pezzo della rete mesh che avrebbe dovuto coprire tutti gli Stati Uniti, bypassando la rete ufficiale e i server.

R. Dawkins descrive il gene egoista come elemento dell'evoluzione, una concezione limitata dato che l'uomo è un essere vivente che ha delle caratteristiche che vanno al di là del gene. L'uomo è neotenico: in una natura attrezzata, ha dovuto maturare un comportamento sociale in modo che tanti individui possano raggiungere degli obiettivi che il singolo non può porsi. L'organizzazione sarebbe quindi un elemento di selezione naturale ed evoluzione (E. O. Wilson descrive questo passaggio in "La conquista sociale della terra"). Ma attenzione, le estinzioni esistono in Natura, non sono un fenomeno improbabile. Quando tutto quello che è successo negli ultimi anni (UPS, OWS, Nuit Debout, gilet gialli) produrrà una sintesi, si affermerà un nuovo paradigma, secondo un processo che tenderà ad eliminare ciò che non serve (democrazia, parlamentini, trattative) dando al tempo stesso resistenza al movimento. Non è più possibile che prenda piede una forma già vista nel passato, perché anche dal punto di vista dell'informazione sarà necessario un salto evolutivo.

Il 3 luglio ricorre il 50° anniversario della rivolta di Corso Traiano, l'inizio dell'autunno caldo. In quel frangente migliaia di operai si scontrarono con la polizia tenendo in scacco un'area vastissima di Torino, completamente abbandonati a se stessi dai loro "leader" che nel frattempo si sgolavano in assemblee cittadine che nella percezione dei gruppettari sembravano presagire i soviet. Ma già allora non era più possibile l'iter della Rivoluzione d'Ottobre. Negli ultimi anni OWS è stato il movimento più avanzato, dimostrando saggi di organizzazione futura, voltando le spalle al sistema dei partiti e scagliandosi contro il sistema dell'1%; ad Oakland era nata la comune e partendo dallo sciopero generale cittadino, era stato proclamato lo sciopero di tutta la West Coast. Insomma, la soluzione c'è già, "d'altra parte, se noi non potessimo già scorgere nascoste in questa società - così com'è - le condizioni materiali di produzione e di relazioni fra gli uomini, corrispondenti ad una società senza classi, ogni sforzo per farla saltare sarebbe donchisciottesco" (Karl Marx, Grundrisse).

Articoli correlati (da tag)

  • Direzione del moto storico

    La teleriunione di martedì sera è cominciata parlando del recente attentato a Donald Trump avvenuto durante un comizio elettorale in Pennsylvania.

    Si tratta di un ulteriore step nel livello di violenza che caratterizza la campagna elettorale americana. L'attentatore, un ragazzo di 20 anni con simpatie repubblicane, ha utilizzato un fucile semiautomatico AR-15, l'arma più diffusa in tutto il Paese con una stima di oltre 40 milioni di pezzi venduti. Naturalmente, non sono mancate le teorie del complotto, ma d'altronde in mancanza di informazioni vagliabili tutte le ipotesi sono aperte.

    Nel nostro articolo "Teoria e prassi della nuova politiguerra americana", nel capitolo finale intitolato La vita nel ventre della balena, abbiamo ribadito che il moto storico ha una direzione precisa. Gli USA sono ciò che la storia del pianeta li ha portati ad essere. La crisi dell'imperialismo unipolare è dovuta al fatto che sulla scena si stanno affacciando nuove potenze (lo sviluppo ineguale di cui parla Lenin nell'Imperialismo), l'America non ha più la forza di dare ordine al mondo, e non esiste un sostituto all'orizzonte. Si è interrotta la staffetta dell'imperialismo ("Accumulazione e serie storica") e il disordine mondiale aumenta con l'estendersi dei conflitti bellici su scala planetaria. Chiunque sarà il prossimo presidente americano (i pronostici danno per certa la vittoria di Trump), potrà far ben poco per invertire la tendenza economica, la quale produce effetti sulla società.

  • Disordine crescente

    La teleriunione di martedì sera, a cui hanno partecipato 17 compagni, è iniziata affrontando il fenomeno delle "grandi dimissioni".

    È uscito Le grandi dimissioni. Il nuovo rifiuto del lavoro e il tempo di riprenderci la vita (Einaudi, 2023), un'analisi sociologica di Francesca Coin sul cambiamento del mondo del lavoro e della società. Sulla rivista abbiamo già avuto modo di recensire testi sulla fine del lavoro, sull'automazione e sulla "disoccupazione tecnologica"; il libro di Coin ha il merito di affrontare la nuova tendenza che si sta sviluppando in diversi paesi del mondo e che si risolve in una disaffezione crescente verso il lavoro salariato. Il fenomeno è esploso in concomitanza con la pandemia: nel 2021 negli Stati Uniti 48 milioni di lavoratori hanno deciso di licenziarsi, e nello stesso anno in Italia sono stati in 2 milioni a lasciare il posto di lavoro. Anche in Cina i lockdown hanno rappresentato un giro di boa, portando all'emersione dei fenomeni "Tang ping" ("sdraiarsi") e "Let it rot" (bailan, "lascialo marcire"): siccome il sistema si è rotto, i giovani cinesi pensano che tanto vale sdraiarsi e lasciare che esso marcisca. Come nota Coin, "in India come in Cina, da mesi si è diffusa una controcultura che mette in discussione l'etica del lavoro e l'obbligo al lavoro salariato."

  • Immobiliare cinese, debito e policrisi

    Durante la teleconferenza di martedì sera, a cui si sono collegati 15 compagni, abbiamo ripreso l'argomento trattato nella scorsa riunione, ovvero l'aggravarsi della situazione economica cinese.

    Il Corriere della Sera ha pubblicato una serie di dati sulla Cina da cui risulta che le amministrazioni locali delle province del paese hanno accumulato debiti per finanziarie il settore immobiliare e la costruzione di nuove infrastrutture ("Cina, il debito 'nascosto' che minaccia l'economia: le province esposte per 8.000 miliardi", Francesco Bertolino). Se alla cifra raggiunta dall'indebitamento pubblico (che ammonta a circa il 300% del PIL, circa 4700 miliardi di euro), si aggiunge quella relativa al governo delle province, vengono superati gli 8000 miliardi di euro. Ad essere in difficoltà non sono solo le amministrazioni locali e le famiglie, ma anche le banche, dato che sono state proprio queste a finanziarie il boom del mattone. Alcuni esperti fanno notare che il sistema finanziario cinese è chiuso e perciò ritengono che le conseguenze dello scoppio di una bolla immobiliare rimarrebbero circoscritte all'interno dei confini nazionali. Sappiamo, invece, che i legami e le interconnessioni economiche e finanziarie della Cina hanno un respiro globale. I conglomerati immobiliari cinesi sono indebitati con Wall Street, e la Cina, dopo il Giappone, è il maggior acquirente di titoli di stato USA; una crisi finanziaria cinese avrebbe ripercussioni sul debito americano e su tutti i suoi rapporti commerciali (ad esempio quelli con la Germania che esporta molto verso il gigante asiatico). Come dice l'economista Larry Summers, il "superciclo del debito", che ha colpito gli Stati Uniti nel 2008 e qualche anno dopo l'Europa, sta ora sferrando un duro colpo alla Cina.

Rivista n°55, luglio 2024

copertina n° 55

Editoriale: Non potete fermarvi

Articoli: Evoluzione extra biologica - Transizione di fase. Prove generali di guerra

Rassegna: Presa d'atto - Il capitalismo è morto

Recensione: Dallo sciopero, alla rivolta, alla Comune - Guerra civile negli USA, ma non quella vera

Doppia direzione: Il programma immediato non ammette mediazioni

Raccolta della rivista n+1

Newsletter 245, 19 gennaio 2022

f6Libertà

Viviamo in una società che scoppia. I suoi membri, divisi o raggruppati secondo criteri il più delle volte arbitrari e casuali, non riescono più a darsi un'identità plausibile. La pandemia, invece di compattare gli individui intorno a provvedimenti utili alla salvaguardia della specie, ha aggravato la situazione facendo emergere ataviche tendenze all'irrazionale.

Continua a leggere la newsletter 245
Leggi le altre newsletter

Abbonati alla rivista

Per abbonarti (euro 20, minimo 4 numeri) richiedi l'ultimo numero uscito, te lo invieremo gratuitamente con allegato un bollettino di Conto Corrente Postale prestampato.
Scrivi a : mail2

Iscriviti alla newsletter

Iscriviti alla newsletter quindicinale di n+1.

Invia una mail a indirizzo email