Hezbollah è riuscito a penetrare in profondità nel territorio israeliano attaccando, con alcuni droni, un campo di addestramento della Brigata Golani, poco fuori la città di Haifa. I sistemi di difesa nemici non sono riusciti ad intercettare i velivoli e pare che uno di questi abbia colpito una mensa, uccidendo quattro soldati israeliani e provocando diversi feriti. Nonostante la decapitazione delle leadership di Hamas e di Hezbollah, le ramificazioni dei miliziani sono tutt'altro che smantellate. Alcuni analisti fanno notare che, al di là delle figure di spicco, l'organizzazione islamista ha una struttura a rete. Dato che i leader vengono periodicamente uccisi, Hamas si è posta il problema di rigenerare continuamente i propri quadri. La struttura è difficilmente eliminabile anche perché svolge una funziona di welfare state ed è radicata nella popolazione. Hezbollah, in Libano, è un partito politico che siede in Parlamento, esprime sindaci e ministri, e con la sua rete di assistenza dà sostegno ad un'ampia fetta di popolazione sciita. In entrambi i casi si tratta di strutture che riescono ad auto-rigenerarsi anche dopo aver subito duri colpi.
In seguito all'attentato dell'11 settembre alle Torri Gemelle si è cominciato a parlare di guerra asimmetrica, poichè due aerei civili di linea furono utilizzati per colpire il cuore degli Stati Uniti. Lo scorso 7 ottobre, Hamas è riuscita a spingersi all'interno del territorio israeliano con mezzi di uso comune quali pick-up e motociclette, facendo una forte compellence a Tel Aviv. A ben vedere, non è corretto parlare di asimmetria dato che, quando vi è guerra, vuol dire che si è stabilita una qualche forma di simmetria. In caso di conflitto ogni attore tende ad adattarsi alle mosse del nemico: se le comunicazioni digitali sono intercettate allora si passa a comunicazioni analogiche. Le regole del wargame sono di tipo cibernetico (se/allora).
Le notizie che arrivano dal fronte libanese sono frammentarie perché vige la censura di guerra. In un'intervista trasmessa su La7, Lucio Caracciolo evidenzia che l'avanzata israeliana in Libano non sta andando bene, che diminuisce il sostegno internazionale a Tel Aviv e, soprattutto, che cresce il rischio di una guerra civile all'interno di Israele. Il caos diventa endemico, e non solo in Medioriente. In Africa il Sudan è in piena guerra civile, un conflitto che rischia di estendersi anche ai paesi vicini. L'Ucraina è prossima al collasso e crescono le diserzioni. Tra le due Coree aumenta la tensione. La Cina ha lanciato un'imponente esercitazione militare intorno a Taiwan.
Siamo in una transizione di fase: sono in corso le prove generali di una guerra mondiale. Nonostante i conflitti, il marasma sociale e gli stati che si dissolvono, non si è ancora giunti al tipo di polarizzazione che porta allo scatenarsi di uno scontro aperto tra giganti imperialisti. Anche dal punto di vista degli armamenti, l'analisi del conflitto russo-ucraino mostra da una parte l'impiego di satelliti, elettronica e droni, dall'altra di carrarmati, denti di drago e trincee, strumenti della guerra passata.
Al vertice dei BRICS di Kazan, in Russia, sarà all'ordine del giorno la partecipazione di cinque nuovi membri: Arabia Saudita, alleato di USA e Israele (vedi patto di Abramo in funzione anti-iraniana), Egitto, Emirati Arabi Uniti, Etiopia e Iran. All'interno del raggruppamento, l'India non ha rapporti pacifici con la Cina. Il presidente brasiliano Lula proporrà un aumento dell'impiego delle valute nazionali con l'obiettivo di sostituire il dollaro statunitense tra i paesi membri. Gli statunitensi devono difendere l'egemonia del dollaro, ma sono 300 milioni di individui contro i 3 miliardi di Cina e India. La definizione "Sud Globale" si riferisce alla maggior parte, ma non a tutti, i "paesi non occidentali"; il suo utilizzo serve a porre l'accento sul fatto che le economie emergenti vogliono un maggiore potere sugli affari globali. Tuttavia, non c'è un paese leader che guidi questo fantomatico fronte.
Dal caos mondiale si formeranno deterministicamente nuove strutture. Stiamo precipitando in una situazione apparentemente senza via d'uscita, ma in realtà è il sistema capitalistico ad essere arrivato al capolinea mentre una nuova forma sociale spinge per imporsi. Il libro Caos. La nascita di una nuova scienza, di James Gleick, ci spiega che non esiste creazione in natura: se si stabilisce un nuovo ordine, vuol dire che all'interno del caos ci sono degli attrattori. Siamo sicuri che il capitalismo è morto e che la società futura agisce già su quella presente ma, al tempo stesso, sappiamo che per arrivare a n+1 si potrebbero verificare situazioni catastrofiche con centinaia di milioni di morti. Per questo è urgente un "rovesciamento della prassi". Il sistema capitalistico è integrato ma anche molto fragile: se saltano alcuni anelli della catena della distribuzione mondiale (supply chain), metropoli con 15 o 20 milioni di abitanti possono rimanere prive dei beni di prima necessità. Il traffico mondiale di Internet passa per i cavi sottomarini, che possono essere sabotati con droni subacquei. La pandemia da Covid-19 ha dimostrato che il mondo è interconnesso ma che un'azione coordinata tra stati non è possibile: abbiamo toccato con mano che, per affrontare seriamente una situazione del genere, è necessario un governo unico mondiale, un organismo "che svolge la difesa della specie umana contro i pericoli della natura fisica e dei suoi processi evolutivi e probabilmente anche catastrofici" (Tesi di Napoli, 1965).
La nostra non è una concezione gradualistica della rivoluzione: il passaggio dal capitalismo alla società futura sarà di tipo catastrofico, così come descritto in Teoria e azione nella dottrina marxista (1951), dove troviamo riferimenti alla "teoria delle catastrofi", alle "cuspidi" e ai "punti singolari".
Oxfam, confederazione internazionale di organizzazioni non profit, pubblica ogni anno un rapporto sulle diseguaglianze: quello del 2024 (a proposito di capitolazioni ideologiche della borghesia di fronte al marxismo) si concentra sul fatto che il potere politico è al servizio di pochi:
"Elevate e crescenti disuguaglianze rappresentano un tratto tristemente distintivo dell'epoca in cui viviamo. Le recenti gravi crisi hanno ampliato disparità e fratture sociali, inaugurando quello che non stentiamo a definire come il 'decennio di grandi divari' con miliardi di persone costrette a vedere crescere le proprie fragilità e a sopportare il peso di epidemie, carovita, conflitti, eventi metereologici estremi sempre più frequenti e una manciata di super-ricchi che moltiplicano le proprie fortune a ritmi parossistici."
In chiusura di teleconferenza, si è accennato alle dichiarazioni di Eric Schmidt, ex amministratore delegato di Google, intervenuto al summit AI+ Energy a Washington. Durante l'incontro, Schmidt ha sollecitato un maggiore sviluppo dell'Intelligenza Artificiale, nonostante i data center (che forniscono la potenza di calcolo necessaria) richiedano sempre più energia minacciando gli obiettivi di riduzione delle emissioni di carbonio. Non deve esserci alcuna preoccupazione, ha affermato l'ex di Google, dato che in mancanza di un coordinamento globale sarà l'IA stessa a risolvere il problema dell'energia necessaria al suo sviluppo contribuendo, in aggiunta, a salvare il mondo dal cambiamento climatico. Nutriamo qualche dubbio, visto che in questo modo di produzione le macchine stanno affamando il mondo (Mai la merce sfamerà l'uomo, 1953).