Di fronte alle turbolente proteste il governo francese si è reso disponibile al dialogo, riscontrando però una certa difficoltà nell'individuare un interlocutore non avendo a che fare con un partito o un sindacato, o con un leader, che al momento non c'è. "Dove sono le organizzazioni sindacali?", si chiedeva un giornalista di Rai News 24 durante una trasmissione, riferendosi anche all'Italia. Storicamente i sindacati sono incaricati di controllare le masse, soprattutto quando le mobilitazioni registrano un impatto sociale crescente, ma evidentemente oggi tali organismi sono in crisi e hanno sempre meno presa sulla società. La Francia negli ultimi anni ha visto l'incendio delle banlieue (2005), le manifestazioni contro il contratto di primo impiego (2006), diversi scioperi contro la legge El Khomri (2016), ed ultimamente la lotta dei ferrovieri: movimenti sociali, sindacali e studenteschi di una certa portata, accompagnati da una militarizzazione delle forze di polizia, che hanno scosso il paese.
"Da un pò di tempo a questa parte, la polarizzazione sta separando i rappresentanti del Capitale dai dannati del capitalismo. E la palude delle molecole instabili che sta in mezzo si agita, rivendicando di esistere, cioè di non essere precipitata fra i dannati." ("La banlieue è il mondo", n+1, n. 19).
Le proteste francesi di questi giorni ricordano, per certi versi, quelle italiane dei "forconi" nel 2013. Anche in quel caso si erano viste piazze (soprattutto quella di Torino) molto eterogenee per composizione, rabbiose contro le tasse e il peggioramento dei livelli di vita.
Il malessere sociale continua ad accumularsi e non trova sfogo, suscitando una certa preoccupazione nella classe dominante. Papa Francesco ha aperto l'omelia della messa celebrata nella Giornata Mondiale dei Poveri dicendo che il grido dei poveri diventa ogni giorno più forte, ma ogni giorno meno ascoltato dai ricchi. Romano Prodi, durante la presentazione di un libro, ha lamentato il fatto che in Italia oggi tutto viene accettato, che l'operaio guadagna 200 volte meno dei manager e nessuno si ribella. Sembra quasi che i borghesi invitino i proletari a sollevarsi contro certi fenomeni ritenuti, da loro stessi, insostenibili. Che sia la calma piatta prima della tempesta? Può essere: meno rivolte ci sono, più materiale esplosivo si accumula, più forte sarà il botto.
Il marasma sociale francese si inserisce in uno scenario sempre più complicato a livello europeo. In Inghilterra la Brexit è diventata uno psicodramma con le infinite trattative del primo ministro Theresa May con i membri del suo governo e con Bruxelles (qualcuno ha parlato di suicidio del Regno Unito). In Italia, il Movimento 5 Stelle, che aveva promesso il "cambiamento", si sta dimostrando ai suoi elettori simile agli altri partiti: se negli anni passati ha rappresentato un fattore di controllo del malessere sociale, come ripetutamente affermato dallo stesso Grillo, alla prova dei fatti, arrivato cioè nella stanza dei bottoni, risulta impotente, arranca e perde consensi.
Si è poi passati a parlare del crollo in borsa dei giganti del gruppo dei FAANG (Facebook, Amazon, Apple, Netflix e Google) che ha bruciato 945 miliardi di dollari negli ultimi mesi. Questi colossi tecnologici sono diventati dei potenti attrattori di capitale, godendo di una situazione di monopolio, intascando profitto altrui e mettendo in serio pericolo la sopravvivenza stessa del capitalismo. Siamo all'autonomizzazione totale e generalizzata del prezzo rispetto al valore e, superati certi limiti, qualcosa dovrà necessariamente succedere.
Il capitale libero nella società trova la sua miglior opzione di valorizzazione nell'industria, ma se ciò non è possibile per via di una crisi cronica di sovrapproduzione, allora si indirizza verso la finanza. Una volta innescato questo meccanismo tutti i capitali di questo tipo si muovono in tale direzione e così facendo finanziarizzano l'economia. Ecco spiegata la crisi finanziaria: il superamento di determinate soglie genera ondate di panico, che mettono in moto delle catene automatiche, che portano a vendite generalizzate sui mercati, ecc. ecc. Oggi, il trading computerizzato svolto da robot programmati per la compravendita online rende tutto più veloce e fuori controllo.
In chiusura di teleconferenza, è stato segnalato un articolo di Repubblica sull'impennata dei rendimenti dei titoli di Stato decennali di Turchia, Argentina, Indonesia, Russia, Brasile e Sudafrica; e uno di Business Insider sui record (negativi) dell'economia cinese, a cominciare dalla crescita della bolla immobiliare.