Ocado, un'azienda basata su software e piattaforme di robotica specializzata nella vendita al dettaglio, offre ai rivenditori i mezzi per inviare ai propri clienti il cibo ordinato online, e la sua particolarità risiede nell'avanguardistico sistema utilizzato per gestire i magazzini: denominato l'"alveare", si tratta di una gigantesca griglia metallica su cui scorrono piccoli robot che agganciano la merce per trasportarla velocemente nel luogo preposto per l'imballaggio. Per eseguire un ordine di grandi dimensioni un umano può impiegarci un'ora, mentre questi automi, collegati a un sistema informatico basato sull'intelligenza artificiale e quindi in grado di comunicare con ogni macchina su rete wireless, permettono di tagliare drasticamente i tempi. I magazzini di Ocado sono progettati come organismi viventi: hanno un sistema nervoso centrale (il software), un sistema cardiovascolare (i nastri trasportatori), e i globuli rossi (le casse). Queste strutture, che oggi servono a mobilitare il più velocemente possibile le merci, un domani saranno utilizzate per soddisfare i bisogni di specie (cfr. "Contributo per una teoria comunista dello Stato").
Il prossimo settore da automatizzare, afferma l'Economist, sarà quello dell'imballaggio; tale innovazione potrebbe eliminare del tutto il bisogno di impiegare facchini e magazzinieri. Boston Dynamics, una società americana di ingegneria e robotica, ha ideato un robot in grado di svuotare un camion e mettere i pacchi su un pallet. Il gigante della logistica DHL ha effettuato un primo ordine e ha annunciato che distribuirà le nuove macchine nei suoi magazzini nei prossimi tre anni.
Nella maggior parte delle strutture ad elevata automazione, per accedere all'area in cui operano i robot il personale deve indossare appositi giubbotti di sicurezza dotati di componenti elettroniche che segnalano alle macchine la presenza di un essere umano. Aerei, automobili, navi e treni non hanno più bisogno di piloti, possono essere controllati da sistemi cibernetici. Nei Grundrisse, Marx afferma che, nel capitalismo maturo, "non è più tanto il lavoro a presentarsi come incluso nel processo di produzione, quanto piuttosto l'uomo a porsi in rapporto al processo di produzione come sorvegliante e regolatore." Il lavoratore, perciò, "si colloca accanto al processo di produzione, anziché esserne l'agente principale."
Ai Giochi Olimpici Invernali di Beijing 2022, in Cina, automi rilevano la temperatura delle persone, igienizzano le aree di gara, consegnano i report dei punteggi dei concorrenti durante le gare, distribuiscono il cibo ad atleti e staff, riducendo così il contatto tra gli uomini al fine di arginare la diffusione del Covid. I robot-camerieri cinesi ci hanno ricordato quanto scritto in Mai la merce sfamerà l'uomo - Prospetto introduttivo alla questione agraria (1953):
"Resterà, direte, all'uomo l'opera organizzativa, direttiva, il girare le chiavette interruttrici. Ma hanno detto ultimamente che una macchina della macchina sostituirà l'uomo alle manopole di questa, dopo aver registrato con processi elettronici il comportarsi effettivo dell'uomo, il trucco che lo distingue, per ritrasmetterlo identico. Allora sarà invero la natura che ci darà tutto, cominciando dal vassoio della prima colazione che arriverà senza che lo porti nessuno."
Se gli uomini vengono sostituti dalle macchine in sempre più attività e con ritmo accelerato, dalla movimentazione delle merci alla sanità, dall'industria alla guerra, possiamo dire che è ancora operante la legge del valore-lavoro? Vediamo come viene descritta questa metamorfosi nei Grundrisse:
"Da un lato esso [Il Capitale] evoca, quindi, tutte le forze della scienza e della natura, come della combinazione sociale e delle relazioni sociali, al fine di rendere la creazione della ricchezza (relativamente) indipendente dal tempo di lavoro impiegato in essa. Dall'altro lato esso intende misurare le gigantesche forze sociali così create alla stregua del tempo di lavoro, e imprigionarle nei limiti che sono necessari per conservare come valore il valore già creato. Le forze produttive e le relazioni sociali - entrambi lati diversi dello sviluppo dell'individuo sociale - figurano per il capitale solo come mezzi, e sono per esso solo mezzi per produrre sulla sua base limitata. Ma in realtà essi sono le condizioni per far saltare in aria questa base."
Il capitalismo non funziona, le fondamenta su cui esso si basa scricchiolano sempre più forte. Le rivolte in corso nel mondo sono causate dalla profonda crisi della legge del valore-lavoro, e sta maturando, in un contesto di miseria assoluta crescente, un senso di disagio profondo che mobilita sia coloro che hanno già perso qualcosa, sia coloro che temono di perdere qualcosa (Newsletter numero 237, dicembre 2019).
In una lettera ai compagni, intitolata "La legge del valore e la sua vendetta" (1988), abbiamo scritto che la produttività sociale è la capacità di mettere in moto sempre più capitale con sempre meno uomini. La condizione essenziale per mantenere in vita il capitalismo è l'accumulazione. La condizione essenziale per accumulare è aumentare la produttività sociale. L'aumento della produttività sociale si ottiene con la sostituzione di impianti e macchine a uomini e comporta necessariamente l'appiattimento della curva del saggio di profitto. La nostra corrente aveva ben presente le conseguenze dell'automazione, e già negli anni '50 del secolo scorso utilizzava la metafora della mineralizzazione del pianeta, intendendo la sopraffazione del mondo biologico, di cui la nostra specie fa parte, ad opera della produzione minerale (cfr. "Specie umana e crosta terrestre"). Oggi la borghesia si accorge che l'ipotesi Gaia non è campata in aria e che la biosfera è un complesso sistema sinergico e autoregolante; se ne accorge anche il Papa, che scrive l'enciclica Laudato si' incentrata sull'idea di "ecologia integrale".
In balia della mercantile anarchia, ovvero della guerra di tutti contro tutti, la borghesia è alla disperata ricerca di equilibrio e pianificazione sociale. Distribuisce premi Nobel ad economisti come David Card (che per far ripartire l'occupazione propone una retribuzione più alta strizzando l'occhio alle lotte dei fast food workers per i 15 dollari l'ora), ma poi getta sul lastrico milioni di esseri umani (vedi ultimo rapporto Oxfam: "La pandemia della disuguaglianza"). Insomma, se il capitalismo vuole salvarsi deve intervenire con forza sulla formula del saggio di profitto, e l'unico modo per farlo è ritornare a fabbriche piene di migliaia di operai e non di automi. Siccome ciò è impossibile, perché quello dei robot è divenuto un sistema, l'attuale modo di produzione è destinato a saltare in aria.