Il mondo è sempre più piccolo, connesso da reti di varia natura, tra le quali Internet, che fa comunicare gli uomini istantaneamente e riduce le distanze spaziali. Lo abbiamo scritto nel volantino "Mille città", dedicato all'ondata internazionale di manifestazioni del 15 ottobre 2011, e lo abbiamo letto nella lettera inviata da "Comrades from Cairo" ad Occupy Wall Street e pubblicata su The Guardian il 25 ottobre 2011:
"Un'intera generazione in tutto il globo terrestre è cresciuta rendendosi conto, razionalmente ed emotivamente, che non abbiamo futuro nell'attuale ordine delle cose [...]. L'attuale crisi in America e in Europa occidentale ha iniziato a portare questa realtà anche a casa vostra [...]. Così siamo con voi non solo nel tentativo di abbattere il vecchio, ma di sperimentare il nuovo [...]. Le occupazioni devono continuare, perché non c'è più nessuno a cui chiedere la riforma. [...] siate pronti a difendere quello che avete occupato, quello che state costruendo perché, dopo tutto quello che ci è stato sottratto, questi spazi sono molto preziosi."
Quando parliamo di auto-organizzazione non lo facciamo alla maniera degli anarchici e non intendiamo gli scioperi o le lotte per rivendicazioni salariali, ma ci riferiamo allo schema marxista del capovolgimento della prassi ("Teoria e azione nella dottrina marxista", 1951). I movimenti di individui o di piccoli gruppi tendono ad annullarsi a vicenda, mentre i movimenti di massa portano a una concomitanza di stimoli e di reazioni che sono la premessa alla formazione di strutture organizzative in grado di intervenire sulla storia. Il processo rivoluzionario si prepara da sé, è un fenomeno autopoietico (Maturana e Varela).
Per i marxisti c'è un forte nesso tra l'andamento dell'economia e lo scoppio di grandi moti sociali, ma non si tratta di un processo lineare, del tipo "aumenta la miseria e scatta meccanicamente la rivoluzione". La dinamica sociale non è formalizzabile con una semplice equazione di primo grado (Engels, "Lettera a J. Bloch", 1890), ma con l'ausilio delle teorie dei sistemi dinamici, delle reti e dei frattali. Le concatenazioni sociali sono talmente fitte e sovrapposte che rendono difficile fare previsioni a breve termine, mentre l'andamento storico generale è conosciuto. Almeno dagli anni '50 affermiamo che il capitalismo è praticamente morto ("Scienza economica marxista...", 1959), che è un cadavere che ancora cammina.
La società umana è complessa, la si può comprendere solo con alti livelli di astrazione, attraverso modelli e schemi, i quali devono però essere coerenti con la dottrina rivoluzionaria. Ovviamente, è importante analizzare le rivolte e le guerre in corso, ma questo è impossibile in mancanza di una teoria del divenire sociale che ci dice, ad esempio, che la Rivoluzione russa del 1917 è morta e sepolta e non risorgerà: insegnamento utile per gli "errori" commessi in seguito, si tratta di un'esperienza non più riproducibile. La controrivoluzione mondiale cominciata negli anni '20 ha rubato il futuro all'umanità ("Dov'è finito il Futuro?").
Nel nostro piccolo lavoriamo per fare in modo che i fatti che hanno portato alla degenerazione dell'Internazionale non si ripetano e per questo mettiamo in primo piano la conservazione della linea del futuro della nostra classe ("Proprietà e capitale"), in vista del passaggio di testimone alle nuove generazioni.
La novità di questi anni è la scesa in piazza di milioni di persone, per i motivi più disparati, ma con un chiaro orientamento anticapitalista ("Rivolta contro la legge del valore"). Per adesso si tratta di movimenti che non escono dai confini dei paesi coinvolti e che si mostrano incapaci di spiegare sé stessi; ma determinazioni lontane nel tempo, che affondano le loro radici nella Primavera araba, nel movimento degli Indignados e in Occupy Wall Street, si stanno coordinando. OWS ha rappresentato un cambio di paradigma, una nuova visione del mondo, e lo testimoniano le foto e i video dei cartelli scritti a mano dal "99%"; e di se stesso diceva di essere in un altro universo, di essere una voce aliena che dal futuro chiama all'appello contro il capitalismo. E' una storia, quella del movimento americano del biennio 2011-12, che va studiata alla luce di quanto sta succedendo oggi nel mondo e con l'occhio agli studi che abbiamo condotto sul wargame.
Ciò che si prepara all'orizzonte è un fatto sociale di enorme portata che potrà essere affrontato solo da un fatto tecnico altrettanto enorme. La formula "n+1" sta a significare il legame con un ordine superiore. Come diceva Carl Schmitt, in una situazione di caos decide chi sa cosa si debba fare per superarlo, chi è in grado di leggere l'ordine soggiacente (caos deterministico, Renè Thom). D'altronde, come scriveva la corrente a cui facciamo riferimento, "è compagno militante comunista e rivoluzionario chi ha saputo dimenticare, rinnegare, strapparsi dalla mente e dal cuore la classificazione in cui lo iscrisse l'anagrafe di questa società in putrefazione, e vede e confonde sé stesso in tutto l'arco millenario che lega l'ancestrale uomo tribale lottatore con le belve al membro della comunità futura, fraterna nella armonia gioiosa dell'uomo sociale." ("Considerazioni sull'organica attività del partito...", 1965).
Questa guerra ha acceso i riflettori sul pericolo di un conflitto nucleare, e quindi sul rischio dell'estinzione della nostra specie. La quale, a differenza delle altre, ha capacità di progetto, per adesso limitata all'ambito produttivo. Ora è necessaria una progettazione complessiva del vivere sociale, e il comunismo è, appunto, la "conoscenza di un piano di vita per la specie" ("Proprietà e capitale").