Il numero 56 di n+1 è online

Invitiamo tutti ad abbonarsi alla copia cartacea per aiutarci a mantenere questo tipo di diffusione, ad esempio presso le biblioteche.

Rivista n. 56, dicembre 2024

Editoriale: I limiti dell'… inviluppo

Articoli: Il gemello digitale - L'intelligenza al tempo dei Big Data - Donald Trump e il governo del mondo

Rassegna: Il grande malato d'Europa - Il vertice di Kazan - Difendono l'economia, preparano la guerra

Recensione: Ciò che sembrava un mezzo è diventato lo scopo

Doppia direzione: Il lavoro da svolgere oggi - Modo di produzione asiatico? - Un rinnovato interesse per la storia della Sinistra Comunista - Isolazionismo americano post-elettorale?

Appuntamenti

21/22

Giu

98° incontro redazionale
L'incontro si svolgerà presso la sede di Torino.
Temi da definire.

15/16

Mar

97° incontro redazionale
Temi: Il punto sulla situazione mondiale - Peculiarità dello sviluppo storico cinese - La transitorietà del capitalismo - Ancora sul ... >>>

14/15

Dic

96° incontro redazionale
Temi: Modelli e previsione - La conoscenza è un processo collettivo - Indagine dinamica del processo capitalistico >>>

21/22

Set

95° incontro redazionale
Temi: n+1: un progetto di lavoro - La realtà e i suoi modelli, i modelli e la loro realtà - Chi sono i padroni del mondo? >>>

Corrispondenza sui fatti di Genova G8

21) "BLACK BLOC"

Il 30 novembre, diversi gruppi di individui uniti nel black bloc hanno attaccato molteplici obiettivi sedi di multinazionali nel centro di Seattle. Tra queste c’erano (tanto per citarne alcune):
- Fidelity Investment (azionista di maggioranza della Occidental Petroleum, che vuole eliminare la tribu' degli U'wa in Colombia [per estrarre dai loro territori])

- Bank of America, US Bancorp, Key Bank e Washington Mutual Bank (istituzioni finanziarie chiave nella espansione della repressione globale operata dalle multinazionali)

- Old Navy, Banana Republic e GAP (come societa' di proprieta' della famiglia Fisher, sono responsabili e simbolo della distruzione delle foreste del Northwest e sfruttatori dei lavoratori del terzo mondo con paghe miserabili)

- Nike Town e Levi's (i cui prodotti hanno prezzi altissimi e sono prodotti in condizioni di semi-schiavitu' nel sud del mondo)

- McDonald's (paghe bassissime, spacciatore di cibo spazzatura, responsabile della distruzione delle foreste tropicali, per la distruzione del suolo e per l'uccisione di milioni e milioni di animali)

- Starbucks (venditore di una sostanza, il caffè, che provoca assuefazione, viene prodotto in fattorie dove i contadini, con paghe al di sotto del livello di poverta', nella produzione sono forzati a distruggere le loro foreste locali)

- Warner Bros. (monopolista dei media)

- Planet Hollywood (per essere Planet Hollywood)

Questa azione e' durata per oltre 5 ore ed e' consistita nello sfondamento delle porte, delle vetrine, di tutte le vetrate e nella devastazione delle lussuose facciate dei megastore delle multi e delle sedi delle aziende o delle banche. Fionde, distributori automatici dei giornali, bidoni della spazzatura, mazze ferrate, martelli, piedi di porco sono stati usati strategicamente per distruggere le proprieta' delle corporation e per poter entrare... (uno dei tre Niketown ed uno degli Starbucks attaccati sono anche stati saccheggiati). In piu' sono anche state usate palle di vernice, uova con dentro soluzioni corrosive per il vetro e bombolette di vernice spray.

Il blocco nero e' stato un raggruppamento, organizzato per intelligenza individuale, di gruppi di affinita' ed individualita' che hanno girato per il centro di Seattle spinti per un verso da una "significativa" e vulnerabile vetrina di negozio e per un altro dalla vista di un raggruppamento di polizia. Diversamente dalla gran parte degli attivisti che sono stati gassati con spray irritante e con i lacrimogeni e contro i quali sono stati sparati in piu' occasioni proiettili di plastica, la maggior parte di noi del blocco ha evitato feriti pesanti rimanendo costantemente in movimento, cercando di evitare lo scontro frontale con la polizia. Stavamo stretti [cordonati] ed ognuno guardava le spalle dell'altro. Quelli attaccati dai federali sono sfuggiti all'arresto grazie alla velocita' di reazione ed alla organizzazione del membri del black bloc. Il senso di solidarieta' e' stato imponente.

LA POLIZIA PACIFISTA

Sfortunatamente, la presenza e la persistenza della "peace police" e' stata abbastanza di disturbo. In almeno 6 diverse occasioni, i cosiddetti attivisti "non violenti" hanno aggredito fisicamente chi stava attaccando le proprieta' delle multi. Alcuni sono anche andati cosi' oltre da mettersi davanti al Niketown super store e ostacolare e far andare via il black bloc. Infatti, questi sedicenti "peace-keepers" [portatori di pace] hanno posto a gran rischio gli individui del black bloc, piu' dei noti, violenti ed in uniforme "peace-keepers" spediti dallo stato (anche agenti in borghese hanno sfruttato la copertura dei pacifisti per cercare di prendere quelli che erano impegnati nella distruzione delle proprieta' delle multi).

REAZIONE AL BLACK BLOC

La reazione alle attivita' del black bloc hanno evidenziato alcune delle contraddizioni e dell'oppressione interna che si vivono gli "attivisti non-violenti". A parte l'ovvia ipocrisia di quelli che fanno violenza contro chi e' a volto coperto e vestito di nero (molti dei quali sono stati aggrediti malgrado il fatto che non siano mai stati coinvolti nelle attivita' di distruzione di proprieta'), questo e' il razzismo degli attivisti privilegiati che possono permettersi di ignorare la violenza perpetrata contro la maggior parte della societa' e della natura in nome del diritto di proprieta' privata. Lo sfondamento delle vetrine ha coinvolto e ispirato gran parte della comunita' sfruttata e oppressa di Seattle piu' di quanto ogni altro pupazzo gigante o costume da tartaruga marina avessero mai potuto fare (non per disprezzare l'efficacia dei metodi utilizzati dagli altri gruppi).

DIECI LEGGENDE SUL BLACK BLOC

Qui c'e' qualcosa per sfatare le voci che sono circolati riguardo al black bloc del 30 novembre:

1. "Sono tutti un gruppo di anarchici di Eugene." Mentre alcuni possono in effetti essere anarchici di Eugene, Oregon, noi arriviamo da tutti gli Stati Uniti, anche da Seattle. In ogni caso molti di noi sono consapevoli dei problemi locali di Seattle (per esempio la recente occupazione del centro fatta dai rivenditori delle piu' infami compagnie multinazionali).

2. "Sono tutti seguaci di John Zerzan." Un sacco di chiacchiere sono circolate sul fatto che noi siamo tutti seguaci di John Zerzan, un autore anarco-primitivista di Eugene che ha sostenuto l'azione di distruzione di proprieta' delle multi. Mentre alcuni di noi possono apprezzare i suoi scritti e le sue analisi, lui non e' in nessun caso il nostro leader, direttamente, indirettamente, filosoficamente o altro.

3. "Lo squat occupato per il NO2WTO a Seattle e' il quartier generale degli anarchici che hanno distrutto le proprieta' il 30 novembre." In realta', la maggior parte delle persone all' "Autonomous Zone" squat sono persone di Seattle che hanno passato gran parte del loro tempo sin dalla sua apertura il 28.11 nello squat. Mentre ci si puo' conoscere gli uni con gli altri, i due gruppi non corrispondono e comunque in nessun caso lo squat puo' essere considerata la base delle persone che hanno fatto l'azione di distruzione delle proprieta'.

4. "Il blac block ha innalzato la tensione il 30.11 facendo si che si arrivasse a sparare lacrimogeni e gas irritanti anche contro i manifestanti non violenti." Per rispondere a questo, possiamo solo notare che lo sparare i lacrimogeni, il gassare la gente col pepper spray, lo sparare i proiettili di gomma e' tutto iniziato molto prima che il black bloc iniziasse la distruzione di proprieta'. In piu' dobbiamo opporci alla tendenza a stabilire reazioni di causa effetto tra la repressione della polizia e diverse forme di protesta, che queste prevedano o meno la distruzione di proprieta'. La polizia ha il compito di difendere la minoranza dei ricchi e l'accusa di violenza non puo' essere sempre addossata contro chi prova a reclamare i propri diritti.

5. Dall'altro verso: "Hanno agito in risposta alla repressione della polizia." Mentre cio' puo' in qualche modo sembrare una piu' positiva rappresentazione del black bloc, e' comunque, senza meno, falsa. Noi rifiutiamo il fatto di essere male interpretati ossia di aver agito solo per reazione. Anche se per alcuni la logica del black bloc potrebbe non avere senso, e' comunque in ogni caso una logica PER e non contro. [pro-active logic]

6. "Sono solo una massa di ragazzi, adolescenti, incazzati." A parte il fatto che e' falso nascondere tutto dietro logiche sessiste e di spregio per i giovani. La distruzione di proprieta' non e' stata un rilascio di furia, o una botta di testosterone, o un branco di teppisti macho. Nemmeno per attaccare e far infuriare i reazionari. E' stato specificatamente e strategicamente colpire con l'azione diretta gli interessi delle multinazionali.

7. "Volevano solo combattere." Questo e' semplicemente assurdo, e convenientemente trascura l'aggressivita' della "peace police" nello scontrarsi contro di noi. Di tutti i gruppi coinvolti nell'azione diretta, il black bloc e' stato forse il meno interessato a scontrarsi con l'autorita' e noi non avevamo sicuramente nessun interesse nello scontrarci contro altri attivisti anti-WTO (malgrado alcuni non siano d'accordo con questa tattica).

8. "Sono una massa teppistica caotica, disorganizzata ed opportunista." Molti di noi potrebbero sicuramente passare dei giorni argomentando sul significato di "caotico", ma certamente non siamo disorganizzati. L'organizzazione e' stata fluida e dinamica, ma era totale e dura. Per quanto riguarda l'accusa di opportunismo, e' difficile immaginare chi delle migliaia di partecipanti non ha preso l'opportunita' creata a Seattle per portare avanti i propri obiettivi, la propria agenda. La domanda diventa allora abbiamo partecipato alla creazione di questa opportunita', e molti di noi certamente lo hanno fatto (che ci porta al prossimo mito):

9. "Non conoscono la questione" oppure "non sono attivisti che hanno lavorato su questo." Sebbene noi possiamo non essere attivisti professionisti [sindacalisti, lobbisti] noi tutti abbiamo lavorato per mesi per essere qui a Seattle. Molti di noi hanno lavorato per questo nelle proprie citta' ed altri sono venuti a Seattle mesi prima per organizzare questo. Per certo siamo responsabili di molte centinaia di persone che sono scese in piazza il 30 novembre a Seattle, dei quali solo una piccola minoranza ha avuto a che fare con il black bloc. La maggior parte di noi sta studiando gli effetti dell'economia globale, dell'ingegneria genetica, estrazione di risorse, trasporti, condizioni di lavoro, eliminazione dell'autonomia dei popoli indigeni, diritti degli animali e degli umani ed abbiamo fatto iniziative su queste questioni per anni. Non siamo ne poco informati ne inesperti.

10. "Gli anarchici a volto coperto sono antidemocratici e "pericolosi" perche' nascondono la loro identita'." Fronteggiamola! (a volto coperto o meno) comunque quella in cui viviamo non e' una democrazia. Se questa settimana [di gas, botte, coprifuoco e no protest zone] non lo avesse esemplificato abbastanza, lasciateci ricordarvi che viviamo in uno stato di polizia. La gente ci dice che se davvero siamo convinti di essere nel giusto, di aver ragione ebbene non dovremmo nasconderci dietro passamontagna e fazzoletti. "La verita' prevarra' " e' l'affermazione che ci viene fatta. Sebbene questo sia un giusto e nobile obiettivo, non funziona con la realta' di oggi. Quelli che pongono problemi o minacce significative all'assetto del Capitale e dello Stato sono perseguitati. Alcuni pacifisti ci potrebbero dire di accettare questa persecuzione con buono spirito. Altri potrebbero dirci che e' un sacrificio che merita grande rispetto. Non siamo ne cosi' burberi ne sentiamo di avere il privilegio di subire la repressione come un sacrificio: la repressione e' per noi giornaliera ed inevitabile e facciamo tesoro della nostra poca liberta'. Accettare l'incarcerazione come una forma di "sacrificio o martirio o privilegio" tradisce il godere di una buona quantita' di privilegi del "primo mondo" in chi lo afferma. Noi sentiamo che un attacco alla proprieta' privata sia necessario se vogliamo ricostruire un mondo che sia vivibile, salutare e felice per chiunque. E questo a dispetto del fatto gli abnormi diritti della proprieta' privata in questo paese trasformano qualsiasi danneggiamento della proprieta' privata in un crimine che prevede subito 250 dollari di multa.

MOTIVAZIONI DEL BLACK BLOC

L'intento principale di questo comunicato era quello di disperdere l'alone di mistero che ha circondato il Black Bloc, e renderne le motivazioni piu' trasparenti, fino a che le nostre maschere sul viso non lo permetteranno.

RIGUARDO ALLA VIOLENZA CONTRO LA PROPRIETA'

Noi riaffermiamo che la distruzione di proprieta' non e' un'azione violenta, a meno che non ci perda la vita qualcuno o qualcuno ne abbia danno. Secondo questa definizione la proprieta' privata - specialmente la proprieta' privata delle multinazionali - e' in se stessa infinitamente piu' violenta di ogni azione rivolta contro di essa. La proprieta' privata va distinta dalla proprieta' personale.
La seconda riguarda l'utilizzo mentre la prima riguarda il commercio. Il principio basilare riguardo alla proprieta' personale e' che ognuno ha cio' di cui ha bisogno. Il principio che invece sottende il concetto di proprieta' privata e' che alcuni di noi hanno qualcosa che qualcun'altro vuole o di cui ha bisogno.

In una societa' che si fonda sui diritti della proprieta' privata, quelli che sono capaci di accumulare molti beni di cui gli altri hanno bisogno o desiderio hanno un grande potere. Per estensione, hanno un ancor piu' grande potere quanto piu' riescono a far percepire agli altri di dover desiderare o di aver bisogno di determinati beni, solitamente nell'interesse di aumentare i loro profitti. Portare avanti il "libero mercato" vuol dire far arrivare questo processo alle sue logiche conclusioni: una rete di poche industrie monopoliste con un controllo completo sulle vite di tutti noi. Portare avanti un "mercato giusto/equo" vuol dire aspirare a vedere questo processo mitigato dalle leggi dei governi, ossia imporre degli standard umanitari di base. Da anarchici rifiutiamo entrambe le posizioni. La proprieta' privata - e quindi il capitalismo - sono intrinsecamente violenti ed oppressivi e non possono essere riformati o mitigati.

Se il potere di ognuno di noi e' concentrato nelle mani di poche corporazioni o impegnato nel creare un apparato di regole che possano mitigare gli effetti del disastro da esse provocato, nessuno puo' essere poi cosi' libero o cosi' potente come potrebbe invece esserlo in una societa' non gerarchica. Quando rompiamo una vetrina, noi aspiriamo a distruggere la sottile maschera di leggittimita' che circonda i diritti della proprieta' privata.

Nello stesso modo, noi aborriamo quel tipo di relazioni sociali violente e distruttive di cui sono oramai impregnate tutte le cose che ci circondano. Con il "distruggere" la proprieta' privata, noi ne convertiamo il suo limitato valore e ne espandiamo il valore d'uso. Una vetrata di un megastore diventa una fessura attraverso la quale passa una ventata di aria fresca nell'atmosfera oppressiva di un ipermercato (almeno fino a quando la polizia non decide di sparare i lacrimogeni vicino la barricata che blocca la strada). Un distributore automatico di giornali diventa un attrezzo per creare questa fessura, o per fare una piccola barricata per richiedere spazio pubblico libero o un oggetto per migliorare il punto di vista di qualcuno se gli monta sopra. Un cassonetto diventa un ostacolo all'avanzata di un plotone di sbirri antisommossa ed una fonte di luce e di calore. La facciata di un palazzo diventa una bacheca per messaggi per registrare illuminanti idee per un mondo migliore.

Dopo il 30 novembre (N30) molte persone non guarderanno piu' una vetrina o un martello allo stesso modo. Gli usi potenziali dell'intero arredo urbano sono enormemente aumentati. Il numero delle vetrine infrante impallidisce di fronte al numero dei tabu' infranti, tabu' che ci vengono imposti dall'egemonia delle corporazioni per farci stare buoni e non farci pensare a tutte le violenze perpetrate in nome della proprieta' privata ed a tutte le potenzialita' di una societa' senza di loro.

Le vetrine rotte possono essere chiuse con tavole (con ancora altro spreco delle nostre foreste) ed eventualmente sostituite, ma la rottura dell'accettazione passiva speriamo che persista per molto tempo a venire.

Contro il capitale - contro lo stato

Disclaimer: queste osservazioni e analisi rappresentano soltanto quelle del Collettivo ACME e non vanno considerate come rappresentative per il resto del black bloc di N30 o chiunque altro sia stato impegnato nella sommossa o nelle distruzioni di quel giorno.


Articoli correlati (da tag)

  • Capitale fittizio e contraddizioni globali

    La teleriunione di martedì sera è iniziata con alcune considerazioni riguardo le conseguenze economiche dell'introduzione di dazi da parte dell'amministrazione Trump.

    La Borsa di New York ha bruciato oltre 5.000 miliardi di dollari in appena due giorni e anche tutte le principali piazze finanziarie mondiali hanno registrato importanti perdite (venerdì 4 aprile è stato per gli indici borsistici il giorno peggiore dal tempo della pandemia da Covid-19). Per ora tali oscillazioni non hanno avuto ripercussioni sulla società, come inflazione, fallimenti o licenziamenti. In proporzione, la quantità di capitale finanziario andata distrutta è di molto inferiore rispetto a quella in circolazione.

    Tra gli analisti economici cresce la preoccupazione per le conseguenze negative di una creazione di denaro dal denaro (D-D'), senza passare per la produzione (P). C'è la necessità di continuare un ciclo fittizio di valorizzazione, che ormai nessuno più controlla; durante la crisi dei mutui subprime del 2008 venne alla luce un immenso "schema Ponzi". Quando lo Stato moderno permette alle banche di emettere prestiti superiori alla consistenza dei loro depositi, vuol dire che si sta creando capitale fittizio: il prestito è difatti possibile grazie alla garanzia delle banche centrali.

  • Alla ricerca di un nuovo ordine

    La teleriunione di martedì sera ha preso le mosse dalle recenti dichiarazioni dei massimi esponenti del governo americano sul dialogo con la Russia riguardo al conflitto in Ucraina.

    Gli USA mirano a indebolire i legami tra Russia e Cina, evitando al contempo la saldatura economica tra Berlino e Pechino. Appena insediatosi alla Casa Bianca, Donald Trump ha annunciato negoziati immediati e diretti con Vladimir Putin. Dal palco della Conferenza sulla sicurezza di Monaco di Baviera, il vicepresidente statunitense J.D. Vance ha rivolto dure critiche ai paesi europei, esprimendo il suo sostegno alle forze di estrema destra come l'AFD tedesca. Il giorno sucessivo, l'inviato speciale USA per l'Ucraina, Keith Kellogg, ha dichiarato che gli europei non saranno inclusi nei prossimi colloqui di pace.

    In particolare, nel suo intervento a Monaco, il vicepresidente Vance ha preso posizione a proposito della "ritirata dell'Europa da alcuni dei suoi valori fondamentali, valori condivisi con gli Stati Uniti". Il problema arriverebbe, dunque, dall'interno del Vecchio Continente, sempre meno democratico e liberale. L'accordo tra Putin e Trump esclude esplicitamente l'Europa e favorisce il riavvicinamento tra USA e Russia a discapito dell'Ucraina. Le dichiarazioni di Trump e Vance hanno mandato nel panico le cancellerie europee: agli annunciati dazi americani si aggiunge ora la possibilità del venir meno della protezione militare USA. L'Europa è il classico vaso di coccio tra vasi di ferro, lo dimostra la crescente ingovernabilità in Germania dove è dato per certo l'exploit di AFD. Il vertice "informale" di Parigi tra i capi di governo di Germania, Regno Unito, Italia, Polonia, Spagna, Paesi Bassi, Danimarca e Francia ha sancito, ancora una volta, la disunità e l'impotenza europea.

  • Modelli di ragionamento

    La teleriunione di martedì sera è iniziata commentando le ultime notizie riguardanti i dazi lanciati dall'amministrazione Trump, e i contro-dazi minacciati dal presidente cinese Xi Jinping.

    In questo scontro inter-imperialistico, l'Europa risulta il vaso di coccio tra vasi di ferro. Essa non è un'entità unitaria, né dal punto di vista politico né da quello economico e militare. Detto questo, non c'è alternativa che non sia la guerra aperta al "patto col diavolo" sottoscritto da Cina e USA, che sulla scena internazionale sono nemici e concorrenti ( "Imperialismo in salsa cinese").

    In questa epoca di mercato globale il protezionismo è una pratica estremamente contradditoria dato che i capitali americani vanno a valorizzarsi in Cina, e viceversa. Il tentativo di disaccoppiare l'economia statunitense e i suoi satelliti dal blocco rappresentato dalla Cina è antistorico, così come l'idea di far ritornare grande e industriale l'America. Essa si appresta alla costruzione di grandi data center per l'intelligenza artificiale ("Stargate"), con i relativi impianti per generare l'energia necessaria al loro funzionamento. Il progetto prevede un investimento totale di circa 500 miliardi di dollari in quattro anni con una partnership tra pubblico e privato (OpenAI, Oracle e SoftBank). Per quanto importante sia questo progetto, non genererà milioni di nuovi posti di lavoro.

Materiale ricevuto

Lavori in corso

Doppia direzione

Rivista n°56, dicembre 2024

copertina n° 56

Editoriale: I limiti dell'… inviluppo / Articoli: Il gemello digitale - L'intelligenza al tempo dei Big Data - Donald Trump e il governo del mondo / Rassegna: Il grande malato d'Europa - Il vertice di Kazan - Difendono l'economia, preparano la guerra / Recensione: Ciò che sembrava un mezzo è diventato lo scopo / Doppia direzione: Il lavoro da svolgere oggi - Modo di produzione asiatico? - Un rinnovato interesse per la storia della Sinistra Comunista - Isolazionismo americano post-elettorale?

Raccolta della rivista n+1

Newsletter 245, 19 gennaio 2022

f6Libertà

Viviamo in una società che scoppia. I suoi membri, divisi o raggruppati secondo criteri il più delle volte arbitrari e casuali, non riescono più a darsi un'identità plausibile. La pandemia, invece di compattare gli individui intorno a provvedimenti utili alla salvaguardia della specie, ha aggravato la situazione facendo emergere ataviche tendenze all'irrazionale.

Continua a leggere la newsletter 245
Leggi le altre newsletter

Abbonati alla rivista

Per abbonarti (euro 20, minimo 4 numeri) richiedi l'ultimo numero uscito, te lo invieremo gratuitamente con allegato un bollettino di Conto Corrente Postale prestampato.
Scrivi a : mail2

Iscriviti alla newsletter

Iscriviti alla newsletter quindicinale di n+1.

Invia una mail a indirizzo email