La teleriunione di martedì sera è iniziata con il commento del testo "Il ciclo storico dell'economia capitalistica" (Prometeo n. 5 del 1947), nel quale si dimostra che il capitalismo nasce all'interno della società feudale, e che è possibile delineare una dinamica storica che va dalla bottega artigiana alla manifattura, fino alla fase senile del capitalismo in cui la finanza domina l'industria.
Ad un certo grado di sviluppo delle forze produttive si verifica una scissione tra chi detiene i mezzi di produzione, i datori di lavoro, e gli operai, che non sono più padroni del prodotto del loro lavoro. L'artigiano, che precedentemente poteva compiere tutte le operazioni utili alla produzione, viene sostituito da un operaio complessivo (lavoro associato) che è la somma di tanti operai parziali. La figura unitaria dell'artigiano si sdoppia: appaiono sulla scena storica il capitalista e il salariato. All'interno della vecchia società maturano gli elementi della nuova, e questo vale anche per la prossima rivoluzione, che sarà a titolo umano. Giunto il capitalismo alla sua fase suprema, l'imperialismo, la stessa figura dell'imprenditore, quello che veniva chiamato padrone, praticamente non esiste più, sostituito da funzionari lautamente stipendiati oppure addirittura da algoritmi.
La teleriunione di martedì sera è iniziata con alcune considerazioni riguardo l'emergenza nei Campi Flegrei, a ovest della città di Napoli, dove da giorni si susseguono scosse di terremoto.
L'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) nota che l'area flegrea è soggetta a bradisismo (movimento lento del suolo), e non si possono escludere altri eventi sismici di energia analoga o superiore a quanto già registrato durante lo sciame sismico in corso. I Campi Flegrei sono una vasta area vulcanica attiva con una struttura detta "caldera", cioè un'area ribassata di forma quasi circolare che si è formata per effetto di eruzioni esplosive del passato. Secondo un articolo pubblicato sulla rivista Nature, si prefigurano tre possibili scenari: 1) un fenomeno di equilibrio in cui il sollevamento del suolo rallenta fino ad assestarsi, 2) un fenomeno di oscillazione per cui il suolo sale e scende, 3) un sollevamento continuo che porta la crosta superiore a rompersi completamente. La situazione è dunque rischiosa per tutta l'area, soprattutto perché si tratta di una delle zone più densamente abitate d'Italia. Un vulcano su dieci, tra quelli storicamente attivi sul pianeta, è una grande caldera di oltre 5 km di diametro. Spesso si verificano diversi episodi sismici nel corso di decenni prima che questo tipo di vulcano esploda; tali episodi appartengono ad un'unica sequenza evolutiva, per cui il comportamento di ciascun evento dipende dall'effetto cumulativo dei suoi predecessori.
La teleriunione di martedì sera è iniziata dall'analisi della guerra in corso.
Il bombardamento ad opera di Israele di un edificio annesso all'ambasciata iraniana a Damasco ha provocato una decina di morti, tra cui un importante generale iraniano e altri sei membri dei pasdaran, le Guardie rivoluzionarie dell'Iran. Colpire un'ambasciata equivale ad un attacco diretto al paese che essa rappresenta. Per adesso le potenze imperialiste non si combattono direttamente, ma per procura. Nel caso del conflitto israelo-palestinese, l'Iran utilizza Hamas e il Jihad islamico palestinese, ma anche Hezbollah in Libano e gli Houthi nello Yemen. L'attacco di Israele a Damasco ha alzato la tensione, accrescendo la possibilità del passaggio da una proxy war allo scontro diretto. L'Iran ha annunciato che risponderà nei tempi e nei modi che riterrà opportuni per vendicare l'uccisione dei propri militari.
In Medioriente, la situazione sta evolvendo in una direzione opposta a quella dell'ordine. Israele deve gestire anche il fronte interno: oltre 100mila persone sono scese per le strade del paese dando luogo a quelle che sono state definite le più grandi manifestazioni antigovernative dal 7 ottobre. Le mobilitazioni più partecipate sono state a Tel Aviv, Haifa, e a Gerusalemme davanti alla sede del parlamento israeliano.
La teleriunione di martedì sera, collegati 21 compagni, è iniziata dal commento della situazione politica interna degli Stati Uniti d'America.
Lo stato federale è in contrasto con lo stato del Texas riguardo alla gestione del confine con il Messico. Il presidente Joe Biden ha affermato che non è competenza dei singoli stati l'amministrazione delle frontiere, e ha intimato al Texas di rispettare la sentenza della Corte Suprema che assegna il controllo dei posti di pattugliamento al governo federale. Ben 25 stati retti da repubblicani hanno espresso solidarietà al Texas, e così pure la Guardia Nazionale texana che ha manifestato la sua fedeltà al governatore repubblicano Greg Abbott continuando a costruire barriere al confine. Funzionari locali texani hanno accusato l'amministrazione Biden di alto tradimento per non aver gestito adeguatamente il flusso migratorio e per aver trascurato la sicurezza delle frontiere.
Il Texas, stato fondamentale per l'economia americana, ospita una centrale nucleare e depositi di armi nucleari, e da diversi anni perora la causa dell'indipendenza dal governo centrale. Donald Trump ha cavalcato la situazione, dando sostegno ad Abbott e criticando il governo Biden per la politica migratoria (che sta diventando un tema strategico in vista della prossima campagna elettorale). Alcuni osservatori borghesi paventano la possibilità di un'escalation, temono cioè l'avvio di una dinamica che potrebbe andare fuori controllo conducendo alla guerra civile ("Dramma politico o crisi costituzionale? Dove può arrivare il Texas", Limes). Viene alla mente la trama del film La seconda guerra civile americana (1997), dove una problematica legata all'immigrazione scatena meccanismi catastrofici.
La teleconferenza di martedì sera, a cui si sono connessi 17 compagni, è iniziata commentando la situazione mondiale, che vede una recrudescenza dei conflitti bellici in corso. Le forze armate statunitensi e britanniche hanno lanciato una serie di attacchi contro obiettivi militari in varie zone dello Yemen in risposta agli attacchi degli Houthi alle navi in transito nel Mar Rosso.
Nell'articolo "L'imperialismo delle portaerei" (1957), la nostra corrente scrive:
"Sappiamo che cos'è l'imperialismo del dollaro: esso non occupa territori, anzi 'libera' quelli su cui grava ancora la dominazione colonialista e li aggioga al carro della sua onnipotenza finanziaria, sulla quale veglia la flotta aeronavale più potente del mondo. L'imperialismo americano si presenta come la più pura espressione dell'imperialismo capitalista, che occupa i mari per dominare le terre. Non a caso la sua potenza si fonda sulla portaerei, nella quale si compendiano tutte le mostruose degenerazioni del macchinismo capitalista che spezza ogni rapporto tra i mezzi di produzione e il produttore. Se la tecnica aeronautica assorbe i maggiori risultati della scienza borghese, la portaerei è il punto di incontro di tutti i rami della tecnologia di cui va orgogliosa la classe dominante".
Gli USA, usciti vittoriosi dalla Seconda Guerra Mondiale, attraverso le portaerei controllano gli Oceani. In realtà, per controllare il Pianeta basta avere il controllo di alcuni hub strategici, ovvero degli stretti più importanti (Suez, Panama, Hormuz, Malacca, ecc.). Sullo stretto di Bab al-Mandab (quasi 40 km) si affacciano il Gibuti e lo Yemen, il canale è importante per la sua posizione cruciale lungo una delle rotte commerciali più importanti del mondo, tra il Corno d'Africa e la Penisola Arabica. Circa il 25% del traffico marittimo mondiale passa attraverso questo stretto, comprese le forniture energetiche provenienti dai paesi del Golfo Persico e dall'Asia e dirette verso l'Europa. Bloccando questo corridoio marittimo si può bloccare, o quantomeno rallentare, parte del commercio internazionale.
La teleriunione di martedì sera, collegati 17 compagni, è iniziata riprendendo il tema dell'intelligenza artificiale alla luce della nostra impostazione metodologica.
Quando affrontiamo dei lavori, che siano sulla guerra, la crisi del capitalismo o lo sviluppo della cosiddetta intelligenza artificiale, procediamo per argomenti concatenati, collocandoli all'interno di un sistema organico. Buona parte delle fonti da cui traiamo informazioni sono aperte (saggi, agenzie di stampa, quotidiani); riguardo i conflitti in corso, ad esempio, leggiamo articoli su siti specializzati. Ma ciò che ci differenzia dalla stampa corrente è la salda base teorica che affonda le radici nel lavoro della Sinistra, e che ci fornisce la chiave di lettura per orientarci nel marasma sociale. Insomma, non partiamo da zero, e non ci aspettiamo grandi novità rispetto al decorso della presente forma sociale: almeno dal Manifesto del 1848 sappiamo come andrà a finire, e difatti nel 1957 la Sinistra scrisse un articolo intitolato "Traiettoria e catastrofe della forma capitalistica nella classica monolitica costruzione teorica del marxismo". Le nostre ricerche non sono motivate da una voglia di conoscere fine a sé stessa, da un desiderio di erudizione, sono volte a "ribattere i chiodi" del programma invariante della rivoluzione ("L'Invarianza storica del marxismo - Falsa risorsa dell'attivismo", 1952).
La teleriunione di martedì, a cui hanno partecipato 16 compagni, è iniziata con alcune considerazioni riguardo le conseguenze degli attacchi dei guerriglieri Houthi alle navi mercantili che transitano nel Mar Rosso.
Le grandi compagnie di navigazione che utilizzano la rotta del Canale di Suez sono in allarme, e alcune hanno annunciato che abbandoneranno questa via di comunicazione. "Dopo l'incidente sfiorato giovedì dalla Maersk Gibilterra e di un ennesimo attacco contro una nave portacontainer, abbiamo dato istruzioni a tutte le nostre imbarcazioni che dovrebbero attraversare lo stretto di Bab al-Mandab (che separa il mar Rosso dall'Oceano indiano) di sospendere il loro viaggio fino a nuovo avviso", scrive in un comunicato Maersk, leader mondiale nel settore del trasporto merce.
Dallo scorso 15 dicembre, 4 delle 5 maggiori società navali hanno interrotto o sospeso il traffico nel Mar Rosso, un'area lontana 1000 miglia da Gaza ma che è diventata zona di guerra: gli Houthi dello Yemen hanno dichiarato che le loro azioni sono in solidarietà ai palestinesi. In risposta agli attacchi, gli USA stanno mettendo in piedi una coalizione ("Prosperity guardian") che fornisca navi e uomini. Questa crisi ha un'implicazione economica mondiale, data l'importanza cruciale per il commercio internazionale dello stretto di Bab al Mandab, che collega il Mar Rosso con l'Oceano Indiano e da cui transita il 30% del traffico globale di container; ma anche un'implicazione militare, perché essa potrebbe dar luogo ad un'escalation che coinvolgerebbe l'Iran, sostenitrice del gruppo armato yemenita. Per Israele, il contesto di minaccia costante deriva non soltanto dagli Houthi ma anche, al nord, dal Libano, dove Hezbollah quotidianamente lancia missili verso gli insediamenti israeliani. Ciò fa pensare che tra i piani di Israele, oltre a ripulire Gaza, ci sia anche un intervento in quell'area. Si sta configurando un conflitto di dimensione globale, una guerriglia diffusa che dispone di armamenti normalmente in dotazione a Stati.
La teleriunione di martedì sera, connessi 18 compagni, è iniziata con il commento del filo del tempo "Superuomo, ammosciati!" (1953).
Nel testo si critica la base su cui si fonda l'ordine sociale borghese ovvero l'Individuo, quell'Io presunto motore della storia umana. Personaggi storici d'eccezione, come Giulio Cesare e Napoleone Bonaparte, hanno catalizzato molta più attenzione rispetto a quella che meritavano le falangi romane o, nel caso della Rivoluzione francese, gli anonimi combattenti del "popolo". Da materialisti rifiutiamo il culto dei grandi uomini, dei cosiddetti "fuori classe":
"Come lo Stato, anche questa 'forma' del capo, ha una base materiale e manifesta l'azione di forze fisiche, ma noi neghiamo che abbia funzione assoluta ed eterna: stabilimmo che è un prodotto storico, che in un dato periodo manca; nacque sotto date condizioni, e sotto date altre scomparirà."
L'origine e la funzione del "battilocchio" sono da individuare in un preciso contesto storico, in un determinato stadio di sviluppo delle forze produttive. Esso si afferma in seguito alla nascita della famiglia, della proprietà privata e dello Stato (Engels). Al pari dello Stato, anche l'Io di eccezione dovrà estinguersi o, come afferma Lenin, assopirsi. L'Individuo, esaltato dall'attuale forma sociale, è massificato e influenzato dal consumismo come non mai.
La teleconferenza di martedì sera, a cui hanno partecipato 18 compagni, è iniziata riprendendo i temi trattati all'incontro redazionale del 17 e 18 giugno.
Le relazioni presentate durante la riunione, "Sulla spontaneità operaia oggi" e "Verso un mondo senza lavoro e senza Stato", hanno fornito l'occasione per ribadire come la controrivoluzione in corso da un secolo abbia inchiodato l'umanità in un limbo dal quale sembrerebbe impossibile uscire. Una società che confronta sé stessa unicamente con il suo passato, anziché con il futuro, è morta.
La relazione sulla "spontaneità" ha preso le mosse dalla constatazione che in ambito "marxista" si prende sovente come paradigma la Terza Internazionale, dando per scontato che il movimento rivoluzionario futuro ripartirà da quel livello e utilizzerà un certo linguaggio. In realtà, dalla Rivoluzione d'Ottobre è passata un'epoca storica e gli elementi di comunismo presenti oggi ("Marcati sintomi di società futura") non sono nemmeno lontanamente paragonabili con quelli di allora. Il comunismo è più attuale di un secolo fa: adesso ci sono l'intelligenza artificiale, le fabbriche e i magazzini automatici, i supercomputer in grado di compiere milioni di miliardi di operazioni al secondo. Il capitalismo non riesce a stare al passo con un tale sviluppo delle forze produttive e da anni è sprofondato in una crisi di cui non si vede soluzione. La legge del valore non funziona più dato che di lavoro ce n'è sempre meno e quello che c'è è sempre più sfruttato. Questo fatto ha delle conseguenze sociali e politiche.
La teleconferenza di martedì sera, presenti 17 compagni, è iniziata con alcune considerazioni sulla conferenza pubblica, tenuta a Roma lo scorso 27 maggio, sul tema della guerra.
La riunione è andata bene, sia per la chiarezza con cui sono stati esposti gli argomenti sia per gli interventi e le domande che sono state poste ai relatori. Tra gli intervenuti c'è stato chi ha sottolineato come in questa fase di guerra generalizzata sia fondamentale ribattere il chiodo contro le partigianerie in genere ("Marxismo o partigianesimo"), e chi ha ribadito che l'unico modo per analizzare i fatti in sintonia con il "movimento reale che abolisce lo stato di cose presente" è proiettarsi nel futuro. Diversi i compagni collegati via Skype, una modalità utile per chi non può essere presente fisicamente a questi incontri.
Nella stessa giornata si è svolta a Roma la manifestazione "Ci vuole un reddito", in difesa del reddito di cittadinanza; molti i gruppi e i partitini della sinistra che vi hanno aderito, oltre a sindacati e a diverse realtà di base. La misura del reddito di cittadinanza, inizialmente intesa come erogazione monetaria per raggiungere la parità tra tutti i cittadini, si è trasformata nel giro di pochi anni in un reddito di base, una sorta di salario di sopravvivenza. Non si tratta più di un'astratta forma di accompagnamento al lavoro, ma della possibilità di poter arrivare a fine mese. Secondo i dati dell'Osservatorio Inps, in Italia due milioni e mezzo di senza riserve vivono con questo assegno (l'importo medio è di 550 euro), e tra poco rimarranno economicamente scoperti.
La teleconferenza di martedì sera, presenti 13 compagni, è iniziata riprendendo gli argomenti trattati nelle scorse teleconferenze.
L'Economist, che utilizziamo come serbatoio da cui prendere dati e informazioni utili per il lavoro, afferma che da circa dieci giorni è scoppiata in Sudan una guerra civile ("In Sudan and beyond, the trend towards global peace has been reversed"). In realtà, il paese africano è in una fase di conflitto permanente dalla data della sua indipendenza, il 1956. Ufficialmente il conflitto vede contrapporsi un generale dell'esercito regolare e un generale delle milizie paramilitari, ma in effetti si tratta di uno scontro tra due fazioni interne allo Stato rapidamente trasformatosi in guerra guerreggiata, con la chiusura delle maggiori ambasciate e la fuga del personale straniero.
Sempre secondo il settimanale inglese, le guerre civili tendono a durare sempre più a lungo e diventano sempre più difficili da risolvere, anche perché si diffondono negli stati più poveri, in via di dissoluzione, sottoposti a notevoli pressioni interne ed esterne. In Sudan, sin dall'inizio dell'attuale conflitto, è stato chiaro che vi erano intrecci tra interessi locali dei signori della guerra e interessi internazionali.
La teleconferenza di martedì 14 febbraio, presenti 18 compagni, è iniziata riprendendo quanto avevamo detto la volta scorsa in merito all'intelligenza artificiale ed in particolar modo ai test condotti con ChatGPT.
ChatGPT (Chat Generative Pre-trained Transformer), salito recentemente all'onore delle cronache, è un prototipo di chatbot basato su intelligenza artificiale sviluppato da OpenAI, un'organizzazione "senza fini di lucro" finalizzata alla ricerca sul campo che vede tra i fondatori Elon Musk e Sam Altman. Il programma, addestrato su un ampio insieme di dati pubblicamente disponibile e perfezionato manualmente da addestratori umani, riesce a rispondere a svariate domande, apprendendo ulterioriormente dalle stesse interazioni con gli utenti. Federico Rampini, nella sua ultima newsletter, afferma che il test condotto con l'applicazione è stato positivo, in quanto l'intelligenza artificiale avrebbe soddisfatto le sue aspettative generando un breve saggio secondo le indicazioni fornite : "ChatGPT sforna frasi a un ritmo folle. Il mio testo sarebbe migliore del suo, ma anziché cinque minuti ci metterei cinque ore o forse cinque giorni, calcolando anche il tempo per fare ricerche e scovare materiale originale."
La teleconferenza di martedì sera, a cui si sono connessi 15 compagni, è cominciata commentando le notizie di stampa riguardanti il caso LaMAD (Language Model for Dialogue Applications), un programma di intelligenza artificiale conversazionale, elaborato da Google, che si basa su una rete neurale open source per la comprensione del linguaggio naturale.
Un ingegnere impegnato nel progetto, Blake Lemoine, è stato messo in congedo dall'azienda di Mountain View perché ha dichiarato pubblicamente che LaMAD sarebbe senziente e avrebbe sviluppato una coscienza pari a quella di un essere umano: "Se non sapessi esattamente cos'è, ovvero questo programma informatico che abbiamo costruito di recente - ha detto Lemoine al Washington Post - penserei che si tratta di un bambino di sette, otto anni che per caso conosce la fisica". Il portavoce di Google ha negato le affermazioni di Lemoine: "Il nostro gruppo, composto da etici e tecnologi, ha esaminato le preoccupazioni di Blake in base ai nostri principi di IA - ha spiegato - e lo ha informato che le prove non supportano le sue affermazioni. Gli è stato detto che non ci sono prove che LaMDA sia senziente, e che ci sono molte prove contrarie".
Si è iniziata la teleconferenza di martedì sera, a cui si sono collegati 22 compagni, commentando una notizia uscita sui giornali che riguarda l'economia al tempo del Coronavirus, e cioè il fatto che l'immobilizzazione forzata delle famiglie italiane in casa, o comunque l'impossibilità di muoversi come prima, ha portato ad un risparmio netto pari a 51,6 miliardi di euro.
"Nonostante il forte sostegno pubblico alla capacità di spesa delle famiglie, il calo dei consumi nella prima metà dell'anno è stato eccezionalmente ampio (-9,8 per cento)... il tasso di risparmio è più che triplicato rispetto alla fine del 2019, (dal 2,8 al 9,2 per cento), contrariamente a quanto era accaduto durante le due precedenti crisi", nota la Banca d'Italia in un report del 14 gennaio 2021. Non appena tutto sarà normalizzato o propagandato come tale, questi soldi verranno spesi. Questi miliardi diventano interessanti per il Capitale; nei calcoli keynesiani il risparmio è l'anticipo dell'investimento e quindi del consumo e della ripresa del ciclo capitalistico. Questo risparmio crea un'aspettativa presso i capitalisti non indifferente perché la cifra è considerevole.
Durante la teleconferenza di martedì sera, a cui si sono collegati 21 compagni, abbiamo ripreso il tema dell'utilizzo di modelli matematici per fare previsione (in questo caso riguardo all'evoluzione della pandemia di Covid-19), e l'articolo pubblicato sul 49 della rivista "La dottrina sociale della Chiesa".
Tutti i modelli epidemiologici, che permettono agli scienziati di anticipare i possibili scenari di diffusione di un'epidemia, hanno una base matematica; i risultati elaborati possono rivelarsi errati, per eccesso o per difetto, in base ai dati a disposizione.
Alcuni studi sulla crescita dei contagi da Sars-CoV-2 in Italia davano per certo l'aumento dell'incidenza del virus per la fine del mese di maggio a causa delle riaperture. Seppur questo sembri non essere avvenuto è ancora presto per cantare vittoria: nonostante gli 11.206.454 vaccinati (il 20% circa della popolazione), i nuovi contagi giornalieri si contano ancora nell'ordine delle migliaia e i morti rimangono sopra al centinaio. Altrove il conteggio risulta invece più difficile. In alcuni paesi, per esempio quelli africani, non si conosce bene il numero dei casi e dei decessi, e probabilmente anche in Occidente i numeri non sono precisi. Secondo l'OMS, i decessi per Covid-19 sarebbero almeno il triplo rispetto alle statistiche ufficiali, quindi intorno ai 10 milioni di morti, e la spiegazione starebbe proprio nel fatto che molti paesi non hanno sistemi di registrazione affidabili. L'Organizzazione, nei giorni scorsi, ha lanciato un nuovo allarme riguardo la situazione pandemica e le forti pressioni dei governi per la cessazione dei lockdown. Il Covid-19 è una malattia respiratoria acuta da Sars-CoV-2, la cui diffusione è soggetta alle pressioni ambientali di selezione, che producono mutazioni generando varianti; l'emersione di quella inglese, brasiliana, sudafricana, indiana, ecc., ci dice che nel futuro potrebbero presentarsene di nuove se il contagio non verrà drasticamente ridotto.
Durante la teleconferenza di martedì, connessi 23 compagni, abbiamo ripreso quanto detto nell'incontro precedente sulla impossibilità per la borghesia italiana di risollevare la sua decotta economia dalla crisi in cui è precipitata. La discesa in campo dell'ex presidente della BCE, Mario Draghi, e le aspettative riguardo al suo operato suggeriscono la rilettura di alcuni scritti della nostra corrente sul tema del "battilocchio", che a suo tempo abbiamo raccolto nel quaderno Il battilocchio nella storia. Contro la concezione della storia come opera della volontà di individui e di capi geniali o criminali.
L'espediente della mente infinita, di cui si serve P.S. Laplace per introdurre la possibilità della conoscenza esatta del futuro, è utile a sottolineare il fatto che noi comuni mortali dobbiamo basarci, per forza di cose, su induzioni probabilistiche. Esiste un'oggettiva difficoltà della previsione nel campo dei fenomeni complessi; dopo il nobile francese, il problema è stato studiato anche da Poincaré ed altri scienziati, segnando dei punti di passaggio per le successive teorie della relatività, dei quanti, del caos e della complessità. Oggi, alla luce dei risultati raggiunti dalla scienza, alcuni accusano Laplace di "meccanicismo", eppure prima di criticarlo dovrebbero perlomeno aver raggiunto il suo livello teorico, come dice Bordiga riguardo la funzione del dogma nella storia (Struttura economica e sociale della Russia d'oggi, XI, cap. 94-95).
Durante la teleconferenza di martedì sera, a cui si sono connessi 24 compagni, abbiamo approfondito alcuni passaggi dell'articolo "Contributo per una teoria comunista dello Stato", pubblicato sul numero 48 della rivista.
In merito all'estinzione dello Stato, in Critica al programma di Gotha (1875), Marx afferma: "Si può parlare di uno Stato odierno, in contrapposto al futuro, in cui la presente radice dello Stato, la società borghese, sarà perita. Quale trasformazione subirà lo Stato in una società comunista? In altri termini: quali funzioni sociali persisteranno ivi ancora, che siano analoghe alle odierne funzioni dello Stato? A questa questione si può rispondere solo scientificamente."
Marx, Engels e Lenin hanno vissuto in un mondo in transizione, in cui il capitalismo poteva trovare nuovi spazi da conquistare e non aveva ancora esaurito tutte le sue potenzialità storiche. Nella letteratura marxista lo Stato non è altro che uno strumento della dominazione di classe, eppure esso, prima di diventare tale, era qualcos'altro, e cioè un organismo di amministrazione delle derrate alimentari capace di organizzare e gestire l'ammasso e la distribuzione di tali prodotti. Quindi ben prima della formazione delle classi, della divisione sociale del lavoro e della distribuzione parcellare del prodotto sociale alle famiglie, vi era un essere sociale che sovrintendeva alle esigenze di specie. Con lo sviluppo dell'amministrazione e la comparsa delle tavolette (cretule), la società cominciò a centralizzarsi incamminandosi verso la forma statale, ma per tutto il tardo neolitico, quello che possiamo definire come proto-Stato, restò prevalentemente un elemento regolatore del meccanismo sociale.
La teleconferenza di martedì sera, connessi 17 compagni, è iniziata riprendendo quanto riportato nell'ultimo resoconto, intitolato "Dalla scimmia nuda all'Uomo sociale".
Durante la riunione dello scorso 22 dicembre abbiamo fatto alcuni riferimenti all'articolo "Partito e classe" (1921), ed in particolare alla parte in cui è scritto che: "La vera e l'unica concezione rivoluzionaria dell'azione di classe sta nella delega della direzione di essa al partito". La citazione è utile per mettere in luce che l'individuo (rivoluzionario compreso) è limitato nella conoscenza e nell'azione, e che solo il cervello sociale può avere una visione globale e unitaria dei processi sociali, dato che la sua conoscenza è dovuta ad una simbiosi tra uomini, reti e macchine. Lo stesso partito comunista, nella concezione della Sinistra Comunista "italiana", è inteso come un General Intellect, un qualcosa che funziona in modo cibernetico, in doppia direzione, e che rappresenta un rapporto organico non riconducibile semplicemente a una tessera o a una delega della base al centro.
Nell'ultimo numero della rivista, nell'articolo "Contributo per una teoria marxista dello Stato", ci siamo trovati a fare i conti con l'annoso problema del linguaggio: controrivoluzione non vuol dire soltanto che è stato sconfitto lo schieramento di classe del proletariato, ma anche che è stato cambiato il significato di tutta una serie di parole rappresentative; ad esempio, per la maggior parte delle persone il termine comunismo è sinonimo di stalinismo o maoismo, e non certo del "movimento reale che abolisce lo stato di cose presente". Controrivoluzione significa anche ridurre il "marxismo" ad una teoria frutto del genio di un individuo (lo stesso Marx, a suo tempo, dichiarò di non essere marxista). Ma ciò che Marx ed Engels hanno fatto in campo sociale è lo stesso di quanto compiuto da Galileo, Newton, Darwin ed Einstein nei loro rispettivi campi di applicazione: utilizzare il metodo scientifico.
La teleconferenza di martedì sera, presenti 19 compagni, è iniziata elencando i dati del censimento permanente della popolazione in Italia, diffusi dall'Istat e commentati sulle pagine di Repubblica dal presidente dell'istituto, Gian Carlo Blangiardo, che ha sottolineato l'incidenza della pandemia di Covid nell'aumento dei decessi nel corso del 2020.
Le proiezioni per l'anno corrente mostrano un numero totale dei morti intorno alle 700 mila unità: una cifra così alta non si registrava dal 1944, quando si era in piena guerra mondiale. La crescita dei decessi va inoltre messa in relazione alla popolazione generale, che va diminuendo e invecchiando; nel 2019 in Italia ci sono stati 647.000 morti a fronte di 435.000 nascite. Le coppie fanno sempre meno figli per assenza di prospettive, e la maggioranza dei giovani vive in famiglia e non può allontanarsene per cause economiche.
Gli anziani sono la parte della popolazione più minacciata dall'attuale pandemia, eppure non si è fatto nulla per proteggerli, arrivando all'assurdo di spostare i pazienti Covid nella Rsa. Molto, se non tutto, è stato lasciato alla spontaneità e all'improvvisazione, scaricando le responsabilità sui lavoratori della sanità, e usando l'informazione in maniera contradditoria.
La teleconferenza di martedì sera, presenti 21 compagni, è iniziata riprendendo i temi affrontati nell'ultimo incontro redazionale (26-27 settembre 2020), in particolare la relazione sullo stato, la sua genesi e il suo divenire.
Superata la fase capitalistica, fatta di lotta tra le classi, per la nostra corrente (Tesi di Napoli, 1965), il partito comunista, da organismo politico, diventerà uno strumento per la difesa globale della specie con il compito di prevenire o affrontare fenomeni che potrebbero metterla in pericolo e che vanno dall'ordinaria dinamica della natura ai pericoli di estinzione (da terremoti, alluvioni e uragani a virus, asteroidi e radicali cambiamenti climatici).
Si può dire lo stesso dello Stato? Chi ci ha preceduto è arrivato a definirlo come una sovrastruttura finalizzata allo sfruttamento di una classe sull'altra, e ciò è corretto, ma vale solo per l'ultimo tratto storico, quello capitalistico. Lenin in Stato e rivoluzione riprende la parola tedesca Gemeinwesen, ovvero l'essere sociale, la vera natura umana che nega la divisione sociale del lavoro e le classi. In tutto l'arco storico che rappresenta il comunismo originario, gli ultimi diecimila anni sono il tempo occorso all'uomo per compiere il salto verso lo stato. Durante questo periodo l'uomo si dà strutture sociali differenti che non possono essere definite stato pur essendo organizzate, urbanizzate, dotate di sistemi molto efficaci per conoscere sé stesse e per amministrare la produzione e la distribuzione di alimenti e altri beni. L'archeologia moderna, che ha ormai a disposizione mezzi sofisticati, ha dimostrato senza ombra di dubbio che se dovessimo parlare di stato in questo lungo periodo storico, dovremmo parlarne come di stato-gemeinwesen, un ossimoro che sarebbe scientificamente accettabile solo se cambiassimo la definizione di stato eliminandone la connotazione di classe.
La teleconferenza di martedì sera, presenti 20 compagni, è iniziata con alcuni brevi commenti riguardo l'esito del referendum in materia di riduzione del numero dei parlamentari, tenutosi in Italia il 20 e il 21 settembre.
La vittoria del Sì, ossia della parte di elettori favorevole al "taglio" di deputati e senatori, è spiegata dalla sfiducia generale verso le istituzioni, accusate di sperperare i soldi pubblici. Ma non è certo eliminando qualche centinaio di parlamentari che si cambiano le cose. Lo sciupìo capitalistico è immenso e riguarda i meccanismi profondi del processo di accumulazione ("Capitale e teoria dello sciupio"); gli automatismi del mercato, il fatto che robot e software facciano funzionare le borse, dimostrano quanto il capitale sia autonomizzato e quanto proceda per conto proprio, anche se a livello nazionale permangono i parlamentari e, ogni tanto, il rito di infilare una scheda nell'urna.
La teleconferenza di martedì sera, connessi 18 compagni, è iniziata dal tema della caduta generale del Prodotto Interno Lordo.
L'agenzia di rating Fitch stima per il 2020 un calo del PIL mondiale intorno al 4,4%, mentre per l'Italia è previsto addirittura un -10%, anche a causa di una forte contrazione dei consumi. Un capitalismo che non cresce è, evidentemente, un capitalismo morto; attualmente non ci troviamo semplicemente di fronte alla non crescita (riproduzione semplice), bensì ad una decrescita. Riprendendo i punti del "Programma rivoluzionario immediato" (riunione di Forlì, 1952), possiamo constatare che, complice il Coronavirus, la società sta arrivando a realizzare il punto "a", quello che affronta il disinvestimento dei capitali. La pandemia ha provocato accelerazioni storiche anche dal punto di vista dell'impiego della forza lavoro, per esempio con il diffondersi dello smart working e dell'home working, ma anche con l'eliminazione di traffico inutile, tutti elementi che le aziende vedono di buon occhio dato che vengono messi nella voce "risparmio". I paesi capitalistici sono costretti ad accettare misure che si muovono su una terra di confine tra passato e futuro, in primis il reddito di cittadinanza erogato senza ottenere nulla in cambio.
La teleconferenza di martedì sera, a cui hanno partecipato 15 compagni, è iniziata commentando le ultime notizie in merito alla diffusione del coronavirus.
In Italia il primo caso di infezione da Covid-19 è stato annunciato lo scorso 21 febbraio. Nel giro di pochi giorni sono risultate infette decine di persone tra Lombardia e Veneto, e ad oggi le cifre ufficiali contano 325 contagiati e 11 decessi. Durante la scorsa teleconferenza avevamo notato che la paura legata al virus è dovuta non tanto alla mortalità (stimata tra il 2 e il 3%) quanto al potenziale di persone contagiate da un soggetto infetto che, secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, (OMS) si aggira tra l'1,4 e il 3,8. Se chi è infetto non contagia altri, la diffusione si arresta da sola; al contrario, se il rapporto di trasmissione è maggiore di 1, siamo in presenza di un principio di epidemia. Di fronte a questa situazione le opinioni si sovrappongono ai fatti o addirittura li sostituiscono. Ad esempio sta diventando virale (in sintonia con l'oggetto in discussione) la convinzione che le misure di contenimento adottate dal governo italiano siano esagerate, perché, tutto sommato, quella prodotta dal coronavirus non è che un'influenza e, paragonando le cifre, produce meno morti di un morbo stagionale. L'assunto dell'esagerazione è semplicemente un falso: il coronavirus ha causato finora meno decessi delle influenze stagionali solo perché il suo contenimento, bene o male, è stato attuato, mettendo in pratica i protocolli definiti dall'OMS.
La teleconferenza di martedì sera, a cui si sono collegati 12 compagni, ha preso le mosse dalla notizia secondo cui un'azienda canadese, la BlueDot, avrebbe previsto la diffusione del coronavirus con una settimana d'anticipo rispetto all'allarme lanciato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, grazie all'intelligenza artificiale.
Nel nostro articolo "Big Data a tutto spiano" abbiamo visto come le tecniche utilizzate per raccogliere e processare dati sono importanti sia per il commercio che per gli Stati. La Cina, in particolare, sta sviluppando da anni un sistema integrato composto da più di 500 milioni di telecamere sparse in tutto il paese per tenere sotto controllo la popolazione. Quando si parla di Big Data si deve tener presente che le enormi banche dati in mano a governi e aziende, oltre a trattare informazioni reperibili sul Web, tracciano profili individuali attraverso il riconoscimento facciale e vocale, utilizzando anche i dispositivi distribuiti in supermercati, banche, negozi, ecc., per mappare preferenze, orari, abitudini e via dicendo. Questi data base non sono condivisi ma privati, e le informazioni raccolte spesso vengono vendute e in alcuni casi rubate.
La teleconferenza di martedì sera, presenti 16 compagni, ha preso le mosse dalla lettera di Elio Franzini, filosofo nonché rettore dell'Università di Milano, a Luciano Fontana, direttore del Corriere della Sera, intitolata "Studi umanistici e scientifici. La scissione non ha senso".
In realtà, a dispetto del titolo, l'autore afferma che la discussione iniziata negli anni '60 da Charles P. Snow sulla necessità di unificare il sapere scientifico con quello umanistico, è superata, dato che le due culture esistono e che "non si può pensare di ridurre la complessità dei saperi ad artificiosi momenti unitari". Per Franzini, la filosofia ha dunque la preminenza su tutte le altre discipline:
"Nella misura in cui tratta di una questione puramente tecnica, la soluzione dipende dagli strumenti tecnologico-scientifici che si riescono ad approntare. Ma, nel momento in cui il campo si allarga – ed è il caso della nostra contemporaneità – il ritmo del progresso tecnico impone alla coscienza umana l'obbligo di adattare le regole alle circostanze, precisando con le sue scelte i criteri che gli consentono di agire. Ed è qui che il pensiero filosofico innesta ancor oggi la sua forza di propulsione."
Ciò che conta è quindi la profondità del pensiero filosofico, le altre discipline servono al massimo ad ampliarne l'orizzonte speculativo. Lo scritto di Franzini fa venire in mente lo scambio epistolare avvenuto qualche anno fa sulle pagine di Repubblica tra Eugenio Scalfari e Alessandro Baricco; il tema della discussione era l'avvento dei nuovi barbari, e mentre il primo difendeva l'importanza degli intellettuali e della cultura classica rivendicando il primato della filosofia rispetto all'emergere dell'intelligenza diffusa e distribuita, il secondo valutava abbastanza positivamente la superficialità barbarica.
La teleconferenza di martedì sera, presenti 9 compagni, è iniziata con la segnalazione dell'assemblea europea dei rider avvenuta lo scorso 25 e 26 ottobre a Bruxelles. Circa 60 fattorini, impiegati presso aziende del food delivery quali Deliveroo, UberEats, Glovo e Foodora, e provenienti da Spagna, Italia, Francia, Inghilterra, Irlanda, Scozia, Belgio, Paesi Bassi, Svizzera, Norvegia, Finlandia, Germania, si sono dati appuntamento nella capitale belga per dar vita a un coordinamento di lotta (Transnational Courier Federation). Dalle prime mobilitazioni del 2016 a Londra, il settore ha visto un continuo di scioperi e manifestazioni che hanno coinvolto sempre più paesi, fino a lambire Cina, Hong Kong e Australia. Durante l'incontro di Bruxelles i precari hanno scambiato informazioni sulle rispettive lotte e hanno lanciato uno sciopero europeo per il prossimo 1° dicembre. Il comunicato ufficiale si chiude con queste parole:
"La lotta contro lo sfruttamento tramite piattaforme di consegna non può essere effettuata all'interno del quadro nazionale. Queste multinazionali si basano sull'elevato tasso di disoccupazione giovanile, le difficoltà per coloro che sono senza documenti di trovare lavoro per trarne profitto. L'approccio internazionalista attorno al quale si costituisce questa federazione rappresenta un passo in avanti per la nostra classe. Mentre il nazionalismo sta guadagnando terreno in Europa e le organizzazioni, anche di sinistra, hanno ripreso il discorso nauseante sui confini, noi rider abbiamo deciso di organizzarci contro queste operazioni e gridare a gran voce che i confini non ci dividono: fattorini di tutti i paesi unitevi!"
La teleconferenza di martedì sera, a cui si sono collegati 13 compagni, è iniziata con alcune domande, poste da un compagno, in merito alla teoria rivoluzionaria della conoscenza.
Nel 1905 Albert Einstein sviluppa la teoria della relatività ristretta, e successivamente, nel 1916, la teoria della relatività generale. Quest'ultima viene elaborata in un momento storico di forte tensione sociale e sarà provata empiricamente solo nel 1922.
La mancata unificazione delle leggi che stanno alla base della teoria della relatività con quelle della meccanica quantistica rappresenta un grosso problema per gli scienziati. L'affermarsi della meccanica quantistica segna il trionfo della teoria dualistica, ovvero della separazione tra corpo e spirito, materia ed energia, ecc. Tale teoria sostiene che la realtà non esiste poichè costituita solo dalle informazioni che noi abbiamo su di essa. Nel Secondo Dopoguerra, nell'ambito dello studio sulla teoria della conoscenza, Bordiga si schiera decisamente per una concezione scientifica anti-dualistica, ponendosi contro l'interpretazione di Copenaghen, basata sul dualismo onda-particella e la cui metafisica viene definita da alcuni dei suoi seguaci come un ritorno ad Aristotele. Nel 1955 scrive un piccolo saggio a sostegno della tesi deterministica e monistica della natura, intitolato "Relatività e determinismo, in morte di Albert Einstein" (Il programma comunista n. 9 del 1955).
Durante la teleriunione di martedì sera, a cui si sono connessi 14 compagni, abbiamo ripreso la discussione, iniziata la volta scorsa, intorno alla conferenza Costruire il futuro. Ricerca e Innovazione, partendo dal quesito posto da un compagno riguardo la matrice borghese dell'iniziativa.
I due conferenzieri, Ezio Andreta e Roberto Cingolani, non possono di certo essere definiti dei rivoluzionari; eppure con le loro parole, consapevolmente o meno, capitolano ideologicamente di fronte al marxismo. Noi usiamo ampiamente i materiali prodotti dalla borghesia contro la borghesia stessa. In più occasioni, per esempio, abbiamo approfondito gli studi di Jeremy Rifkin, il quale è stato, tra le tante cose, consigliere personale sulle questioni energetiche di Romano Prodi e consulente per il Ministero dell'Ambiente italiano. Insomma, un personaggio pienamente inserito nel Sistema, che con le sue ricerche dimostra in termini energetici che questa società è votata alla catastrofe, e che descrive lungo centinaia di pagine il diffondersi di nuovi comportamenti sociali caratteristici di un prossimo salto di paradigma.
La teleconferenza di martedì scorso, a cui si sono connessi 10 compagni, è cominciata prendendo spunto dalla notizia degli scioperi al magazzino Amazon di San Ferdinando a Madrid. Alcune settimane fa i lavoratori spagnoli del gigante dell'e-commerce avevano diramato un appello a tutti i lavoratori di Amazon in Europa per uno sciopero generale europeo; la proposta è stata accolta dai lavoratori tedeschi e polacchi, che in questi giorni, durante il Prime Day 2018 (16-17 luglio) - 36 ore di sconti esclusivi per i clienti Prime dell'azienda -, sono scesi in lotta organizzando blocchi o manifestazioni. Le due giornate di offerte lampo di Amazon si basano sul fatto che decine di migliaia di clienti restino appiccicati ai computer e agli smartphone tenendosi pronti all'acquisto più conveniente. E' proprio vero: stiamo diventando tutti terminali di una grande Rete: chiamiamola "rete neuronale globale" (J. Rifkin) oppure "general intellect" (K. Marx), l'importante è aver chiaro che il cervello sociale non è più una metafora ma è una realtà.
Scioperi sono in corso anche in Iraq, da più di una settimana, e in Cina, dove ad incrociare le braccia sono stati i camionisti. Scrive il Fatto Quotidiano in un articolo del 29/6: "Tutto è cominciato con un appello anonimo online indirizzato 'ai 30 milioni di autisti di tutta la Cina', vessati dal rincaro di carburante e pedaggi autostradali. Da allora, in alcune aree, le rimostranze hanno paralizzato la viabilità, sebbene l'entità reale del movimento – immortalato da video e foto – risulti occultata dal lavoro certosino dei censori del web." E ancora: "In aprile avevano incrociato le braccia gruisti e operai del settore edile: per la prima volta si tratta di mobilitazioni settoriali e organizzate spontaneamente."
La teleconferenza di martedì sera, a cui si sono collegati 12 compagni, è iniziata con alcune considerazioni sul tema del reddito di base.
In seguito all'annuncio del governo finlandese di voler riformare il welfare state, vari quotidiani italiani hanno pubblicato alcuni articoli sulla sperimentazione in corso nel paese del reddito di base (incondizionato), annunciandone il fallimento. In verità, il test iniziato nel gennaio del 2017 su un campione di 2mila persone terminerà, come previsto, alla fine di quest'anno e solo nel 2019 si inizieranno ad elaborare i dati raccolti. I 2000 disoccupati continueranno quindi a percepire, per tutto il 2018, 560 euro al mese esentasse, senza l'obbligo di accettare un lavoro vincolante all'ottenimento del sussidio, o di rinunciarvi nel caso in cui trovassero una nuova occupazione. La vera notizia, semmai, è che il governo finlandese ha dichiarato di voler ridurre le misure di benefit per il restante dei senza riserve, che in cambio del sussidio di disoccupazione dovranno lavorare almeno 18 ore in tre mesi.
Nell'articolo de il manifesto "Finlandia, il test sul 'reddito di base' continua" Roberto Ciccarelli scrive:
La teleconferenza di martedì, presenti 7 compagni, si è aperta con la segnalazione dell'inizio del lavoro di ristampa del nostro catalogo libri che conta circa 80 titoli. I testi verranno pubblicati utilizzando piattaforme on line che consentono la produzione anche di poche copie per libro. La riunione è poi proseguita con il commento delle ultime notizie sull'intelligenza artificiale.
Tutte le maggiori riviste e quotidiani, dall'Espresso a Repubblica, dal Sole 24 Ore all'Economist, non possono fare a meno di scrivere, con cadenza sempre più frequente, articoli sull'AI, ovviamente in chiave sensazionalistica e/o allarmistica. Il primo a mettere in guardia dai pericoli dell'automazione era stato il fisico Stephen Hawking: le macchine intelligenti, affermava, si sviluppano troppo velocemente in confronto all'evoluzione umana e prenderanno il potere mettendo a rischio la sopravvivenza della nostra specie; perciò i governi dovrebbero applicare qualche forma di controllo o di limitazione allo sviluppo tecnologico. Quindi è stata la volta di Elon Musk, che nei suoi tweet ha definito l'AI "più pericolosa delle armi nucleari, una vera minaccia per tutta la razza umana", arrivando a sostenere che "un nuovo conflitto internazionale potrebbe essere avviato non dai leader dei vari Paesi ma da uno dei loro sistemi di intelligenza artificiale, se questo dovesse decidere che un attacco preventivo costituisce il percorso ideale per la vittoria."
Durante la teleconferenza di martedì sera, presenti 17 compagni, abbiamo parlato del progetto di "reddito universale" che sarà sperimentato il prossimo anno a Stockton, in California: "Stockton, una città californiana di circa 300mila abitanti sarà la prima comunità a sperimentare il reddito universale negli Stati Uniti. Il programma è costituito di una prova triennale nella quale un gruppo di cittadini selezionati (quanti non è ancora chiaro) riceverà un assegno mensile di 500 dollari al mese, per un totale di 6mila dollari all'anno" ("Per la prima volta Usa sperimentano il reddito universale", WSI).
Il tema della ridistribuzione della ricchezza è oggi all'ordine del giorno. Joseph Stiglitz, in un intervento alla conferenza organizzata dall'Istituto Cattaneo di Bologna su "Non si esce dalla crisi senza politica redistributiva della ricchezza", ha affermato che "l'1 per cento della popolazione controlla il 90 per cento della ricchezza mondiale"; e Romano Prodi, anch'egli presente all'incontro bolognese, ha dichiarato: "Io credo che ci sarebbe bisogno di un organismo mondiale in grado di redistribuire le risorse ma da questo punto di vista sono tutt'altro che ottimista. Le difficoltà che si incontrano ad esempio nel tassare le nuove multinazionali come Google e Apple sono significative. Comunque penso che spetti alla politica, ai governi invertire questo trend. Ma non mi pare che ci siano progetti credibili."
Questi professori pensano che la polarizzazione della ricchezza sia dovuta alle politiche dei governi e che intervenendo nel modo giusto si possa invertire questa tendenza. Per Marx invece la "legge della miseria crescente" è la legge assoluta dell'accumulazione capitalistica, un fatto fisico che nessun governante o gruppo di governanti può annullare:
La teleconferenza di martedì sera, connessi 12 compagni, è iniziata con alcune considerazioni riguardo i temi sviluppati durante il 67° incontro redazionale.
La relazione di sabato mattina, dal titolo "Invarianza e trasformazione", ha analizzato lo standard che si è affermato con la Rivoluzione d'Ottobre. E' stato specificato che se il paradigma è la configurazione di una rivoluzione, lo standard riguarda il canone, lo stile e il linguaggio dopo che essa si è imposta. In Europa la socialdemocrazia del primo '900 aveva un programma riformista; i comunisti russi producevano invece testi come Stato e rivoluzione e Che fare? che contribuirono a far emergere uno schema anti-formista. Nelle passate rivoluzioni si è sempre sentita la necessità di fissare un canone basato sul nuovo paradigma; così è successo, ad esempio, per i cristiani quando Costantino, dopo la battaglia di ponte Milvio del 312 e il primo concilio ecumenico di Nicea del 325, ordinò al Papa di fissare una regola a cui tutti dovevano sottostare. Anche la borghesia di metà '700 si diede un canone ricavato da un paradigma, che trovava la sua massima espressione nell'opera gigantesca de l'Enciclopedia o Dizionario ragionato delle scienze, delle arti e dei mestieri.
Oggi è assurdo fissarsi sul vecchio standardterzinternazionalista, soprattutto dopo la lucida analisi che ne ha fatto la Sinistra Comunista "italiana". I rivoluzionari di oggi, pur facendo proprie le lezioni delle controrivoluzioni, pensano e agiscono secondo paradigmi nuovi.
La teleconferenza di martedì, presenti 13 compagni, è iniziata commentando le relazioni svolte durante l'ultimo incontro redazionale a Torino.
La prima relazione ha affrontato il tema della salute nella società capitalista. Oggi la medicina vive una pesante dicotomia: da una parte esiste una conoscenza di tipo "occidentale" che prende origine da Galileo, dall'altra quella che abbiamo definito di stampo "leonardesco-orientale". In questa situazione, c'è chi attacca la prima utilizzando pedestremente la seconda, oppure, viceversa, chi si barrica dietro a concezioni e principi cartesiani e riduzionisti. In entrambi i casi domina l'omologazione e la scienza viene piegata all'ideologia, come accaduto con la tifoseria pro o contro vaccini. Il massimo a cui è giunta la nostra epoca è l'interdisciplinarità, ovvero la conferma dell'esistenza di discipline che in qualche modo devono dialogare fra loro. Tutt'altra cosa è invece l'identità monistica e materialistica della conoscenza umana propugnata dalla nostra corrente.
Durante la teleconferenza di martedì sera, a cui hanno partecipato 16 compagni, abbiamo introdotto alcuni temi che affronteremo durante il prossimo incontro redazionale a Torino.
Nella relazione "Lo scontro reazionario sulle vaccinazioni in massa oscura il vero problema della salute" vedremo come nella società capitalista l'approccio alla medicina ed alle pratiche di cura sia poco scientifico, con il risultato di produrre, anche nel campo della salute, schieramenti deleteri. Ne è esempio calzante quanto accaduto con il recente decreto legge sulle vaccinazioni obbligatorie in Italia, dove ai si-vax, i dispensatori di vaccino-merce, si sono contrapposti i no-vax. La scienza non è proletaria o borghese, è scienza; ma fino a quando la società sarà divisa in classi, tale forma di conoscenza umana sarà influenzata dall'ideologia della classe dominante. Il problema sta nel modo di produzione, non nel vaccino, nell'antibiotico o nella pozione omeopatica.
La teleconferenza di martedì sera, connessi 14 compagni, è iniziata con alcune considerazioni sull'Unione Europea.
L'uscita del Regno Unito dall'organizzazione è solo l'ultimo tassello del più generale processo di disfacimento della UE. La Brexit, scrive l'Economist, mina la già fragilissima stabilità europea e la "perdita di un grande membro del genere è anche un durissimo colpo per l'influenza e la credibilità dell'Unione". Insomma, l'Europa Unita non è altro che un'espressione geografica, la cui coesione politica non può essere "creata" dalla buona volontà dei primi ministri e dei loro tirapiedi. Tanto più che questa volontà i governi non ce l'hanno: ciò che davvero conta è la difesa degli interessi borghesi nazionali e la concorrenza con gli stati vicini.
Il 25 marzo scorso, in occasione delle celebrazioni per l'anniversario dei Trattati di Roma (nascita della CEE), diversi gruppi antagonisti hanno organizzato una manifestazione di protesta per le vie della Capitale. Lo stesso giorno la polizia, con un'estesa azione preventiva, ha compiuto centinaia di fermi ed ha messo in atto dei restringimenti delle cosiddette libertà di movimento. Il questore di Roma ha spiegato alla stampa che "complessivamente tra giovedì e sabato, sono state identificate circa 2000 persone, di queste 200 sono state fermate".
La teleconferenza di martedì sera, presenti 12 compagni, è iniziata prendendo spunto dalla notizia dell'approvazione del referendum sui voucher per il prossimo 28 maggio.
Mentre la Cgil perde tempo con la campagna "Libera il lavoro con 2 sì", migliaia di lavoratori vivono in condizioni di estrema precarietà dibattendosi tra stage e corsi di formazione non retribuiti; di certo non sarà certo l'esito di una consultazione a cambiare le loro condizioni di vita. Istituzionalizzandosi, prendendo contributi dallo Stato, vendendo servizi, i sindacati hanno rinunciato alla lotta di classe e contano sempre meno. Non mancano comunque esperimenti di autorganizzazione nel mondo del lavoro, pensiamo ad esempio agli scioperi dei fattorini di Foodora e Deliveroo. Nell'epoca delle reti e dei computer tascabili si può rispondere all'iper-sfruttamento utilizzando "le stesse armi tecnologiche dei giganti del web", scrive pagina 99 nell'articolo App contro app, così i precari sfidano i padroni della gig-economy.
Durante la teleconferenza di martedì sera, a cui hanno partecipato 16 compagni, abbiamo discusso di intelligenza artificiale prendendo spunto da alcuni materiali reperiti in rete.
Nel suo intervento al World Government Summit, Elon Musk ha dichiarato che "via via negli anni assisteremo ad un avvicinamento simbiotico tra intelligenza naturale e digitale"; se lo sviluppo tecnologico vuole esser portato avanti, è necessario che l'uomo amplifichi le potenzialità del proprio cervello grazie alle macchine stesse.
La teleconferenza di martedì sera, presenti 13 compagni, è iniziata commentando il Rapporto Oxfam del 2016.
Secondo lo studio, intitolato significativamente Un'economia per il 99%, gli 8 più ricchi del pianeta (e non più 62 come l'anno precedente) detengono la stessa ricchezza della metà della popolazione mondiale, circa 3,6 miliardi di esseri umani. "La novità di quest'anno è che la diseguaglianza non accenna a diminuire, anzi continua a crescere, sia in termini di ricchezza che di reddito", ha spiegato la direttrice della campagna di Oxfam Italia.
Al rapporto Oxfam è da affiancare un altro studio, quello dell'istituto McKinsey, in cui si afferma che fra pochi anni il 49% della produzione potrà essere sostenuto dai robot. E' al passo coi tempi Adidas che ha annunciato di voler tornare in Germania: se le scarpe le fanno gli automi, abbattendo le spese per la manodopera, tenere gli impianti in Cina genera solo inutili costi di trasporto. Insomma, l'automazione restringe sempre più i margini di profitto mentre le delocalizzazioni non sono più un toccasana per il Capitale.
La teleconferenza di martedì, presenti 15 compagni, è iniziata commentando l'esito delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti.
In molti hanno affrontato la vittoria di Donald Trump dal punto di vista puramente politico-giornalistico: la costruzione del muro al confine con il Messico, la politica sugli immigrati, la rinegoziazione dei trattati economici internazionali (Tpp e Nafta). L'Economist ha invece analizzato quanto accaduto in termini sistemici e ha delineato per il futuro del mondo scenari allarmanti, non solo a causa dell'elezione dell'impresentabile miliardario quanto per il fatto che gli Usa hanno ormai perso la leadership mondiale.
La teleconferenza di martedì sera, connessi 12 compagni, è iniziata sottolineando l'importanza dello studio delle passate transizioni sociali.
A tal proposito sono stati citati gli ultimi studi sui Luwiani, una popolazione vissuta in Anatolia a partire dal II millennio a.C. e di cui, ad oggi, sono conosciuti 340 insediamenti. Secondo l'archeologo Eberhard Zangger, intorno al 1200 a.C. i Luwiani si coalizzano e contribuiscono a far collassare tutte le civiltà dell'epoca, facendo traballare persino l'Antico Egitto.
In base alla tipologia di distruzioni rilevata dagli scavi, alcuni archeologi hanno timidamente dedotto che la causa di tale cambiamento originasse da rivolte. Zangger sostiene che almeno 200 città si unirono contro gli Ittiti (la prima civiltà a cadere), i Micenei, i Minoici, i Cicladici, gli Egizi, ecc. Ma perché prese forma questa coalizione? E da dove trasse la propria forza per attaccare simultaneamente tutto il mondo di allora? Solo pensando a una sollevazione delle popolazioni si può dare risposta alla domanda. Si trattò perciò sì di rivolte, ma contro quelle strutture sociali che si stavano trasformando in Stato (e nella scaletta di Engels lo Stato viene dopo la proprietà privata).
La teleconferenza di martedì sera, presenti 11 compagni, è partita dai fatti accaduti a Colonia la notte di Capodanno.
I toni dei commenti giornalistici sulla vicenda sono oramai da guerra civile. La caccia allo straniero, allo stupratore dalla pelle scura, è iniziata; alcuni ventilano l'ipotesi di una misteriosa rete islamica dietro alle aggressioni. Come previsto, la vaga solidarietà verso i profughi si sta velocemente trasformando nel suo opposto. Svezia e Danimarca hanno già chiuso le frontiere e altri paesi sono destinati a seguirle. Il proletariato occidentale viene spinto a schierarsi contro i disperati che arrivano dai paesi collassati.
Negli Usa fa discutere il tentativo di Obama di porre dei filtri alla vendita di armi da fuoco. Nel paese sono 30 mila i morti l'anno a causa di sparatorie, per non parlare di Messico, dove la guerra per la droga è una carneficina, Brasile o altri stati minori del Sud America. Un bollettino di guerra.
Alla teleconferenza di martedì sera, presenti 10 compagni, dopo un breve accenno ai fatti della settimana, dal salvataggio delle banche italiane al problema delle polveri sottili, siamo passati a parlare di teoria della conoscenza in riferimento al n. 38 della rivista.
Da fine novembre Il Sole 24 Ore ha cominciato a pubblicare una raccolta di opuscoli (Lezioni di futuro) dedicati ai temi dell'automazione, della sharing economy, dei big data, dell'internet delle cose, dell'intelligenza artificiale, ecc. Nel primo numero della serie intitolato Arrivano i robot. Come funzionano gli automi e cosa possiamo fare, si sostiene che nei laboratori stanno nascendo centinaia di nuove macchine capaci di svolgere in autonomia funzioni tipiche degli esseri viventi. Nel complesso emerge un'idea del processo evolutivo secondo cui l'uomo ad un certo punto si sdoppia (evoluzione biologica ed evoluzione tecnico-sociale) e demanda alcune delle sue capacità agli automi. Il giornale di Confindustria chiama a raccolta studiosi e tecnici specializzati in vari campi per capire dove sta andando la società: pur trattandosi ancora di un procedere multidisciplinare, comincia a fare capolino, magari non espressamente, la teoria (unificante) della conoscenza.
La teleconferenza di martedì sera, presenti 13 compagni, è iniziata dal commento dei recenti scandali che, tra fughe di notizie e arresti eccellenti, hanno coinvolto il Vaticano.
Al di là dei gossip giornalistici, a scricchiolare non sono soltanto le mura vaticane ma l'intera struttura ecclesiastica, già indebolita dalla crisi delle vocazioni e dalla secolarizzazione della società. In un mondo governato da un capitalismo oramai anacronistico in cui gli stati collassano uno dopo l'altro, è ovvio che anche la Chiesa cattolica risenta della decadenza generale e cominci a perdere colpi. Non stupisce che i fondi raccolti tramite le donazioni dei fedeli siano stati utilizzati non tanto a sostegno dei bisognosi, ma per attività mondane e per ripianare debiti.
Quali sono gli effetti di una Chiesa con una struttura medioevale entro un capitalismo che nega sé stesso? Anche la scelta di un Papa "forte", non a caso gesuita, difensore estremo della fede cristiana, non riesce ad agire sui meccanismi profondi della società e a rivitalizzare il cadavere che ancora cammina. La Chiesa, pur essendo un organismo millenario che in virtù dell'enorme esperienza accumulata riesce a registrare i cambiamenti in atto, soprattutto a livello sociale, e a intravedere gli scenari futuri, ha perso la sua spinta propulsiva.
Abbiamo iniziato la teleconferenza di martedì sera, presenti 11 compagni, parlando degli sviluppi della situazione politica in Grecia.
La novità di questi giorni è il referendum promosso dal governo greco: "Il no al referendum non significa la rottura con l'Europa, ma un ritorno ad una Europa di valori", ha detto Tsipras nel suo discorso ai greci, chiedendo di aiutarlo "a dire no alle formule del memorandum che stanno distruggendo l'Europa". Dietro i tatticismi di Tsipras e della Troika, si profila una situazione pericolosa per l'intera economia europea: un default di Atene porterebbe l'Europa "in terra incognita" (Mario Draghi). C'è insomma una grande confusione sotto il cielo e il governo greco potrebbe trovarsi spiazzato dall'esito del referendum: la vittoria del "No" non è per nulla scontata. Un governo più serio avrebbe rifiutato di pagare il debito e non avrebbe perso tempo con insulse consultazioni democratiche.
I sinistri nostrani, da buoni partigiani, hanno trovato nella Grecia la nuova Stalingrado da difendere. Per la nostra corrente "Partigiano è chi, per fede, per dovere o per soldo, combatte per un altro. Militante del partito rivoluzionario è chi combatte per sé e per la sua classe. La ripresa rivoluzionaria dipende dal poter elevare una barriera tra il metodo demoborghese della lotta partigiana e quello dell'azione classista di partito." (Marxismo o partigianesimo, 1949)
A pochi giorni dal 56° incontro redazionale, abbiamo cominciato la teleconferenza (a cui si sono collegati 16 compagni) con una breve presentazione dell'integrazione prevista per la mattinata di domenica su Engels, la dialettica e il tributo a Hegel.
Lucio Colletti, allievo di Galvano della Volpe, scrive Il marxismo ed Hegel, testo in cui tenta di mettere in luce le affinità del materialismo dialettico con la filosofia hegeliana. In realtà a subire l'influenza di Hegel non fu Marx, che già negli scritti giovanili taglia i ponti col filosofo tedesco, ma Engels che, attratto da Hegel in gioventù, non riuscirà mai del tutto a liberarsi dal linguaggio e quindi dalla dialettica del maestro.
Colletti ha il merito di riconoscere questa influenza, per il resto lo scritto è un tentativo maldestro di liquidare con faciloneria la dialettica. Egli sostiene che la nozione dialettica di movimento definita nell'Antidühring di Engels è scorretta poiché fondata sulla logica hegeliana, a sua volta basata sul paradosso della freccia di Zenone, che, a dire dell'autore, è edificato su una semplice ambiguità semantica. Riprendendo l'elaborazione teorica del polacco Adam Schaff, il filosofo italiano tenta di confutare Zenone, per poi negare Hegel, e quindi Engels e il materialismo dialettico.
In Vulcano della produzione o palude del mercato? Bordiga tratta diversamente il paradosso del moto della freccia: inserendolo nella storia della conoscenza umana e considerandolo dal punto di vista degli strumenti che nella sua evoluzione la specie si è data per conoscere, esso rappresenta la conquista da parte dell'umanità della logica del continuo. Zenone dimostrò che, dato che il moto esiste, necessita concludere che sulla traiettoria – finita – i punti sono infiniti, e che la freccia percorre spazi "evanescenti" in tempi "evanescenti", ma tuttavia il rapporto di questi spazi a questi tempi dà la velocità, concetto concreto e finito.
La teleconferenza di martedì sera, connessi 15 compagni, è iniziata dalla lettura e dall'analisi di un vecchio articolo di Lev Trotsky, Arte rivoluzionaria e arte socialista (1923), tratto da Per conoscere Trotsky, un'antologia delle opere a cura di Livio Maitan (Oscar Mondadori, 1972). Lo scritto, redatto quasi come un manifesto contro il sorgere della controrivoluzione stalinista che proprio in quegli anni cominciava a manifestarsi con l'annesso travisamento dei postulati rivoluzionari, si sofferma sulla prefigurazione della società futura. L'intento è chiaro: parlare del domani per criticare il presente. Peccato che il domani di Trotsky sia imbevuto di positivismo "comunista".
La teleriunione di martedì sera, presenti 17 compagni, è iniziata con una breve relazione sulla #MillionMaskMarch, la giornata di protesta globale lanciata per il 5 novembre da Anonymous International. Numerosi i paesi coinvolti: Turchia, Australia, Usa, Malesia, Canada, Thailandia, Armenia, Italia e tanti altri, dove i flashmob sono stati declinati secondo le peculiarità locali. L'iniziativa è riuscita grazie ad un intenso lavorio organizzativo avvenuto, prima e dopo la protesta, sui social network, e ha avuto un respiro globale.
Le foto arrivate dalle piazze mostrano cartelli scritti a pennarello con slogan contro il potere. Le motivazioni delle manifestazioni ci interessano relativamente, molto di più invece ci interessa il contesto in cui queste si svolgono: l'organizzazione territoriale connessa a una rete ormai mondiale annuncia i caratteri della rivolta futura e anticipa l'estinzione di una pratica rivendicativa compatibile col sistema.
La teleriunione di martedì sera, presenti 14 compagni, è iniziata con una serie di riflessioni sulle concezioni di probabilità, probabilismo e determinismo. Secondo Wikipedia "si definisce determinismo quella concezione per cui in natura nulla avviene a caso, ma tutto accade secondo ragione e necessità. Il determinismo dal punto di vista ontologico indica quindi il dominio incontrastato della necessità causale in senso assoluto giudicando quindi nel contempo inammissibile l'esistenza del caso. Il determinismo è associato alla teoria della causalità, sulla quale si appoggia." I luogocomunisti pensano che la citazione del Manifesto (1848) sulla possibilità della rovina di tutte le classi, metta in discussione il ferreo determinismo in Marx e apra la porta all'indeterminismo, ovvero all'impossibilità di fare previsione:
"Liberi e schiavi, patrizi o plebei, baroni e servi, capi di maestranze e garzoni, in una parola oppressori od oppressi, furono sempre in contrasto, e continuarono, in modo nascosto o palese, una lotta che finì sempre con la trasformazione rivoluzionaria di tutta la società o con la comune rovina delle classi in lotta."
Nel vostro libro La passione e l'algebra, in alcuni passi del n. 15-16 della rivista sulla teoria marxista della conoscenza, in Scienza e rivoluzione e in alcuni articoli, affermate che Amadeo Bordiga conosceva bene i fondamenti della scienza della sua epoca e che quindi la sua critica ad essa era fondata su conoscenza diretta. Vorrei aggiungere che allora non dovrebbe trattarsi di critica alla scienza, dato che l'umanità non può che esprimere quello che sa in una determinata epoca in rapporto alla forma sociale; insomma, non potrebbe esservi altra scienza. E neppure potrebbe essere critica alla scienza "borghese" dato che in questo caso l'utilizzo non dipende dalla scienza in quanto tale ma dagli interessi di una determinata classe. In entrambi i casi la critica sarebbe sterile perché colpirebbe dei bersagli scontati. Quindi ho l'impressione che nell'accanimento di Bordiga contro la scienza di quest'epoca vi sia qualcosa in più della "critica".
Molti anni fa "metallo pesante", per me, era il vero genere rock, duro e cattivo. Insomma, la protesta… Ma lasciamo le divagazioni. Ho trovato molto interessante l’articolo sul "metallo del disonore" che ho letto sul vostro sito. Informazioni così dettagliate e scottanti sulle porcherie razionalizzate che caratterizzano i teatri di guerra sono una rarità. Certo, alla Tv ci parlano di missili intelligenti che sbagliano bersaglio e falciano bambini, ci presentano immagini terribili di mutilazioni, scene raccapriccianti di stragi in massa; ma tutto questo non turba più di un videogioco: la guerra è la guerra, da sempre. L'uranio, invece…
Ho letto la vostra opera in due volumi Scienza e rivoluzione. Lo sviluppo rivoluzionario della forza produttiva capitalistica, la pretesa conquista del cosmo e la teoria marxista della conoscenza e l'ho trovata di grande interesse. In essa si trovano molte informazioni e considerazioni sull'argomento della "questione spaziale", che ne danno un quadro sufficientemente chiaro. Su tale questione c'è una grande ignoranza e l'ampia opera che avete preparato servirà a indirizzare verso uno studio corretto, soprattutto per capire ciò che è possibile e ciò che è impossibile. Qui, forse, si trovano le maggiori correzioni rispetto agli articoli di Amadeo Bordiga in Il Programma comunista a cavallo tra gli anni 1950 e 1960.
Editoriale: I limiti dell'… inviluppo / Articoli: Il gemello digitale - L'intelligenza al tempo dei Big Data - Donald Trump e il governo del mondo / Rassegna: Il grande malato d'Europa - Il vertice di Kazan - Difendono l'economia, preparano la guerra / Recensione: Ciò che sembrava un mezzo è diventato lo scopo / Doppia direzione: Il lavoro da svolgere oggi - Modo di produzione asiatico? - Un rinnovato interesse per la storia della Sinistra Comunista - Isolazionismo americano post-elettorale?
Libertà
Viviamo in una società che scoppia. I suoi membri, divisi o raggruppati secondo criteri il più delle volte arbitrari e casuali, non riescono più a darsi un'identità plausibile. La pandemia, invece di compattare gli individui intorno a provvedimenti utili alla salvaguardia della specie, ha aggravato la situazione facendo emergere ataviche tendenze all'irrazionale.
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